CHATRUBATE: IL SESSO NEL TERZO MILLENNIO
21 novembre 2018
Chatrubate: voyeurismo online
di Ilaria Cerioli
Chi lo avrebbe mai detto che l’industria del Porno sarebbe stata messa in crisi da un esercito di studentesse, casalinghe, da donne della porta accanto che, ogni giorno, guadagnano la pagnotta davanti ad una web cam?
Dimenticatevi tette rifatte, natiche sode delle porno dive, perchè Chatrubate, la più famosa chat a sfondo sessuale del momento, è un vero talent show dove si possono esibire tutte: dalla vicina di casa, alla figlia dell’antennista che, o per narcisismo o per arrotondare si cimentano in ammiccamenti e balletti masturbatori. Insomma un vero e proprio reality all’interno di stanzette adolescenziali, magari con i libri ancora aperti sulla scrivania e i poster dei cantanti appesi alle pareti. E se sei una MILF? Ovviamente improvvisi uno spogliarello nel soggiorno di casa, magari interrompendo la performance per correre a girare il sugo. Non si sa mai che attacchi sul fondo del tegame.
Un esercito di donne (anche giovani uomini) in coppia o single, in attesa che qualche sconosciuto dall’altra parte dell’etere avanzi richieste tipo “togli lo slip o abbassa la spallina del reggiseno” o “mettiti a novanta”. Ovviamente ad ogni richiesta corrisponde la monetizzazione che avviene attraverso i token (gettoni).
Le cam girl non sono sottoposte a orari di lavoro e decidono liberamente quello che vogliono o non vogliono fare. Possono interagire con gli utenti del sito tramite la chat multipla (per i più generosi è sempre disponibile uno show privato) e accettano le richieste di coloro che tippano ovvero elargiscono un certo numero di tokens per veder realizzati in diretta i propri desideri. Le performers incassano 10 centesimi di dollaro su ogni gettone ricevuto, mentre il sito guadagna all’incirca 40 centesimi per ogni gettone. Una cam girldeve quindi cercare di restare online il maggior tempo possibile ma soprattutto fornire un ampio menù di “extra” che sono molto più costosi. Oltre ad accettare denaro, alcune ragazze mettono a disposizione una whishlist, per cui gli utenti possono scegliere di regalare qualcosa a scelta dalla lista degli oggetti: si va dalla sexy lingerie alle lavatrici. Il tutto acquistabile comodamente online.
Poiché le camgirls sono della generazione 2.0, hanno blog e spazi di incontro in rete dove si scambiano informazioni sugli utenti e condividono i dubbi che possono sorgere se inizi una professione così particolare. Navigando tra le chat, in cui le ragazze dialogano, si resta stupiti nel notare come le nuove generazioni vivano una sessualità disinibita, internettiana e materialista. Non c’è spazio per i sentimenti. Quello che si offre in rete è solo uno spettacolo, una versione erotica del Grande Fratello ad uso e consumo di un pubblico pagante.
Ho seguito attentamente chatrubate e ammetto di essere rimasta sensibilmente colpita dalla sicurezza con cui le ragazze single o in coppia (etero o lesbo) si esibiscono. Che a noi femministe nate negli anni settanta sia sfuggito qualcosa? Non è che mentre perseveriamo con i nostri modelli, le nuove leve ne abbiano dei nuovi? Non è che le nuove generazioni di donne abbiano raggiunto la piena consapevolezza del loro corpo e della loro immagine da esporlo pubblicamente a scopi di lucro senza concederlo mai?
Ovviamente per quanto mi riguarda dopo cinque minuti spesi ad osservare una camgirl impegnata in un balletto sexy piuttosto sgraziato, in preda alla noia ho iniziato a cercare indizi sulla sua vita osservando i pochi oggetti in vista durante la ripresa: una cameretta come tante, rivestita da una banale carta da parati. Così, mentre la fanciulla esaudiva svogliatamente qualche richiesta di un nickname mi sono chiesta cosa spinge tanti uomini a preferire il sesso virtuale a quello reale tanto da fare regali alle loro beniamine? A donne con le quali non hanno alcun tipo di rapporto affettivo?
Secondo alcuni studi la chat permette di soddisfare immediatamente i propri bisogni, cosa non garantita in un approccio tradizionale. Inoltre, come già sottolineava l’indagine “Antropologia della sessualità in rete” del 2006, in chat si realizza una sessualità trasgressiva per cui nessuno si sente inibito a utilizzare un lessico colorito e lasciarsi andare alle fantasie più strane. Eppure qualcosa continua a sfuggirmi. Una volta c’era la posta delle riviste porno in cui gli italiani si confidavano e raccontavano la loro sessualità vera o presunta senza troppi giri di parola. Una volta c’era appunto la parola che faceva da interfaccia tra realtà e fantasia. Scrivere implicava fatica anche nella costruzione di un pensiero logico e si svelavano perversioni o abitudini in camera da letto seguendo una sintassi. Oggi, invece, si guarda solo: manca un plot narrativo che crei una attesa.
Chatrubate non è altro che un racconto estemporaneo senza narrazione. Un racconto non raccontato, cioè un racconto della sessualità dove, per dirla con Genette, manca una voce: quella del narratore.
Tratto da:
Il mio nuovo spocchiosissimo articolo
https://spocchiosamenteilare.blogspot.com/2018/11/chatrubate-voyeurismo-online.html?spref=fb&m=1
News » SPOCCHIOSAMENTE ILARE di Ilaria Cerioli | mercoledì 21 novembre 2018
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