BUONA SCUOLA? LA PAROLA ALLE SCUOLE
17 ottobre 2016
di Katia Ester Marino
La distruzione del sistema istruzione non ha argini: infatti, dietro le promesse della legge 107, si nascondeva il disatro. Insegnanti non ancora assegnati alle classi, docenti trasferiti in attesa di assegnazione provvisoria, classi cadenti, super-presidi incompetenti, alunni preoccupati, genitori disperati: questo il risultato della promessa Buona scuola! A un anno dall’entrata in vigore della legge 107 il giudizio quasi unanime dell’intera comunità scolastica è negativo. Analizziamo la situazione nel dettaglio. Stabilizzaizone edilizia, eliminazione del precariato, valorizzazione docenti: queste erano state le promesse dle premier Renzi quando aveva varato il progetto di legge. In realtà dietro le false promesse si nascondevano sostanziali tagli delle risorse e avvilimento della professionalità docenti (classe che è già in partenza la più svantaggiata d’Europa). Dall’applicazione pratica la riforma emerge che tutti i docenti immessi in ruolo saranno sottoposti a chimata diretta per la stipula di un contratto triennale, dopodichè potranno essere congedati e assegnati ad altra sede da definire, il che non permette di potersi stabilire, non avendo la certezza di dove si sarà chiamati. Il premier può obiettare che l’assegnazione avverrà comunque sull’ambito territoriale, ma l’estensione di tali ambiti può comportare spostamenti anche di un’ora di macchina (ovviamente senza alcun rimborso spese!). Il meccanismo della chiamata diretta inoltre abolisce ogni graduatoria e punteggio di servizio, rimettendo il proprio destino alla sola discrezionalità del dirigente, con le inevitabili e intuibili conseguenze del caso! L’introduzione del cosiddetto potenziamento, fiore all’occhiello millantato della riforma, ha in realtà costretto molti docenti a fungere da tappa-buchi, da supplenti improvvisati, degradandoli anche nella loro dignità professionale; il tutto senza alcun controllo e senza alcuna possibilità di protesta! Da ultimo la decantata valorizzazione del merito che prevede l’assegnazione di un bonus economico per i docenti che abbiano contribuito a progetti e lavori extra-curricolari: i fondi a disposizione permettono l’assegnazione di tale bonus a circa il 20% dei componenti i vari collegi docenti, lasciando di fatto l’80% senza alcun riconoscimento economico, assegnazione poi di fatto arbitraria e senza criteri obiettivi garantiti. Aggiungendo il fatto che il contratto è bloccato da nove anni e non si prevede alcun rinnovo, si può ben immaginare cometale incentivo sembra essere più un disincentivo che può scatenare una guerra fra poveri, se non una demotivazione all’insegnamento stesso. Il premier ha, poi, spesso ribadito la questione della ristrutturazione edilizia e della riqualificazione degli edifici: su quetso parlino le foto (scattate in molte scuole italiane) la cui decadenza è evidente simbolo della vergnosa situazione e di quanto poco il Governo tenga all’educazione delle generazioni future!
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