Fioravanti Palestini - Icona dei Plasmon23/2/2020

Memoria per Fioravanti Palestini - Icona dei Plasmon

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Fioravanti Palestini - Icona dei Plasmon23/2/2020

di Giovanni Schiavo

Leggendo il quotidiano Il Giornale di venerdì 21 febbraio 2020, nelle pagine di Milano, apprendo della Bert demolizione della gloriosa fabbrica della Plasmon in via Cadolini, nel quartiere di Porta Romana. In quella fabbrica nacquero e si produssero fino al 1973 i leggendari biscotti Plasmon, i primi biscotti che molti di noi, italici pargoli, hanno gustato, sciolti nel latte dei biberon che le premurose mamme ci davano nei primi anni di vita.

PLASMON - IL LATTE DEI SOLDATI
Plasmon era il nome dato a un latte in polvere di invenzione britannica  (1902) che aveva una concentrazione di proteine del latte e, in forma di farina,  era utilizzabile per produrre alimenti a lunga conservazione. Nella forma di biscotto venne utilizzato dalla Marina Britannica razione K per le truppe e l’esploratore artico Ernest Henry Shackleton ci pranzò nel giorno di Natale nel 1902 sul ghiaccio del Polo Nord, entusiasticamente. In Italia arrivano in quello stesso anno grazie al Dott. Cesare Scotti che ottiene la concessione di importare e poi produrre il prodotto con un successo commerciale tale che, già alla fine della prima guerra mondiale (1918), le confezioni Plasmon diventano una presenza fissa nelle case degli italiani.

Noi, però, vorremmo ora raccontarvi la storia del più rappresentativo testimonial della pubblicità della Plasmon e che sicuramente ricorderete.
Era il 9 settembre 1946 quando a Giulianova, in Abruzzo, nacque un bimbo che un giorno avrebbe scritto la “storia” di una particolare epoca: il suo nome è Fioravanti Palestini.

Forse il nome a molti non dirà nulla, ma il suo corpo “scultoreo”, di 110 chili di peso per un metro e novanta di altezza, è noto ad intere generazioni in quanto indissolubilmente legato alla famosa marca di biscotti per bambini: i Plasmon.
Fioravanti, infatti, detto Gabriellino è l’uomo che “prestò” il suo corpo al marchio e relativa pubblicità dei famosi biscotti apprezzati da adulti e bambini. E’ l’uomo che forse molti ricorderanno dai tempi di Carosello, quando, dandoci le spalle, scolpiva il nome della nota marca di biscotti sul capitello di una grossa colonna.

FIORAVANTI PALESTINI - ICONA DELLO SPOT
Chi è in realtà quest’uomo dal corpo erculeo, che proiettò nell’immaginario collettivo di milioni di individui il binomio “forza=biscotti Plasmon”, decretando così la fortuna della casa produttrice?Gabriellino, vive la sua gioventù in un’epoca in cui l’uomo sex-simbol veniva rappresentato da immagini di gladiatori e uomini forzuti, grazie anche al cinema di allora che proponeva film “epici” sulla grande antica Roma. In tale contesto storico si inserisce Gabriellino, un “Marc’Antonio” di uomo che, con un corpo fasciato di muscoli, ben rappresenta il macho di allora. 

La Plasmon fece la fortuna di Fioravanti e viceversa; il corpo dell’uomo da lì a breve diverrà un’icona per un’intera generazione.
Dopo la fase fortunata dello spot dei biscotti, si aprirà per il nostro Gabriellino un nuovo e “oscuro” periodo di circa vent’anni all’interno di una prigione egiziana.

DAI RIFLETTORI ALLA PRIGIONE
Abbandonati gli sketch girati sulla spiaggia del suo paese, Giulianova (riviera adriatica d’Abruzzo), trascorre un periodo in Germania, dove inizia la sua carriera criminale nel mondo dei night club e delle bische clandestine. Rientrato in Italia si dedica a traffici internazionali per conto della cosca palermitana di Gaspare Mutolo, detto “u’ baruni di Partanna Mondello”, collaboratore di giustizia dal 1993. Il 24 maggio 1983 Palestini viene arrestato dalla polizia egiziana presso il canale di Suez, a bordo del cargo “Alexandros G.” in possesso di 250 chili di eroina

Dopo la richiesta di condanna a morte del Pubblico Ministero, viene condannato alla pena di 25 anni nel “Carcere di Punizione per condannati ai lavori forzati” di Abu Zaabal, a 40 chilometri da Il Cairo, trascorrendo i primi 18 mesi in isolamento totale. Palestini era l’unico detenuto di nazionalità italiana in Egitto. In quegli stessi anni il giudice Falcone e il pool antimafia scrivevano le storiche pagine dell’istruttoria del maxiprocesso, nella quale Fioravanti Palestini viene più volte citato. Nonostante l’interessamento dello stesso giudice Falcone, il quale, non senza difficoltà, chiese l’estradizione di Palestini, le autorità egiziane rifiutarono per la gravità del reato.

“GABRIELLINO’ ESCE DAL CARCERE EGIZIANO Superato l’impatto con la brutale realtà del carcere egiziano, anche grazie alla sua straordinaria forza fisica, egli riesce a guadagnarsi un angolo tutto per sé, assieme al rispetto degli altri detenuti e degli stessi ufficiali; era il solo a poter uscire ogni giorno dalla cella per gli esercizi fisici con manubri e pesi. Nel corso della sua detenzione furono molti i tentativi per permettergli di scontare il resto della pena nel suo Paese, ma un accordo tra Italia ed Egitto in merito all’estradizione dei condannati è stato raggiunto solo in anni recentissimi. 

Nel 2003 Gabriellino finisce di scontare la sua pena. Oggi è reinserito nella comunità. Vive e lavora nel suo paese natale, circondato dagli affetti più cari: la madre, gli amici d’infanzia, il mare e il pensiero costante della figlia trasferitasi in Messico.

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