GIADA ZANOLA - FEMMINICIDIO A PADOVA
31 maggio 2024
di Paola Bonacina
Foto https://www.facebook.com/zanola.giada
Gettata giù da un cavalcavia. Il Veneto si tinge di nuovo di sangue
Sembrava un suicidio ma non lo era. Giada Zanola non si è gettata volontariamente dal cavalcavia dell'autostrada, ma è stata uccisa dal compagno, Andrea Favero 39, che l'ha fatta precipitare sulla carreggiata. Il corpo è stato trovato all'alba di ieri sulla A4. La 34enne è stata buttata dal ponte, precipitando da una quindicina di metri. Secondo la ricostruzione della polizia, è avvenuto al culmine di una lite che i due hanno avuto mentre si trovavano sul ponte sopra l'autostrada, a Vigonza (Padova), poco distante dalla loro abitazione. Alcune automobili sono riuscite a evitare il corpo, poi la donna è stata travolta mortalmente da un camion.
Andrea Favero avrebbe organizzato una messinscena per allontanare i sospetti su di sé. Interrogato, non ricorda il momento della caduta. "Continuava a offendere e ricattarmi dicendo che mi avrebbe portato via mio figlio". Favero avrebbe simulato anche di avere saputo della morte della compagna solo dopo avere letto un messaggio in una chat di quartiere. "Quando è arrivata la polizia ho sperato che lei stesse bene" ha detto al pm. Gli investigatori hanno iniziato a fare approfondimenti nei rapporti interni alla coppia è emerso come negli ultimi tempi la relazione fosse entrata in crisi con episodi anche di liti violente. Al termine dell'interrogatorio il pm ha disposto il fermo di indiziato di omicidio volontario, provvedimento eseguito dai poliziotti. L'uomo è stato condotto in carcere. Giada e Andrea dovevano sposarsi a settembre. Poi, lei aveva annullato tutto. "Aveva annullato le nozze perché non se la sentiva più - ha detto un amico di Andrea. Andrea era gelosissimo e possessivo. Giada una ragazza solare, che aveva voglia di vivere".
La 34enne, sempre secondo gli amici, non aveva mai manifestato propositi suicidi " anche perché era molto attaccata al suo bambino, una vera mamma". In ogni caso la ragazza "aveva già detto al compagno che voleva chiudere la storia". "Con la morte di Giada il Veneto è di nuovo in lutto - prosegue Luca Zaia, governatore della Regione Veneto - come nei giorni di Giulia, Vanessa, Sara e di altre ancora prima di loro. Potrebbe essere il quarto femminicidio solo nei pochi mesi a cavallo tra l'anno scorso e questo; una contabilità inaccettabile che fa accapponare la pelle e indignare. Di fronte a una simile spirale di violenza, tutti abbiamo il dovere di reagire con una risposta risoluta che cominci dal convincimento che la cultura del rispetto inizia con il non girarsi dall'altra parte a fronte di condizioni di maltrattamento e violenza di cui si è a conoscenza. Ognuno segnalando situazioni di questo genere può salvare una vita e sostenere le reti antiviolenza impegnate nella lotta a questa piaga che non possiamo accettare e dobbiamo debellare".
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