La “sindrome della sorella maggiore"
23 aprile 2025
Hai mai conosciuto una bambina che sembrava già grande, responsabile, sempre pronta ad aiutare, spesso chiamata a “dare il buon esempio”? Probabilmente era una sorella maggiore. E non era solo una questione di carattere: era qualcosa di più profondo. La cosiddetta “sindrome della sorella maggiore” non è una diagnosi ufficiale, ma un vero e proprio fenomeno emotivo, sociale e persino biologico. E adesso la scienza conferma che esiste davvero.
Uno studio dell’Università della California di Los Angeles, durato 15 anni e condotto su 253 madri e figli, ha rivelato un meccanismo affascinante: le figlie primogenite tendono a maturare prima per aiutare le madri nella cura dei fratelli minori. Non è solo senso del dovere o imitazione: è una risposta adattiva.
I ricercatori hanno scoperto una correlazione tra lo stress vissuto dalla madre durante la gravidanza e i segni di maturità precoce nella figlia maggiore. Questo stress, in modo quasi “programmato”, porterebbe la bambina a sviluppare prima competenze emotive e capacità cognitive utili per aiutare. È il corpo stesso che reagisce: si attiva la pubertà surrenale, fase in cui iniziano i primi segni fisici della pubertà, ma anche un salto di crescita nella maturità emotiva.
E nei maschi? Nulla di tutto ciò.
Anche se sono i primi figli, i maschi non sviluppano lo stesso senso precoce di responsabilità. Gli studiosi suggeriscono due motivi chiave:
- Le madri, anche inconsciamente, non si aspettano che i figli maschi si prendano cura degli altri, perché culturalmente il caregiving è ancora visto come “femminile”.
- Le bambine sono biologicamente più sensibili alle esperienze della prima infanzia, il che accelera lo sviluppo quando l’ambiente lo richiede.
Il risultato? Le sorelle maggiori diventano presto “mini mamme”, sempre attente, spesso stanche, raramente comprese. Crescono sotto una doppia pressione: quella di essere donne e quella di essere le prime. Prime a capire, a sistemare, a non sbagliare.
E il più delle volte, lo fanno senza che nessuno glielo chieda davvero.
Questa non è una malattia, ma un’eredità emotiva che pesa. E che tante donne si portano dentro, anche da adulte. Ma riconoscerla è già un passo verso la libertà.
Perché essere sorella maggiore non dovrebbe mai voler dire essere grandi prima del tempo.
di Giorgia Pellegrini
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News » RICERCHE E STUDI | mercoledì 23 aprile 2025
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