di Maria Cristina Sabella
In ricordo di Umberto Cupaioli
Ti ricordo ...
Ti ricordo, tra le pagine di un libro, scritto con l'inchiostro, su fogli color di seppia. Ti ricordo nel volo di un gabbiano, che libero volava volteggiando sulla spuma del mare, vicino al Castello Medioevale, che ci ha visti amanti per tanti anni, ma pochi per condividerne un futuro. Era primavera, quando le rondini nidificavano sotto le grondaie e i campanili delle chiese annunciavano i rosari, quando in quel pomeriggio, dove il cielo era grigio, tra un calcio ad un pallone un fischio per un rigore, la tua vita se ne andava, stringendo tra le mani, la terra che ti circondava. Non ti vidi andare via, forse una strana magia, cancellò dai miei ricordi quell'appuntamento con la morte. Ricordo il dolore lancinante, nel cuore e nella mente, i tuoi amici disperati, la tua famiglia stretta nel dolore, quella messa nella chiesa del mio cuore, che aveva visto muovere i miei primi passi, il canto degli amici miei, che per l'addio ti accompagnava. Umberto sono passati trentadue anni da quell'otto Maggio che tanto aspettavamo, per far gli auguri alle nostre madri, ma è come se fosse ieri, tu sei sempre nei miei pensieri, oggi come ieri, ed è difficile nascondere, quel ricordo così importante, ma solo il cielo può comprendere, cosa legasse la mente al cuore e le parole che forse per pudore, non ci siamo dette mai. Oggi in paradiso, incontrerai anche mia madre, che prima di comprendere il nostro vero amore, ci aveva ostacolato per anni, mesi, giorni ed ore. So che mi proteggi e che il tintinnio dei cristalli, sono la tua voce per il mio cuore e quello sfiorar fresco che spesso sento, sono le tue ali sopra il mio nuovo sentimento. Sei stato il mio mattino e la mia sera, il mio sorriso e le mie lacrime, ma sei stato TU a darmi la forza di non sedermi e non viaggiare più. Perché quando il cielo si vela di tulle di sposa, che mai arrivò all'altare, è difficile da metabolizzare e vedere quei fiori bianchi che dovevano incorniciare un Amore, oggi incorniciano solo una lastra bianca che ci separa, da una manciata di giorni che lentamente avanzano, perché io e te in paradiso potessimo abbracciarci un'ultima volta, come quell'ultima sera quando mi raggiungesti sulla soglia del portone, ed è difficile da farlo capire al cuore. Nessuno potrà mai restituirci il tempo che ci hanno rubato, ma nel profondo quel giorno sotto quel cielo grigio il suo gesto rimarrà impresso sul suo disonore e il perdono, sarà per lui solo una cicatrice che rivestirà il suo cuore di dolore, per averti spento, in un calcio nel pallone. Arrivederci a presto,Umberto, non andar via mai dal mio Cuore.
Umberto Cupaioli, Termoli (CB) 6 Luglio 1961 – Termoli (CB) 8 Maggio 1985
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