FRANCESCA BERGER E SALOME' DA SILVA IN "ENRICA LA TRADITA"
01 dicembre 2018
di Roberto Dall'Acqua
Francesca Berger nasce attrice e, attraversando l'universo spettacolo in ogni sua declinazione, ha fatto molteplici, proficue esperienze. La troviamo adesso - mercoledì 5 dicembre 2018 in scena a Roma - con lo spettacolo teatrale "Enrica La Tradita". Un soggetto scritto da lei in una rappresentazione che vede in scena la figlia. Sentiamo, in esclusiva per i lettori di www.ilgiornaledelricordo.it, come Francesca racconta se stessa ai lettori e come, soprattutto parla degli spettacoli che scrive e dirige.
- Francesca, perché questo spettacolo? Da quali motivazioni nasce? <<Scrivo e dipingo dall’età di 4 anni, a 16 pubblicai un libro di poesie, poi continuai a scrivere solo per me, nei primi anni '90 intervistai Gian Maria Volonté, così nel '94 ripresi a scrivere, un romanzo, poi commedie, finché nel 2000 iniziai un attività giornalistica con esclusive, memoriali e interviste per la carta stampata, causa forza maggiore mi fermai, e poi ricominciai a ridere; forse questo spettacolo, come i due precedenti di questo anno teatrale “Social Mente Pericolosa” e “ Aperisocial “, nasce da una naturale e abituale esigenza di scrivere, e dalla necessità di ironizzare su quello che mi gira intorno, le attuali abitudini, il capovolgimento di morale che viviamo. Quindi "Enrica La Tradita“ nasce dalla tragicomicità dei fatti, degli stati psicologici e delle mode che respiro quotidianamente. A volte l’idea nasce respirando un odore, ricordando qualcosa, navigando sul web, o vivendo le storie di altri; questo spettacolo nacque una sera d’estate al tavolo di un ristorantino in una via del centro>>.
- È difficile lavorare con la propria figlia? <<Credo che con i propri figli tutto può essere facile e tutto può essere difficile, ma è lo stesso se lavori con un amico, un marito o un fidanzato; specialmente la regia poi, dato che vengono a mancare fattori importanti come l’autorità per esempio, quella “ non confidenza “>>.
- Nel tuo percorso di attrice, prima, e ora di autrice e regista ti sei sempre interessata a temi sociali. Come mai? <<L’interesse per il sociale mi accompagna da sempre, quello fa parte della mia natura, dell’attenzione che da sempre provo per gli altri, non solo per me; ma mi sono anche molto divertita, son riuscita a fare esperienze professionali differenti, ed ho trascorso molto tempo viaggiando, prima col teatro girando davvero tutta l’Italia, poi vivendo in 4/5 posti differenti (poi scelsi Roma), ho fatto parte di un periodo di mondanità intendo negli anni '80/'90, ho avuto storie d’amore importanti e quasi due matrimoni molto impegnativi, che è stato costruire due famiglie>>.
- Un ricordo, anche non professionale, di Francesca Berger. <<Mi fa sempre molta tenerezza ricordare i miei viaggi all’estero con la mia bambina, varcammo gli oceani già quando aveva tre anni, ed era una compagnia incredibile per la sua tenera età>>.
- Descrivi ai nostri lettori le emozioni che provi quando scrivi uno spettacolo? <<Quando scrivo, come quando dipingo vivo una serie di intense emozioni. Quando scrivo commedie nella mia mente sono in tutti i personaggi in scena, sono sul palco e mi vedo muovermi in mezzo agli oggetti, ai mobili, alle musiche, ai colori e soprattutto vedo il pubblico, immagino le diverse età e gusti, e cerco di intuire cosa piacerà ad ognuno>>.
- Amore e spiritualità sono per te due stati d’animo e coscienza simili? <<No non sono simili. L’amore è uno stato di grazia che ti porta a camminare con altri, passeggiate che possono essere a volte serene e appassionate, a volte inebrianti e fuorvianti, spesso la coscienza non si incrocia con l’amore. La spiritualità è molto difficile da definire perché è prevalentemente uno stato che riguarda la parte più intima di un individuo, per cari sensi, credo di avere vissuto e di vivere molto spiritualmente>>.
- Cosa vuole costruire in futuro Francesca che, magari, non ha ancora realizzato? <<Credo negli ultimi anni di aver ricevuto un grande dono: ho compreso che il futuro è più importante averlo che costruirlo. Quindi aspetto che mi venga incontro con nuove sfide e nuovi traguardi e tanto mare, perché sono “ un animale marino“.
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News » INTERVISTE | sabato 01 dicembre 2018
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