di Vittorio Esperia
Marianna Liguori nasce a Palermo nel 1912 e, figlia della classe media quando ancora questa esiste agli inizi del secolo scorso, ben presto s'innamora di Giovanni che lavora alle Poste. I due giovani si sposano poco più che ventenni e già nel 1934 nasce la prima figlia, Maria, a cui segue, ogni due anni, la nascita dei fratelli Anna e Antonio. L'imminenza della guerra porta la neonata famiglia a sfollare fuori città, sulle alture delle montagne che circondano Palermo: Montepellegrino, Montelepre. In questa località, poi, si è sempre favoleggiato tra i parenti di avere avuto un contatto con il noto bandito Salvatore Giuliano che proprio a Montelepre è nato nel 1922. Rimboccandosi le maniche e lavorando sodo per sfamare i tre figli, Anna si ingegna e, con un po' di solidarietà e un po' di baratto, come si era soliti fare in tempo di guerra, dà bocconi saporiti ai ragazzi e al marito fatti di patate, carote, insalata e broccoli, ma soprattutto conditi di tanto amore. Alla fine del secondo conflitto mondiale la casa di Corso Olivuzza è stretta e il cambio di appartamento, ora trasferiti nel vecchio centro cittadino, è meta obbligata. Qui Anna non è più solo una casalinga addetta al focolare; i fanciulli crescono e, anche per contribuire al bilancio familiare, la signora siciliana apre un negozio di cappelli. Attivo per oltre vent'anni, nell'esercizio situato in zona centrale, quanti volti della Palermo bene acquistano, non solo copricapi ma anche, guanti, veli da sposa e tutto quel genere di accessori che, a metà degli anni '50, rende una persona davvero elegante. Anna diventa nonna, prima che Giovanni se ne vada dopo lunga sofferenza lasciandola sola - nell'ultimo appartamento acquistato - e specialmente inconsolabile. Di lei i familiari ricordano quando, precisa, rifà il letto e sistema la casa. O di quando, per risparmiare dieci lire o poco più, percorre chilometri per fare la spesa o, semplicemente, comprare il pane. Proverbiale il suo motto quando, dopo essersi assopita dinanzi al teleschermo, emette il fatidico: <<Annamocè 'a curcà>>. Quello sformato di patate, tramandato dalla sua mamma, o quella parmigiana di melanzane sono una delizia che pare, ancora adesso, di sentirne il sapore squisito.
Marianna Liguori, Palermo 5 Dicembre 1912 - Palermo 11 Gennaio 2002
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