L'Onda Rosa di Michela Murgia
22 giugno 2016
Lìberos, la comunità dei lettori sardi e il Centro antiviolenza Onda Rosa di Nuoro presentano - lunedì 27 giugno alle ore 20:15 al Caffè Letterario Nobel '26 di piazza Mameli a Nuoro - "Futuro interiore" (Giulio Einaudi Editore) di Michela Murgia. Il ricavato sarà devoluto al Centro Antiviolenza Onda Rosa di Nuoro. MIchela Murgia ha esordito nel 2006 per ISBN con "Il mondo deve sapere", diario tragicomico di una telefonista precaria. Paolo Virzì ne ha tratto spunto per girare il film "Tutta la vita davanti" e David Emmer e Teresa Saponangelo ne hanno portato un omonimo adattamento a teatro. Nel 2008 è uscita per i tipi di Einaudi la guida narrativa "Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell'isola che non si vede", che offre suggestioni su un'isola sconosciuta alle guide per turisti. Nel 2009 ancora per Einaudi pubblica il romanzo "Accabadora", la storia della vecchia Bonaria, della piccola Maria e del loro legame speciale in una Sardegna dove la vita e la morte non sono mai dimensioni individuali. Con questo romanzo vince il premio Dessì, il Super Mondello, il premio Viadana, il premio Alassio, il premio Città di Cuneo e il Super Campiello. Nel 2011 esce il saggio teologico "Ave Mary" e nel 2012 il racconto "L'incontro" e il diario "Presente", scritto a otto mani con Giorgio Vasta, Andrea Bajani e Paolo Nori. È del 2013 "L'ho uccisa perché l'amavo. Falso!", scritto con Loredana Lipperini, e del 2015 "Chirú" (Einaudi). Dal 2011 è socia onoraria del Coordinamento Teologhe Italiane e collabora per molti periodici e quotidiani. I suoi libri sono tradotti in più di venti lingue. In "Futuro interiore" si parla di una figlia dei baby boomers e madre dei nativi digitali, quella degli anni '70 è una generazione che si trova nel mezzo di due fondamentali mutamenti, uno sociale e uno tecnologico, una generazione che ancora fatica a trovare una dimensione storica. Esiliati dai simboli ideologici e giunti ai linguaggi tecnologici come adulti con una lingua straniera, i quarantenni di oggi hanno mancato il tempo di ogni rivoluzione; ora abitano il proprio presente con la sensazione di non potervi davvero risiedere, infragiliti da un'instabilità che li costringe a immaginare mondi inespressi, ma senza dimenticare due urgenze primarie: sopravvivere e restare visibili. Quale mondo avremmo costruito se avessimo avuto la percezione di poterlo fare? Quali cose, col senno di mezzo di chi nasce mediano, avremmo voluto migliori? Quale cambiamento avremmo generato se non avessimo avuto la sensazione di essere arrivati cosí dopo o cosí prima di tutti gli altri? Un libro scritto con convinzione ostinata che non ci siano colpe del passato, né pesi del presente che non ci danno la possibilità di prenderci la responsabilità di sognare il futuro (A. S.)
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News » LETTERATURA E LIBRI | mercoledì 22 giugno 2016
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