Camicia intima e aristocratica

12 agosto 2016

di Nancy Malfa

La camicia è ormai utilizzata a livello quotidiano da milioni di persone, ma non tutti ne conosco le origini reali. Spesso dimentichiamo che, dietro ad ogni singolo istante della nostra giornata, si cela un mondo di battaglie vinte e di evoluzioni storiche. Il capo in questione ha assunto note completamente diverse nella nostra epoca, basta portare indietro l'orologio di qualche ticchettio decennale per accostare il suo utilizzo esclusivamente alla nobiltà. Non un capo da sfoggiare, bensì una rappresentazione intima del candore e dell'aristocrazia. Questa era considerata come abbigliamento stereotipato, alla quale era categoricamente vietato venir fuori alla luce del sole, se non con effetto a sbuffo da maniche e colletti, oppure durante i bagni con le donne. Esatto, riusciva persino a sostituire l'imbarazzo della nudità insieme al nostro più comune costume da bagno. Il '900 ha segnato una rivoluzione non solo dal punto di vista delle stampe, con righe, quadretti e tonalità differenti dal classico bianco, ma ha apportato nuovi stili anche nelle forme dei colletti. Nessun conto in banca ragionevole e nessuna promessa di dote, valeva quanto indossare quest'ultimo; più era rigido, alto e inamidato, più il gentiluomo era strettamento collegato all'alta borghesia, insomma un rampollo da non farsi sfuggire per il sogno di una vita agiata. I diritti delle donne erano sparsi in giro con il contagocce fino alla rottura degli schemi nel 1793. La scandalosa e audace Maria Antonietta, nota per il suo potere ribelle, ha spezzato in due le mode del momento sfoggiando l'antenata della camicia in un ritratto pubblico. Lo scalpore ha portato il sesso femminile a voler emulare sua maestà, così l'800 si riempì di orli ricamati, pizzi e i merlettati, il tutto con abbondanza sacrale, di chi per dispetto esagera contro le restrizioni del passato. I giorni nostri pullulano di proteste anticonformiste e di donne dal carattere forte come Coco Chanel che rispolvera la camicia, rubandola dagli armadi maschili. Le proibizioni cadono ancora una volta quando Audrey Hepburn negli anni '40 la rende iconica, classificandola come il must di tutti i tempi, così come hanno fatto le star del mood androgino. Da quel momento in poi le abbiamo viste forgiate come statue nelle versioni scultura: in popeline, oxford, jeans, piquè, batista, flanella, seta, shantung e lino. Senza nessun limite, in ogni forma, dalla rigidità snob, alla morbidezza della seduzione, esattamente come ci ha educato Gianfranco Ferrè, lui che della camicia ne ha fatto un simbolo della moda italiana. A tre quarti, sotto un abito di Giorgio Armani, floreale per le vacanze, a doppio petto richiamando la gloria napoleonica o appena più lunga per trasformarla in un micro-dress con cintura in vita. Non importa in quale occasione o con quale assortimento la si indossa, la camicia porta sulle spalle un macigno, il peso storico che la rende il capo base di ogni armadio civilizzato.

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News » MEMORIE DI MODA di Nancy Malfa - Sede: Nazionale | venerdì 12 agosto 2016