QUANDO IL LUTTO FA RUMORE
30 ottobre 2018
di Roberto Dall’Acqua
A Parma la XII edizione de "IL RUMORE DEL LUTTO"
“L’uomo sacrifica la salute per arricchirsi. Poi sacrifica la ricchezza per recuperare la salute.
E diventa così ansioso sul futuro da non godere del presente, così non sa vivere né nel presente né nel futuro.
Vive come se non dovesse mai morire e poi muore senza aver davvero vissuto”.
Questa frase del Dalai Lama esprime appieno lo spirito dell’evento organizzato - quest’anno è la dodicesima edizione - dalla dottoressa Maria Angela Gelati e da Marco Pipitone. La manifestazione è essenziale perché ci ricorda la caducità della vita. La dottoressa Gelati ha rilasciato questa intervista in esclusiva per i lettori di www.ilgiornaledelricordo.it.
- Maria Angela Gelati, hai organizzato la dodicesima edizione de "Il Rumore del Lutto". Manifestazione sempre più ricca?
<<Il contenitore culturale sta crescendo, ci piace pensare che la rassegna - a poco a poco – diventi un Festival vero e proprio, magari dal 2020; Parma Capitale dell’arte Cultura>>.
- Perché quest’anno il tema è “Terra”?
<<Esseri umani, animali e natura vivono e convivono con il Pianeta. Siamo qui, ora, immersi nell’infinito ciclo vitale, lasciando segni a ogni nostro passaggio. Sappiamo che ognuno di noi ha un tempo, ma nessuno di noi si ferma a riflettere sulla cosa più importante e cioè che anche la Terra, con ogni probabilità ce l’ha. Riflettere sul tema di quest’anno significa proporre un cambio di rotta, aprire una breccia. La Terra è anche uno specchio per l’animo umano, una frontiera reciproca in cui condividere un tempo comune, volto alla consapevolezza, alla rinascita, e all’evoluzione>>.
- Verrebbe da dire che Maria Angela Gelati si occupa solo di organizzare “Il Rumore del lutto”...
<<Magari!!! Certo l’impegno, da parte di entrambi, nel tempo libero è costante durante tutto l’arco dell’anno, e questo fa sì che sia un lavoro a tutti gli effetti ma aggiungo che, dal 2016, la rete che, a poco a poco, si è creata attraverso l’associazione Segnali di Vita APS ci aiuta moltissimo>>.
<<E’ fuori discussione che il lutto faccia rumore, dentro e fuori da noi. Quando si è trattato di scegliere il nome della rassegna siamo partiti proprio da questo presupposto e poi… Il Rumore del Lutto è un ossimoro>>.
- Gli “eterni ragazzi”, cui tendiamo a essere un po’ tutti oggi, dimenticano che la morte fa parte della vita…
<<Non è sempre così. I giovani, contrariamente a quello che si crede - soprattutto gli adolescenti - riflettono sulla morte; ho potuto constatarlo nei numerosi corsi di death education svolti in questi anni, non solo durante le edizioni passate della rassegna ma anche in giro per l’Italia con il mio lavoro. I ragazzi si fanno, in verità, molte domande a proposito ed è compito dell’adulto “attrezzare” i giovani, alla vita e alle difficoltà che essa ci pone davanti. Altra cosa è come lo si fa, come li si aiuta ad affrontare la sfida della crescita. La spinta nella mischia sempre e comunque può risultare estremamente pericolosa, come lo può essere ciò che si valorizza come elemento “corazzante”. Il raggiungimento di successo, denaro e bellezza che non si accompagna ad un parallelo percorso di crescita psicologica, spirituale e relazionale può avere effetti devastanti quando intervengono le inevitabili situazioni di crisi>>.
<<Come non pensare alla nascita del progetto Il Rumore del Lutto, mentre con Marco passeggiavo a Parma, nel 2007, quando nel dialogo emerse con forza il desiderio di costruire, intorno alla commemorazione dei defunti, una modalità alternativa per vivere quei giorni e per completarne dunque la ritualità. Abbiamo giusto in progetto di scrivere un libro su Il Rumore del Lutto e presentarlo in una future edizioni>>.
- Per la prossima edizione cosa c’è in preparazione?
<<Storicamente l’edizione successiva nasce proprio durante quella in corso. E’ ormai un dato di fatto; titoli e alcuni contenuti di base si sviluppano proprio in questi giorni, come il tema e alcuni eventi a esso connessi>>.
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