LA FANCIULLA LORELEI
25 maggio 2018
di Angelica Lilli Lorelan
Nei pressi della città di Sankt Goarshausen, nel distretto del Lahn, il Reno si ritorce su se stesso come un serpente calpestato. Per la precisione come un serpente calpestato dal piede di una dea o di una ninfa o meglio ancora di una musa. O come un serpente femmina che si prepara a stringere nelle sue spire la sua preda maschio. Al di sopra dell’ansa si erge una roccia maestosa, chiamata Lorelay, che di notte, alla luce della luna, appare bellissima e spaventosa agli occhi dei barcaioli, per molti dei quali rappresenta l’ultima immagine di questo mondo. Sotto di essa infatti la corrente genera a volte un gorgo, un mulinello di acqua che ribalta le barche e le trascina nel fondo del Reno. Nel 1798 il poeta Brentano, che solo a pronunciarne il nome sprofondi nel gorgo di un romanticismo scellerato, fu colpito da quel luogo e da quei fatti e scrisse la ballata di Lore Lay. E' la storia triste di una maga bellissima, il cui unico incantesimo è la bellezza, una bellezza tale da fa innamorare (e morire di amore) qualunque uomo, eccetto quello di cui lei stessa è innamorata. Negli anni successivi la storia di Brentano si diffuse e fu contaminata fino a trasformarsi nell’antica leggenda di una sirena teutonica. Ad essa il poeta Heine dedicò una delle sue poesie più belle:
Io non so che voglia dire
che son triste, così triste.
Un racconto d'altri tempi
nella mia memoria insiste.
Fresca è l'aria e l'ombra cala,
scorre il Reno quetamente;
sopra il monte raggia il sole
declinando all'occidente.
La bellissima fanciulla
sta lassù, mostra il tesoro
dei suoi splendidi gioielli,
liscia i suoi capelli d'oro.
Mentre il pettine maneggia,
canta, e il canto ha una malia
strana e forte che si effonde
con la dolce melodia.
Soffre e piange il barcaiolo,
e non sa che mal l'opprima,
più non vede scogli e rive,
fissi gli occhi ha su la cima.
Alla fine l'onda inghiotte
barcaiolo e barca... Ed ahi!
Questo ha fatto col suo canto
la fanciulla Lorelei.
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News » LETTERATURA E LIBRI di Pina D'Alatri | venerdì 25 maggio 2018
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