Fagnani vs. Gruber, duello di stili
27 novembre 2024
In un panorama televisivo ricco di talk show e interviste, due nomi spiccano per la loro capacità di ridefinire il giornalismo in prima serata: Francesca Fagnani e Lilli Gruber, approcci diversi ma ugualmente incisivi.
“Che belva si sente?” e altre domande standard lusinghiere permettono all’ospite di prepararsi prima, illudendosi di poter controllare il contesto. Quelle di Francesca Fagnani non sono semplici interviste: la conversazione è una caccia, un confronto. Il suo metodo si fonda su una tensione autentica, nessuna pressione, nessuna voce alzata: è il silenzio il suo alleato più potente, obbligando a riempirlo con la verità. Fagnani non forza, non preme: lascia che siano le pause, quei vuoti eloquenti, a fare il lavoro sporco. Che si parli di confessioni intime o di episodi scottanti, ogni interrogativo è un colpo studiato per incrinare la superficie di sicurezza che il personaggio cerca di mantenere. È un’indagine emotiva.
Un’arma segreta è la sua capacità di creare un ingannevole senso di complicità. Non è mai ostile, anzi, sembra prediligere cornici informali e lievemente ironiche. Anche quando affronta argomenti difficili, non giudica mai apertamente. Fagnani ha restituito dignità all’intervista televisiva, trasformandola in una forma d’arte che fonde il giornalismo d’inchiesta con l’emozione dello storytelling. Attraverso l’ uso dello sgabello l’ospite viene privato del senso di comfort, impedendo il rischio di cadere in uno stato di eccessivo rilassamento.
La scenografia di Lilli Gruber è diametralmente luminosa, formale, asettica. Quello che offre è sempre uno spazio per il ragionamento, evitando i toni aggressivi e dando la possibilità agli ospiti di esprimere le proprie opinioni. Il successo del talk show si basa quindi sulla pluralità di punti di vista, in cui la conduttrice permette di esplorare diverse opinioni. Il target è sicuramente politico, economico, incisivo nelle prese di posizione. Il fine ultimo è divulgativo ed informativo, il metodo, elegante e spiazzante. Il risultato è sicuramente uno dei prodotti più seguiti del palinsesto televisivo, precisione e professionalità a supporto di un’immagine iconica.
Il posizionamento del programma giustifica il tono a tratti più acceso dei dibattiti, la politica in campagna e fuori si fa con affondi spietati e la tendenza (si spera) è quella del superamento della critica alla vita privata per lasciare posto al concetto politico. Far entrare la politica nella televisione comprende il rischio calcolato di macchiare il confronto con rimandi alla vita privata. Il terreno spietato del dibattito fa cadere a volte il livello ad un confronto pericoloso e inquinato da fatti appartenenti alla vita privata, se visti come debolezze per l’immagine del politico. Lilli Gruber è chi fra ad oggi, ripulisce il concetto di talk show politicorendendolo accattivante. Alti i toni, Gruber si dimostra un’abile mediatrice.
di Marika Prudenzano
Video https://youtu.be/X2Cl1HASktk?si=n1Vjb-4BsPNiam73
https://youtu.be/GV0WyF4CYQA?si=k2aFDQtb36d9Znf3
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