Festival Internazionale dell'Educazione 2025

01 ottobre 2025

“L’educazione deve unirci nell’impegno collettivo e fornire la conoscenza e l’innovazione necessarie per dare forma a futuri sostenibili e di pace per tutti” (Re-immaginare i nostri futuri insieme - UNESCO, 2021)

In un’epoca come la nostra, segnata da profonde trasformazioni globali, l’educazione emerge come uno dei pochi strumenti in grado di connettere le persone, ispirare il cambiamento e costruire visioni condivise del futuro. Proprio da questa convinzione nasce il Festival Internazionale dell’Educazione, in programma dal 2 al 5 ottobre 2025 a Brescia. Un evento che intende accendere i riflettori sul ruolo dell’apprendimento come leva per trasformare le città, rendendole più inclusive e capaci di affrontare le sfide del presente.

Oggi, oltre la metà della popolazione mondiale vive in contesti urbani. Un trend in continua crescita, che secondo le stime raggiungerà entro il 2050 una quota pari a due terzi degli abitanti del pianeta. In numeri concreti, più di 6 miliardi di persone vivranno in città. Di fronte a un cambiamento di tale portata, il dibattito si concentra sempre di più sul ruolo delle tecnologie digitali nel processo di empowerment dei cittadini: si tratta di strumenti che, se utilizzati con consapevolezza, potrebbero migliorare la qualità della vita urbana e favorire la partecipazione collettiva, ma se impiegati in modo scorretto potrebbero peggiorare la situazione. Perciò, affinché la tecnologia diventi davvero un motore di evoluzione positivo, è necessario investire su formazione, competenze e consapevolezza, a livello individuale, collettivo e istituzionale

In questo contesto si inserisce il concetto di “città educativa”: una visione che mette al centro non solo l’apprendimento di competenze tecniche e conoscenze teoriche, ma anche — e soprattutto — la crescita morale, la costruzione del carattere e lo sviluppo della coscienza civica. Una città educativa è quella che forma cittadini consapevoli, responsabili e pronti a contribuire alla vita democratica della comunità. Ma c’è un rischio. Le città di oggi potrebbero trasformarsi in sistemi rigidi, incapaci di riconoscere la ricchezza della diversità e di mantenere viva la connessione tra spazio costruito e spazio vissuto. Una tendenza che potrebbe portare verso quella che alcuni esperti definiscono “città friabile”: luoghi in cui il tessuto moderno si degrada più rapidamente rispetto a quello storico, generando una progressiva perdita dell’identità urbana.


Eppure, c’è un’alternativa. Gli spazi — reali o digitali — che compongono la città possono essere pensati per liberare energie, stimolare l’espressione individuale e collettiva, e rendere le comunità protagoniste attive del proprio destino. “Guardare la città dal punto di vista dei bambini, delle donne, degli anziani, delle persone con disabilità, delle persone che provengono da altri contesti culturali” è il metodo attraverso cui il Festival vuole raggiungere l'obiettivo di “favorire una cultura della partecipazione che chiama in causa un impegno pedagogico verso le comunità". In quest’ottica, si apre la strada a una nuova idea di città: più aperta, più accogliente, più capace di imparare da sé stessa e dalle differenze.

Proprio su questi temi si concentrerà il Festival Internazionale dell’Educazione, a Brescia. Convegni, talk, tavole rotonde, workshop, laboratori, concerti, mostre, spettacoli animeranno i luoghi simbolo della città, coinvolgendo non solo educatori, insegnanti e amministratori, ma anche famiglie, imprese, associazioni e cittadini di ogni età. L’obiettivo è sempre lo stesso: costruire un ambiente in cui l’educazione diventi motore di equità e strumento di crescita collettiva, perché una città migliore si costruisce imparando, tutti insieme.

di Alessia Folli

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