Le paure del cuore

04 settembre 2016

di Silvia Bortoli

CAPITOLO 46

GIULIA

L'ho seguito fino al magazzino sul retro, perché mi deve una spiegazione.

Sono stanca del suo comportamento.

Sono davvero arrabbiata ed inveisco contro di lui, fino a mollargli due ceffoni.

Mi pulsa la mano dal dolore, ma se lo merita.

E così scopro il motivo per cui scappa: ha paura di perdermi.

È assurdo! Assurdo! Come può pensare di perdermi?

Fabio è stato il mio pensiero fisso per tanto tempo, e lo è persino ora, nonostante tutto il dolore che mi ha provocato.

Ma le sue paure sono più grandi del mio amore, e arrivano a sovrastarlo.

È una guerra persa in partenza. E io sono stanca di sprecare altro tempo dietro un’utopia.

Lui non è mio. Non lo è mai stato. E non lo sarà mai.

Mi dirigo verso la porta per uscire definitivamente dalla vita di Fabio ma lui mi blocca.

I suoi occhi nei miei, la sua bocca sulla mia.

E in un attimo mi ritrovo a pregare che questo momento duri in eterno.

Le nostre mani si muovono con foga, ci cerchiamo a vicenda. Mi sembra sia passata un'eternità dall'ultima volta che Fabio mi ha toccata.

La mia pelle sotto le sue carezze sembra ardere.

Dopo aver abbassato la zip del mio vestito, lo ha fatto scorrere fino alla mia vita, ma non me ne vergogno perché lo voglio disperatamente.

La mia schiena sbatte di nuovo addosso agli scaffali. Con le mani cerco di sbottonargli la camicia senza mai lasciare la sua bocca.

Ad un certo punto Fabio interrompe il bacio e mi guarda dritto negli occhi, «Ti amo. Ti amo così tanto, Giulia!», ma io non gli rispondo.

Mi fiondo di nuovo sulle sue labbra e, mentre fa scorrere le sue mani al di sotto della mia gonna, gli slaccio i pantaloni.

Il nostro respiro è corto e irregolare.

Riesco a far leva appoggiando i piedi sugli scaffali di fronte a noi.

Fabio mi prende le mani. Le nostre dita si intrecciano sopra la mia testa.

E si fa strada dentro di me.

Facciamo l'amore con trasporto, con desiderio, come se non ci fosse abbastanza tempo per noi.

Come se non ci fosse un domani.

Come se fosse l’unico modo per sentirci vivi.

I nostri corpi tremano di piacere nello stesso momento.

Ho il fiato corto e Fabio mi aiuta a ricompormi, guardandomi come un bambino.

Mi sistemo il vestito e rialzo la zip, ed in questo istante i pensieri negativi prendono il sopravvento.

Mi ha lasciato da sola per le sue paure e lo rifarà ancora.

Non potrei sopportare un'altra fuga, non riuscirei a reggere un’altra delusione.

È troppo, troppo per me.

Così questa volta decido io per tutti e due.

Corro verso la porta e lascio il magazzino. Fabio si sta ancora sistemando la camicia ed inizia a chiamarmi, «Giulia! Aspetta! Giuliaaaaa, fermati!»

Ora sto fuggendo io. Sto scappando dal mio amore perché ora sono io ad avere paura.

Paura di soffrire ancora per lui.

Le lacrime mi rigano il volto. Corro verso Mari, e lei capisce al volo che deve portarmi subito via da qui.

FABIO

Dentro il magazzino siamo solo Giulia ed io, come se il mondo attorno non esistesse.

Non resisterò a lungo perché la voglio troppo, la voglio ora e per sempre.

La mia mano scivola sotto la sua gonna e non posso più aspettare.

Le sposto quel piccolo strato di pizzo che ci separa e finalmente affondo in lei.

Abbiamo mani e bocche intrecciate. I nostri corpi si stanno fondendo e, in questo preciso instante, il mio cuore si ricompone perché sono dove avrei dovuto sempre essere.

Con Giulia.

Sento pulsare i nostri desideri fino ad esplodere all'unisono.

La faccio scendere delicatamente dallo scaffale.

Ho ancora il sorriso stampato sulla faccia quando vedo che si è già vestita e se ne sta andando.

Le chiedo di fermarsi, ma le non si volta e continua dritta fino a scomparire dietro la porta.

Le corro dietro ma Giulia è già andata via.

Cazzo, cazzo…devo raggiungerla!

È pieno di gente al locale e cerco di procedere creandomi un varco. Riesco ad uscire, ma in quel preciso instante mi passa accanto l'auto di Mari.

«Giulia, fermati!», grido, ma riesco solo ad intravedere il suo viso rigato dalle lacrime.

Merda, cosa è successo?

Mi strattono i capelli e prendo in mano il cellulare. Tento di chiamarla più di una volta, ma scatta sempre la segreteria.

Sino a quando mi arriva un SMS. Giulia.

 

Mi dispiace ma stavolta sono io quella ad avere paura.....”

 

Alla fine è scappata, come ho fatto io con lei.

Perché? Perché?

In questo preciso istante mi rendo conto del significato del suo messaggio: lei ha paura di essere abbandonata un'altra volta.

Stasera mi sono fatto coraggio e le ho aperto il mio cuore, proprio perché non voglio più lasciarla sola.

Io non posso più vivere senza lei.

Ma come posso fugare i suoi dubbi, come posso sedare le sue paure, quando io stesso ne sono l’artefice?

 

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News » Il racconto della Domenica - Sede: Nazionale | domenica 04 settembre 2016