Festival di Venezia 2025, riflettori sull’attualità

26 agosto 2025

Dal 27 agosto al 6 settembre 2025 al Lido di Venezia si svolgerà la 82ª edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, organizzata dalla Biennale di Venezia e diretta da Alberto Barbera. Al centro della selezione artistica di quest’anno spiccano i grandi temi di attualità, con una marcata attenzione alle storie femminili sia davanti che dietro la macchina da presa.

I film

Tra i titoli più attesi c’è senz’altro The Wizard of the Kremlin di Olivier Assayas, un ritratto oscuro ma attuale del potere mediatico russo con protagonista Paul Dano nelle vesti di Vadim Baranov, "spin doctor” ispirato alla figura di Vladislav Surkov, ex consigliere personale di Putin. Ad affrontare questioni politiche è anche A House of Dynamite di Kathryn Bigelow, ambientato alla Casa Bianca nel pieno di un’imminente crisi missilistica; il film affronta l’ansia moderna legata alla guerra atomica e mette in scena “la follia di un mondo che vive sotto l'ombra costante dell'annientamento, eppure ne parla raramente” (Bigelow).

Sul grande schermo viene rappresentato anche l’aspetto “tecnologico” della nostra società con due lungometraggi d’eccezione (entrambi nella sezione del festival “Giornate degli Autori”). Memory of Princess Mumbi di Damien Hauser è una distopia che racconta la storia di Kuve, un regista che nell’anno 2094 si reca nella città di Umata per documentare le conseguenze di una guerra che ha distrutto la tecnologia, riportando in vita gli antichi regni; un film che parla della relazione tra umano e digitale, ma anche del cinema stesso. Past Future Continous invece è un docu-film iraniano che ha per protagonista Maryam, una donna rifugiata che riesce a vedere i genitori rimasti in Iran solo attraverso telecamere di sorveglianza; una potente riflessione sul dolore dell’esilio, ma anche sul lato positivo della tecnologia che “accorcia” le distanze.

Non manca tuttavia il lato fantasy. Gli occhi di tutti sono puntati su Frankenstein di Guillermo del Toro, con Oscar Isaac nei panni dello scienziato Victor Frankenstein e Jacob Elordi in quelli del mostro. Del Toro dichiara: “Il capolavoro di Mary Shelley è pieno di domande che mi bruciano dentro l’anima: domande esistenziali, tenere, selvagge, senza scampo, come solo una mente giovane può porsi e a cui solo gli adulti e le istituzioni credono di poter rispondere. Per me, però, solo i mostri detengono la risposta a tutti i misteri. Sono loro il mistero. Quindi Frankenstein è un’impresa benedetta, mossa dalla reverenza e dall’amore sia per il mistero che per i mostri. L’origine di tutti loro – la storia di un padre prodigo e di un figlio perduto – Giobbe e Lazzaro in dialogo con un unico creatore e alla ricerca di tutte le risposte. Come facciamo tutti.”

A solcare il panorama cinematografico però sono soprattutto le figure femminili. Donne che hanno fatto la storia, come Madre Teresa di Calcutta (Noomi Rapace) in Mother (sezione "Orizzonti”), firmato dalla regista macedone Teona Strugar Mitevska. Donne famose come Eleonora Duse, la leggendaria icona del teatro italiano, interpretata da Valeria Bruni Tedeschi in Duse di Pietro Marcello. Donne che devono affrontare situazioni difficili, come Julia Roberts nei panni di una professoressa che deve gestire le accuse di molestie di un’alunna in After the Hunt di Luca Guadagnino (fuori concorso). Donne ordinarie che diventano straordinarie, come la protagonista di The Voice of Hind Rajab di Kaouther BenHania, un film che restituisce il dramma della guerra in Palestina attraverso le vere chiamate di aiuto di una bambina intrappolata in un’auto durante un attacco a Gaza.

Gli ospiti

Il nome sulla bocca di tutti è Julia Roberts: l’attrice statunitense infatti sfilerà sul red carpet veneziano per la prima volta. Tra i nomi più celebri ci sono anche George Clooney, Adam Driver, Emma Stone, Cate Blanchett, Al Pacino. Non mancano i vip italiani: Pierfrancesco Favino, Michele Riondino, Vinicio Marchioni e Valeria Golino, Valeria Bruni Tedeschi e Emanuela Fanelli – quest’ultima nei panni di conduttrice del festival (ruolo introdotto quest’anno) –. Non saranno invece presenti alla Mostra l’attrice israeliana Gal Gadot e il suo collega britannico Gerald Butler, interpreti nel film In the hand of Dante (fuori concorso) di Julian Schnabel. Si vociferava che la loro assenza fosse dovuta all’appello di Venice4Palestine (V4P), un gruppo di attori, registi e attivisti, che aveva sollecitato la loro esclusione per il sostegno che avevano manifestato nei confronti della politica di Israele in Medio Oriente. V4P aveva già raccolto oltre 1500 firme, tra artisti italiani e internazionali, per la lettera aperta, datata 22 agosto 2025, nella quale chiedeva alla Biennale di prendere una posizione sul conflitto israelo-palestinese e di non offrire visibilità a figure pubbliche percepite come sostenitrici delle operazioni militari a Gaza. In realtà la presenza dei due attori al festival non era mai stata confermata, quindi non sarebbe collegata al gruppo Propal. A rappresentare il film ci sarà comunque il regista statunitense Schnabel.

Gli obiettivi

La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nasce con lo scopo di promuovere il cinema mondiale in tutte le sue espressioni, artistiche e industriali, valorizzando la libertà creativa e il confronto tra culture. Accanto alle sezioni dedicate alle nuove produzioni, il festival riserva uno spazio importante anche alla riscoperta delpatrimonio cinematografico: una parte del programma è infatti dedicata ai restauri di grandi classici, con l’intento di preservare la memoria del cinema e favorire una comprensione più profonda della sua evoluzione storica. Tra gli obiettivi della Biennale di Venezia c’è anche la neutralità carbonica. L’ente si impegna a ridurre e compensare le emissioni di anidride carbonica generate durante la Mostra del Cinema, attraverso interventi mirati sul piano ambientale. Il percorso verso un festival più sostenibile richiede il contributo attivo di tutti, dagli organizzatori agli ospiti, esplicitamente chiamati a partecipare con comportamenti responsabili e ecologicamente consapevoli. Quest’anno avrà luogo anche la 13ª edizione di Final Cut in Venice (dal 31 agosto al 2 settembre), un progetto che permette il completamento dei film provenienti dall’Africa e da Giordania, Iraq, Libano, Palestina, Siria e Yemen “per dare a produttori e registi l’opportunità di presentare i film in lavorazione a operatori e distributori internazionali con lo scopo di facilitarne la post-produzione, promuovere eventuali partnership di coproduzione e l'accesso al mercato”. Per il nono anno di seguito la Biennale di Venezia offrirà un premio del valore di € 5.000 al miglior film in post-produzione e altri premi in denaro verranno assegnati da parte delle associazioni sostenitrici.In conclusione, mentre le luci si accendono sul red carpet e le sale si riempiono di anteprime internazionali, il Festival di Venezia conferma il suo ruolo non solo come vetrina d’eccellenzaper la cinematografia a livello globale, ma anche come spazio di riflessione sui grandi temi del presente. Oggi più che mai il cinema non si limita a raccontare il mondo: lo interroga, lo sfida e si schiera, mettendo al centro l’attualità, sia davanti che dietro le quinte.

di Alessia Folli

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