Estate: brucia la Sardegna
31 agosto 2016
di Matteo Tidili
La Sardegna, terra arsa dal sole, battuta dai venti e dimenticata dalle piogge durante la stagione estiva, è da sempre fisiologicamente esposta alla piaga degli incendi. Un vero e proprio atto di terrorismo ai danni dell’inestimabile patrimonio paesaggistico e faunistico quasi sempre partorito dalla mente folle di chi vive ma non merita questa isola e che in passato ha assunto connotati catastrofici. A tal riguardo si ricordano l’incendio di Curraggia, verificatosi il 28 luglio 1983 durante una delle più intense ondate di caldo degli ultimi decenni nell’omonima collina a sud ovest di Tempio e responsabile della morte di 9 persone, e l’inferno di fuoco di San Pantaleo, poco a nord di Olbia, del 28 agosto 1989 domato solo dopo 2 giorni di complicate operazioni e costato la vita a 13 persone. Se negli ultimi anni si è assistito ad un progressivo calo degli eventi quest’anno la tendenza si è repentinamente invertita. Sono già migliaia gli ettari andati in fumo in questa prima metà d’estate in numerosi roghi che hanno interessato generalmente tutte le nostre province. Nei giorni scorsi un nuovo ed esteso fronte di fuoco ha interessato il paradiso turistico di Santa Margherita di Pula dove, in un pomeriggio, sono bruciati più di 150 ettari di macchia e bosco. La scintilla, stando alle prime analisi, sarebbe partita da un barbecue incontrollato; il resto lo ha fatto il forte vento di maestrale che in breve tempo ha alimentato e spinto le fiamme fino alle colline retrostante lo splendido tratto costiero. Rimane una Sardegna in bianco e nero, un tappeto di cenere a sostituire la profumata e caratteristica macchia mediterranea. Non bastano le lacrime a lenire il dolore per una terra preservata in decenni di amore, passione e sudore ed ora martoriata in un pomeriggio di follia. Follia di fronte alla quale siamo ancora impotenti e completamente impreparati.
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