di Carolina Polo
Già dallo scorso giugno 30 manifestanti sono riuniti presso Postolowo, località della Polonia settentrionale, non lontano dal Mar Baltico. Al limite della foresta si sono incantenati attorno ai "relitti" di una delle foreste più importanti e preziose d'Europa per protestare contro l'estirpazione sregolata di uno dei beni più importanti per la nostra sopravvivenza.
La deforestatazione, ad opera dello Stato polacco, raggiunge lo sradicamento di circa 200 alberi al giorno, metendo a rischio la vita stessa della foresta tra le più antiche al Mondo e la più antica in assoluto in Europa. "Questo è un luogo sacro, la cui protezione è doverosa nonchè necessaria"- afferma Klaudia Wojciechowicz, artista che partecipa alle proteste. La Foresta Bialowieza, dichiarata Patrimonio dell'Umanità, è divenuta nell'ultimo anno materia di forti scontri tra il governo conservativo polacco e dozzine di scienziti ed esperti ambientali. La governance polacca affermano che il taglio di questi capi viene attuato a protezione contro alcune specie invasive di scarafaggio; ma la realtà, più o meno nascosta, è la scusa per creare posti di lavoro per gli abitanti locali, come se la diminuzione della disoccupazione possa essere più importante della distruzione di una foresta (come l'eccessiva urbanizzazione in Italia dgli anni '50 ad oggi, per creare nuovi posti di lavoro). La distruzione di questo patrimonio ecosistemico ha mosso l'intervento della stessa Comunità Europea e dell'Alta Corte di Giustizia Europea affinchè venga posto un termine a questo scempio, con la minaccia che se a quest'ultimo non verrà posto un freno, lo Stato sarà denunciato per violazione delle leggi internazionali per la protezione dell'ambiente. Accostata a questa forte minaccia anche l'UNESCO si schiera per la protezione e piuttosto, la cura, volta a rispettare questo patrimonio, piuttosto che la facile soluzione di "taglio alla radice" del problema, a quanto pare verificato della contaminazione da parassiti.
I patrimoni mondiali dell'umanità, in quanto tali devono impegnarsi a proteggere, anche non le sovvenzioni fornite dall'Unione, le bellezze dichiarte tale, non certo a comprometterle con interventi antropici così evidenti e compromettenti. L'UNESCO, in questi mesi, sta inoltre valiando la possibilità di inserire questo luogo all'interno della Lista dei Ptrimoni Mondiali in Pericolo, una procedura solitamente riservata unicamente in condizioni di estremo periocolo, conflitti armati o calamità naturali (http://whc.unesco.org/en/danger/) . "In questo luogo, laboratorio biologico a cielo aperto - afferma Tomasz Wesolowski, biologo forestale del'Università di Wroclaw- è possibile osservare come la natura abbia attuato i suoi processi di sviluppo e innovazione 10,000 ani fa. Intaccare ogni singola particella di questo ambiente è una barbarie". Nonostante le numerose proteste da parte di studiosi, scienziati e popolazione da tutto il globo, le violenze a questo habitata proeguono incessantemente. Ritenuta di vitale testimonianza per le generazioni future, la foresta di Bialowieza, al confine tra la Polonia e il Belarus, è un vero e proprio relitto di un'antica foresta con al suo interno alberi tra i più antichi e grandi aleri del Continente Eurasiatico, e non solo: al suo interno vivono specie rarissime o sull'orlo dell'estinzione, come la colonia più numerosa di bisonte europeo.
La biodiversità di questa foresta è smisurata e comparabile alle foreste pluviali centro americane, afferme il dott.r Wesolowski. Il governo polacco sembra, incredivìbilmente sordo ai pareri degli esperti e la deforestazione avanza. Questa reazione univoca e allucinata da parte del governo polacco potrebbe apparici assurda ed inspiegabile, ma proviamo a fermarci un istante e riflettiamo su quello che sta accadendo nella nostra Patria oggi: incendi dolosi, smottamenti, urbanizzazione stregolata dei territori, crolli di antiche rovine romane, e la lista sarebbe ancor lunga; sarebbe forse il caso di rivedere le priorità del proprio Paese, prendere esempio da queste problematiche e anticipare con seri provvedimenti l'avvento di episodi corrosivi del proprio patrimonio ambientale e culturale, prima che possa colpire irreparabilmente le basi della coscienza comune.
© RIPRODUZIONE RISERVATA copyright www.ilgiornaledelricordo.it