INTENDIAMOCI SANPAOLO

07 marzo 2019

di Marco Montanari

INTENDIAMOCI SANPAOLO
Non so voi, ma io ho il “privilegio” (metto le virgolette, non si sa mai) di vivere con mia madre novantenne. Io – dopo la morte di mio padre e di mio fratello – mi occupo di farle chiudere nel migliore dei modi la sua esperienza terrena, mentre lei – da sempre – si preoccupa che io mi copra abbastanza quando esco di casa o che “non mi stanchi troppo”. Fra i miei compiti, quello di risolvere le piccole-grandi beghe quotidiane, essendo lei costretta a limitare al massimo le uscite di casa dopo la rottura di entrambi i femori. Chiusa la peraltro doverosa premessa, veniamo al dunque. A metà gennaio le arriva una lettera dalla banca. Lei apre la busta, inforca gli occhiali, dopodiché – come sempre – mi passa la missiva con la solita scusa (“Non ci ho capito niente”). Il testo invece è chiaro: “Il 25 febbraio 2019 Cassa di Risparmio in Bologna (dove mia madre ha il conto da una quarantina d’anni, n.d.r.) sarà incorporata dalla propria capogruppo Intesa Sanpaolo SpA… Questa operazione comporta la modifica delle coordinate bancarie di tutti i conti”. Quindi mia madre deve comunicare il nuovo IBAN a chi le versa la pensione e a chi le paga l’affitto dell’appartamentino che possiede a Forlì: e qui scatta il panico, perché nessuna novantenne credo si senta in grado di portare a termine un’operazione del genere. Mia madre, quindi, cerca conforto in me e io non mi tiro indietro. Continuo a leggere e la tranquillizzo: “Mamma, senti qua. ‘A partire dal 25 febbraio 2019 ed entro il 24 agosto 2019 potrà rivolgersi alla sua filiale affinché se ne occupi la banca’. Capito, mamma? Stai tranquilla, ci pensa la banca”. Il 25 febbraio mi presento come un sol uomo allo sportello ormai ex Carisbo di Via Marconi. Mi capita in sorte un’impiegata di cui non conosco il nome: avrà la mia età, ne dimostra un centinaio, ma tanto io sono lì per l’IBAN, mica per fidanzarmi… Le spiego il motivo della mia visita, lei mi guarda imbarazzata e, sorridendo, mi fa: “Non so come potrei esserle d’aiuto…”. Glielo spiego io, come può. Le mostro la lettera della SUA banca, provocando il suo stupore. “Ma, non saprei…”. Lo chieda alla SUA banca, se vuole saperlo. Mi prega di aspettare, lei inizia il giro dei colleghi in cerca di solidarietà più che di una risposta. Dopo cinque minuti, torna da me: “Beh, in effetti pare che funzioni così…”. Cara la mia testissima di cazzo, è ovvio che funziona così: lo ha scritto la TUA banca! Fa una fotocopia della lettera, prende nota degli avvisi da inoltrare e poi mi chiede il numero di telefono. Non capisco il perché (lo capirò in seguito), ma glielo do, torno a casa e annuncio alla mamma che è tutto risolto. Passano otto giorni. Ricevo una telefonata. È quella gran gnoccona dell’ex Carisbo: “Signor Montanari, può passare dalla filiale per parlare con una mia collega, la signora A (il nome completo lo fornisco solo in privato, n.d.r.), e completare l’operazione richiesta da sua madre?”. Certo che posso, ci mancherebbe. Chiedo a che ora devo andare e vado. Entro, chiedo della signora A e l’impiegata mi si presenta nel giro di poco. Ha meno anni di me, ma li ha spesi malissimo. È brutta come un assegno a vuoto, però dopo averci avuto a che fare scopro che è più bella che simpatica (fate voi). Pistolla sul suo computer, mi guarda e sbuffa: “Abbiamo un problema”. I miei li conosco alla perfezione, i suoi mi interessano un cazzo. “In che senso?” ribatto. “Sua madre deve venire in filiale per fare una firma elettronica”. Le spiego che chiamare un’ambulanza per andare in Via Marconi mi sembra esagerato e le ribadisco che anch’io ho la firma su quel conto: venne il direttore della filiale a casa nostra per raccoglierla, proprio per evitare disagi a mia madre… “Guardi, non so che cosa dirle: se non viene sua madre, non so che cosa fare”. Io invece, nel bene e nel male, ho sempre saputo che cosa fare, compreso ieri: ho mandato a fare in culo quell’impiegata ottusa e adesso, dopo aver condiviso con voi il mio profondo disdoro, scriverò la lettera con le nuove coordinate bancarie di mia madre e la invierò agli interessati. Però Intendiamoci Sanpaolo: quando fallirai, o verrai commissariato, o le tue filiali verranno prese d’assalto da clienti imbufaliti, non venire a cercare la mia solidarietà. Siamo Intesa?
 
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News » INCHIESTE - Sede: Nazionale | giovedì 07 marzo 2019