22 anni fa nasceva TeleMonteCarlo

05 agosto 2016

di Vittorio Esperia

Telemontecarlo, nota anche con l'acronimo TMC, nata il 5 agosto 1974 ed è stata l'emittente televisiva di lingua italiana del Principato di Monaco che fu - negli anni settanta e nei primi anni ottanta -la principale concorrente dei canali televisivi pubblici della RAI, perché fu una delle televisioni estere in lingua italiana ricevibili nella penisola italiana. La sua sede era sita appunto in Monte Carlo al civico numero 16 del Boulevard Princesse Charlotte, la stessa sede della "sorella" di lingua francese, nata venti anni prima. L'edificio - dopo il 2000 - che ospitava la sede delle due Tele Monte Carlo e anche di Radio Monte Carlo sia di lingua francese che italiana, oramai rimasto vuoto, è stato abbattuto per far posto alla costruzione di un albergo Novotel. La Tele Monte Carlo e la Radio Monte Carlo francesi si sono poi trasferite nella nuova sede situata al porto e più precisamente alla banchina Quai Antoine 1er (località La Condamine). A partire dalla metà degli anni ottanta, Telemontecarlo divenne sempre più un canale di nicchia, dopo l'ascesa dei canali di proprietà di Berlusconi, in particolare di Canale 5. Nel 1990, ottenne dalla legge Mammì la concessione di trasmettere sull'intero territorio nazionale. Cambiò ufficialmente e definitivamente nome in LA7 il 24 giugno 2001, a seguito dell'acquisizione avvenuta il 6 agosto del 2000 da parte di Seat Pagine Gialle, società allora appartenente a Telecom Italia. Tmc iniziò ufficialmente a trasmettere il 5 agosto del 1974, un mese dopo la sentenza della Corte costituzionale italiana che sanciva la legittimità degli impianti di ripetizione dei segnali televisivi esteri. L'emittente nacque da principio come costola in lingua italiana di Télé Monte Carlo, la televisione nazionale del Principato di Monaco che invece trasmetteva e trasmette tutt'oggi in lingua francese, che divenne così una tv bilingue, e fin dal primo anno diffuse i suoi programmi a colori (sistema Secam, poi sostituito dal PAL quando l'emittente passò in mano a Rede Globo), suscitando un immediato interesse nei telespettatori italiani (la RAI iniziò a trasmettere ufficialmente a colori solo a partire dal 1º febbraio 1977). Delle trasmissioni in via sperimentale vi furono già dall'inizio del 1973, e lo scopo per cui era stata inaugurata questa versione in lingua italiana di Tele Monte Carlo francese era quello di rispondere inizialmente alle esigenze della forte comunità italiana presente nel Principato di Monaco. Le trasmissioni iniziarono alle 17.45 con il programma musicale "Un peu d'amour, d'amitié et beaucoup de musique" condotto da Jocelyn, che all'epoca della trasmissione ancora non parlava bene l'italiano, e da sua moglie Sophie. Trasmettendo fuori dai confini italiani - ma con una serie di ripetitori in territorio italiano tale da poter essere ben ricevuta in buona parte della penisola italiana - l'emittente diffondeva i suoi programmi anche in Italia su scala nazionale, infrangendo l'allora vigente monopolio TV diventando così (assieme alle altre due televisioni estere in lingua italiana TV Koper-Capodistria e TSI) la prima vera alternativa alle reti RAI per il pubblico italiano. Telemontecarlo, inoltre, proprio in virtù di essere una tv monegasca poteva realizzare trasmissioni in diretta via etere e su scala nazionale, rispetto ai network privati italiani di scala nazionale, ai quali tale possibilità resterà negata fino al 1991, perché era un monopolio del solo servizio televisivo pubblico. Ebbe tra i suoi primi collaboratori il giornalista sportivo Gianni Brera (che sarà curatore del primo programma sportivo della rete, Puntosport) e Indro Montanelli che fondò nel 1976 il telegiornale della rete chiamato "Il Giornale nuovo", gestito dal quotidiano omonimo milanese, da lui stesso fondato. Il notiziario era condensato in dieci minuti, diviso in due parti. Nella prima, (Notiziario) un annunciatore, Antonio Devia, leggeva le notizie più importanti della giornata (i testi erano scritti dalla redazione del Giornale). Nella seconda (Editoriale) appariva in video Indro Montanelli (o un editorialista principe del quotidiano milanese: Enzo Bettiza, Mario Cervi, Cesare Zappulli), che diceva la propria opinione sul fatto del giorno. Il commento era registrato in tarda mattinata a Milano e poi trasportato a Monaco in automobile. Il telegiornale dal 1977 si sdoppiò in due edizioni serali. Questo notiziario si alternò dal 1977 al 1979 con il programma serale di attualità curato da Luisella Berrino intitolato "Monte Carlo sera", e dal 1980 al 1982 con un breve tg pomeridiano dalla durata di un quarto d'ora circa Monte Carlo news. Nel 1982 con l'acquisto della RAI del 10% del pacchetto azionario dell'emittente, a causa di disguidi, la redazione de "Il Giornale" lascia Telemontecarlo e poco dopo verrà cancellato dal palinsesto anche Monte Carlo news. Rimasero quindi solo due brevi telegiornali, ridotti ad uno solo nel 1985. Dal 1978 al 1980 Telemontecarlo ebbe come direttore dei programmi il conduttore ed autore tv Paolo Limiti, che qui ideò varie trasmissioni tra cui la rubrica di cucina Telemenù condotta da Wilma De Angelis in seguito ribattezzata "Sale, pepe e fantasia" in onda con successo per tutti gli anni ottanta. Nel 1979 approda sul canale monegasco anche Sandra Mondaini con il varietà di prima serata "Stasera mi sento milionaria". Nel 1980 il conduttore televisivo Ettore Andenna fu per un anno direttore dei programmi. In quell'anno andarono in onda sull'emittente monegasca alcuni suoi programmi (realizzati negli studi milanesi di Antenna 3 Lombardia), quali il mattutino "Telemattina" ed il quiz preserale "Scusi, le faccio un assegno?" Tra le trasmissioni, agli inizi degli anni ottanta, segnaliamo il primo gioco delle 20 dove fu vinta una delle prime grosse somme messe in palio in tv - 70.000.000 di lire - ovvero "Il Buggzumcondotto" da Roberto Arnaldi (Robertino di Radio Monte Carlo) che in seguito condusse anche un altro quiz preserale, Gli affari sono affari. Sempre nel 1980 Gianfranco Funari esordiva col suo primo programma tutto suo, il talk-show di seconda serata Torti in faccia registrato nella sede milanese dell'emittente. Gli studi milanesi di Telemontecarlo erano siti in Viale Coni Zugna 50, mentre quelli romani si trovavano fino al 1998 in Piazza della Balduina 49, per poi essere trasferiti nel nuovo polo di Via Novaro. Il 18 marzo 1982 la RAI ne acquisì per sei anni il 10% del pacchetto azionario dalla proprietà franco-monegasca fondatrice dell'emittente per timore che Canale 5 si impossessasse del satellite a disposizione di Telemontecarlo. A partire comunque dalla metà degli anni ottanta la Telemontecarlo italiana (che fino ad allora aveva avuto un discreto seguito in Italia) iniziò mano a mano ad eclissarsi dal panorama televisivo, a causa dall'avvento dei grandi network privati nazionali, prima Canale 5 ed in seguito Italia 1 e Rete 4, a seguito dei quali, la rete monegasca venne relegata alla posizione numero 7 del telecomando, e quindi in una nicchia, dalla quale non seppe più uscire nonostante le diverse gestioni susseguitesi nel corso degli anni abbiano più volte provato a fare affermare l'emittente come terzo polo televisivo italiano. Il 4 agosto 1985 la stazione televisiva fu acquistata al rimanente 90% dai proprietari brasiliani (segnatamente Roberto Irineu Marinho) di Rede Globo che le diedero come logo quello del potente network brasiliano, in conseguenza di ciò, diversi programmi brasiliani furono trasmessi in versione italiana, tra cui le telenovelas. Oltre alle telenovelas furono trasmessi anche alcune miniserie e telefilm di produzione brasiliana. Per i più piccoli in palinsesto c'era il contenitore pomeridiano "L'albero della cuccagna" con gags in studio, giochi e cartoni animati giapponesi. Molto curato in questa fase anche il telegiornale della rete che nel febbraio del 1986 con la direzione di Ricardo Pereira, affiancato da Roberto Quintini, assume il nome di TMC News: primo in Italia a doppia conduzione (alternata fra un giornalista uomo e una giornalista donna) e con riprese (in studio) dinamiche (non statiche): vera novità per l'informazione televisiva italiana di quei tempi. Nel 1990, vedendo i pochi riscontri di pubblico registrati dal canale, Rede Globo iniziò a defilarsi da Telemontecarlo cedendo il 40% della proprietà alla Montedison, guidata all'epoca da Raul Gardini. Nel 1993, la Montedison (nel frattempo passata di mano ad Antonio Ferruzzi) completò l'acquisizione dell'emittente e nominò Emmanuele Milano, già direttore di Rai 1, direttore generale del network. In questo periodo la rete non sembrò possedere una linea editoriale facilmente identificabile, nonostante non mancassero delle vere perle nella programmazione (prevalentemente a carattere sportivo) come i programmi comici "Banane" del 1990 (con Fabio Fazio, Gioele Dix, Paolo Hendel, Maria Amelia Monti, Silvio Orlando, David Riondino) e "Teste di gomma", programma di satira politica che vedeva protagonisti pupazzi di gommapiuma che riproducevano i politici italiani (format di recente ripreso da Sky Uno con il programma "Gli sgommati"). Nel 1992, poté trasmettere parte delle Olimpiadi di Barcellona, accompagnate dal mini cartone belga Zoolimpics. Dal biennio 1992-1993 il palinsesto si arricchì di nuovi programmi come La più bella sei tu e "Tappeto volante" di Luciano Rispoli (accompagnato in qualità di padrona di casa da Melba Ruffo),Verde Fazzuoli di Federico Fazzuoli (risposta di Telemontecarlo alla "Linea Verde" di Rai 1) e presero l'avvio una serie di programmi sperimentali a forte innovazione attivi su target giovanili. Il piatto forte della rete però fu lo sport, dal calcio (il canale poteva trasmettere, in quanto monegasco e membro dell'Eurovisione, le partite degli Europei e dei Mondiali eludendo dunque l'esclusiva delle reti RAI) alle regate di vela dell'America's Cup, passando per lo sci alpino, di cui vengono trasmesse con la telecronaca di Bruno Gattai le gare di Coppa del Mondo e i Campionati Mondiali. Punta di diamante della programmazione sportiva fu Galagoal, la trasmissione calcistica che nel 1990 aveva visto l'esordio, in qualità di conduttrice, di una giovanissima Alba Parietti - - issata su un vertiginoso sgabello - insieme a un altrettanto giovane Massimo Caputi che diventerà telecronista delle partite trasmesse da Telemontecarlo, facendo per anni coppia con l'ex calciatore Giacomo Bulgarelli. Nel 1993 Sandro Curzi, ex direttore del TG3, fu nominato direttore del TMC News. Nel 1994 arrivò dalla RAI anche Corrado Augias, che dà vita a una striscia quotidiana dopo il tg e poi a un settimanale di cultura e attualità in prima serata del titolo "Domino". La scarsa copertura del segnale, un palinsesto debole, poco competitivo e continuamente rimaneggiato (dovuto anche a una linea editoriale non chiara) ed un mercato pubblicitario monopolizzato dalle reti del gruppo Mediaset (allora chiamato Fininvest) furono le spine nel fianco della Telemontecarlo di Montedison, che non riuscì mai a decollare veramente. Il 20 luglio 1995 l'imprenditore Vittorio Cecchi Gori, tramite la sua società Cecchi Gori Communications, dopo aver ottenuto l'assenso delle autorità del Principato di Monaco acquistò la storica emittente nel tentativo di creare, con l'altro network di sua proprietà Videomusic - poi ribattezzato, il 1º giugno del 1996, TMC 2 - un terzo polo televisivo che spezzasse il duopolio RAI-Mediaset. Pochi mesi dopo gli ascolti dell'emittente iniziano a essere rilevati dall'Auditel. Con la direzione di Michele Franceschelli (ex direttore di Rete 4) si cercò di proporre un palinsesto allettante, che potesse rappresentare un'alternativa ai colossi RAI e Mediaset. Luciano Rispoli - con il confermato "Tappeto volante", uno dei pochi grandi successi del network - fu affiancato da Roberta Capua. Nel 1996 l'emittente si aggiudicò i diritti del campionato italiano di calcio di serie A, strappandoli alla RAI, ma non fornì in tempo utile alla Lega Calcio le fideiussioni bancarie a garanzia del pagamento dei diritti. Dopo una serie di diatribe e accordi, alla rete fu concesso di trasmettere, grazie allo scorporo in più pacchetti dei diritti in chiaro, la visione dei gol del campionato dalle 19:00 alle 20:30, in concorrenza però con i telegiornali. Punti di forza della programmazione sportiva del periodo furono "Il processo di Biscardi" del lunedì sera, migrato nel frattempo da TMC 2 alla rete ammiraglia, e "Goleada" (versione aggiornata di "Galagol") di Massimo Caputi (anch'esso in precedenza trasmesso da TMC 2), nella prima edizione affiancato da Martina Colombari, nella seconda da Ela Weber e nella terza dalla calciatrice e allenatrice Carolina Morace. Il 12 febbraio 1997, per la prima volta, una rete privata trasmise in esclusiva una partita di calcio della Nazionale Italiana valida per la qualificazione ai campionati mondiali, Inghilterra-Italia. Nel 1998 il palinsesto fu nuovamente rinnovato e, grazie a questo ennesimo cambiamento di linea editoriale arrivarono l'ex annunciatrice della RAI, Ilaria Moscato (con il contenitore del mattino "Casa, amore e fantasia"), il visagista Diego Dalla Palma (con "Questione di stile"), mentre Alain Elkann fu promosso conduttore di un talk show domenicale, "Il caffè della mattina", che contrapponeva le chiacchiere di un salotto chic a quelle di un bar popolare. Rita Forte fu inaspettatamente trasformata in presentatrice (con "Forte fortissima"). Successivamente Antonio Lubrano accettò il passaggio al canale diventando direttore di TMC News, il telegiornale della rete italo-monegasca, e conducendo la striscia quotidiana di servizio "Candido". Biagio Agnes fu nominato direttore del canale ma oltre a riproporre lo storico programma di medicina "Check up", ribattezzato "Check up-salute" condotto da Annalisa Manduca, non riuscì a risollevare il palinsesto poco competitivo del canale. L'emittente fu affidata a Rita Rusic, all'epoca moglie del proprietario Vittorio Cecchi Gori e produttrice cinematografica di successo. Il 10 marzo 2000 alle 23:10 fu trasmessa la prima puntata del telefilm cult "Sex and the City" con Sarah Jessica Parker, inserito all'interno di un talk-show femminile intitolato "Sesso - parlano le donne" condotto da Anna Pettinelli, che faceva da cornice alla serie. Fino all'estate di quell'anno Telemontecarlo veniva trasmessa facendo partire il segnale dalle due sedi italiane dell'emittente, a Milano e Roma, inviandolo in frequenza di servizio criptata al trasmettitore della sede di Monaco di cui poi la regia monegasca se ne occupava della messa in onda in modo da permettere che si irradiasse il Principato, la Francia meridionale e il territorio nazionale italiano. E inoltre era dalla sede monegasca che venivano trasmessi gli spot pubblicitari, i bumper, i film ed i telefilm. Questo sistema veniva utilizzato per conservare lo status giuridico di televisione estera, quindi di canale monegasco. Dopo tale fatto la rete televisiva venne messa in onda direttamente da Roma (ormai da anni nella sede di Milano non veniva prodotto più nulla) e fino all'ultimo si fece chiamare con la sola sigla TMC e non più Telemontecarlo, perdendo così definitivamente la connotazione di rete monegasca e diventando emittente italiana a tutti gli effetti. La sede di Monaco restò aperta ancora per qualche mese, per via del fatto che la rete doveva trasmettere i campionati di calcio europei di Belgio e Paesi Bassi e le Olimpiadi di Sidney del 2000. Poi terminate queste ultime, la sede di trasmissione monegasca venne definitivamente chiusa. Il 6 agosto del 2000, Cecchi Gori, dopo un mese e mezzo di lunghe trattative seguite al sorgere di difficoltà economiche, cedette TMC e TMC 2 a Seat Pagine Gialle, di Telecom Italia. La nuova proprietà- per rilanciare una volta per tutte il canale- decise che Telemontecarlo, ormai ridotta a un cadavere dopo la perdita del suo riferimento al Principato di Monaco, aveva bisogno di adottare una veste del tutto nuova e in grado di competere con i sei canali nazionali principali (i tre della RAI ed i tre di Mediaset). Il nuovo editore intendeva puntare su un target giovanile per il rilancio della rete e per questo venne nominato direttore Roberto Giovalli, già direttore di Italia 1. L'ultima stagione venne vissuta come un periodo di transizione, dove vennero confermati i palinsesti decisi in precedenza, ma allo stesso tempo si stava lavorando ad un progetto di una nuova tv. In una conferenza stampa, tenuta il 3 maggio 2001 alla presenza dell'amministratore delegato Ernesto Mauri e del direttore di rete Roberto Giovalli, fu comunicato ufficialmente che Telemontecarlo sarebbe diventata LA7, e che la nuova rete sarebbe stata lanciata il 24 giugno. Iniziò ben presto una campagna acquisti per il nuovo corso dell'emittente, e il più importante fu quello di Gad Lerner, ex direttore del TG1, che il 6 giugno fu nominato nuovo direttore di TMC News e con esso gli furono affidate anche le direzioni della redazione sportiva TMC Sport, e della redazione giornalistica di TMC 2. Molto si investì anche nella campagna pubblicitaria con promo televisivi su entrambe le reti, e con cartelloni per le strade che recitavano lo slogan: "LA7 difficile spegnerla". Telemontecarlo, per trasmettere sul territorio italiano, aveva un trasmettitore sul Monte Agel in territorio francese - ma l'impianto godeva della extraterritorialità - rivolto verso l'Italia e che sovrasta il Principato di Monaco (canale UHF 35) e delle emittenti che ne ripetevano il segnale. TMC cessò di esistere il 24 giugno 2001, quando passò sotto la proprietà di Telecom Italia che la trasformò nell'odierna La7, quest'ultima acquisita, nel marzo del 2013, dal gruppo Cairo Communication.

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