FACEBOOK ACCUSATO DI SPIONAGGIO, QUALI LE RESPONSABILITÀ?

08 giugno 2017

di Carolina Polo

Che Internet abbia pro e contro non è una novità, ma ora sotto il mirino c'è Facebook, accusato di usare la vulnerabilità degli adolescenti per spingere a fare acquisti. Il quotidiano The Australian, sarebbe entrato in possesso di un documento marchiato: “Confidential: Internal Only” e datato 2017. Il documento rivela che il social network avrebbe mostrato agli inserzionisti come sia possibile individuare i momenti in cui gli adolescenti sono più recettivi e propensi a fare shopping. Il documento, di 23 pagine, redatto da due dei maggiori dirigenti del giornale, David Fernandez e Andy Sinn, presenta chiare dimostrazioni di come Facebook riesca a intercettare in tempo reale quando un adolescente, in questo caso australiano, sia depresso, stressato o ansioso e quindi più soggetto a fare acquisti spropositati, senza badare in modo ponderato alle sue azioni e, di conseguenza, alle ricadute sul portafoglio. Le analisi del social network riuscirebbero a stimare i dati giornalmente e su lungo periodo, tanto da evidenziare come il picco di emozioni "instabili" verrebbe raggiunto nel fine settimana. In seguito a queste accuse, il canale si è scusato dell'accaduto con il quotidiano, tanto da aver aperto un'indagine per capire cosa sia successo. Il rappresentante portavoce delle accuse ricevute non ha comunicato ulteriori dettagli, come ad esempio: le indagini vengono perpetrate anche in altri Paesi? La risposta ufficiale è giunta da Mark Zuckerberg in persona: "Facebook non offre strumenti per prendere di mira le persone sulla base del loro stato emotivo”. “La ricerca (cui fa riferimento l’Australian, ndr) è di un analista australiano e serve a far capire alle aziende come le persone si esprimano su Facebook. Stiamo esaminando i dettagli perché non ha rispettato i nostri processi di revisione”. Le polemiche si sa, sono sempre all'ordine del giorno; Internet è un mezzo utilizzato da miliardi di persone. Queste hanno il libero arbitrio di farne buon uso o spingersi oltre la soglia della sfera intima, allargare i propri contatti, estendere la propria visibilità, contattare individui conosciuti o meno, esternare la propria vita a sconosciuti. Ognuno è libero di scegliere come utilizzare questo importante strumento del nuovo millennio. Viene però da chiedersi: " Chi utilizza Facebook, come anche Twitter, Instagram e più semplicemente Google, deve essere consapevole che metodi, quali ricerche di mercato, basate sull'individuazione dei gusti personali,  sulle nostre ricerche sul web, vengono compiute ad ogni nostro accesso. Dove sarebbe quindi la novità di questa inchiesta?" Inoltre, " Facebook è vietato ai minori di tredicianni. Un adolescente, e quindi minore, che utilizzi Facebook, ha inserito la propria identità a proprio rischio e pericolo. É compito del genitore monitorare e prendersi le responsabilità dell'operato del proprio figlio all'interno di una rete così vasta e spesso pericolosa qual'è il World Wide Web". Per esistere Facebook necessita di introiti provenienti necessariamente da marchi che acquistino spazi pubblicitari. Come qualsiasi agenzia pubblicitaria o spazio di vendita quindi, il social deve garantire che il proprio canale abbia un range di pubblico qualitativamente attivo e captante. Per sopravvivere deve trasmettere sicurezza, come qualsiasi pubblicità che vediamo il televisione. D'altro canto, lo spettatore o fruitore deve essere consapevole dei mezzi utilizzati nei suoi confronti per orientare le sue scelte o intuirle. Se il consumatore, come in questo caso, non è in grado di attuare decisioni di "testa propria" è necessario che sia un tutore a supervisionare le azioni stesse del ragazzo e, se necessario, limitarle. Ad ognuno quindi,  il proprio "lavoro".

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News » INCHIESTE - Sede: Nazionale | giovedì 08 giugno 2017