di Diego Oliano
“Non si può scegliere il modo di morire. O il giorno. Si può soltanto decidere come vivere. Ora.” così diceva John Baez e così è stato dimostrato da questo gruppo di amici che tragicamente ci ha lasciato in una comune sera di fine agosto. Pieter, Alberto, Carlo, Karol, Giuseppe e Antonio erano amici che condividevano molte cose delle loro vite. Una di queste era la passione per il calcio, specialmente si dilettavano a giocare a calcetto, ed in particolare per la squadra della loro città, il Palermo. Questo piccolo, ma affiatato gruppetto di giovani uomini ha dovuto fare i conti con il destino che può essere magnanimo o crudele. Si iscrissero ad un torneo di calcetto a Bologna che prevedeva la partecipazione di squadre provenienti da tutta la penisola italiana. I ragazzi palermitani (nessuno di nascita, ma tutti residenti nella provincia del capoluogo siciliano) partirono verso Bologna carichi di speranze. Le loro aspettative si realizzarono in quanto riuscirono a raggiungere il primo posto del torneo amatoriale nazionale di calcetto vincendo diversi premi, tra cui un viaggio per sei persone negli Stati Uniti ed un bottiglione di champagne Magnum. Quest'ultimo fu consumato in breve tempo per festeggiare la vittoria del torneo; non ebbero invece il tempo per godersi il premio più importante e desiderato. I sei compagni, infatti, una volta scesi dall'aereo che li aveva portati da Milano a Palermo, col piccolo pulmino di Alberto, stavano facendo ritorno dalle loro famiglie. Era ormai tarda notte quando il loro pulmino viaggiava sull'autostrada A19 Palermo-Catania e si verificò il tragico incidente che strappò via per sempre i sei uomini dalle braccia dei propri cari. Erano ragazzi semplici ed umili, lavoratori ed alcuni padri di famiglia. Pieter lascia la moglie Katerina e le due figlie Sofia e Flavia; Alberto lascia la moglie Roberta e l'unico figlio Simone; Carlo lascia la compagna Giuditta; Karol lascia la moglie Cristina e la figlia Carmen; Giuseppe lascia la moglie Martina incinta di una bambina; Antonio lascia i propri genitori che lo accudivano ancora sotto il loro tetto. Non sarà la sera del 25 agosto 1995 a togliere il ricordo dalle menti e dal cuore dei cari di questi sei ragazzi. Il ricordo è indelebile e immortale, è un appiglio al quale aggrapparsi nei momenti di difficoltà. Finchè sarà vivo e limpido il ricordo di queste persone, non se ne saranno andate via del tutto. Non hanno potuto scegliere né il modo né il giorno in cui andarsene, ma hanno deciso di vivere all'insegna dell'amicizia e dell'amore verso le loro famiglie. Hanno scelto di volare via insieme, forse per dimostrare ancora quanto fosse forte il legame che li univa.
Bologna 2001
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