SALVINI CONTRO LE BABY GANG. A MALI ESTREMI ESTREMI RIMEDI

09 settembre 2023

di Paola Bonacina

"Conto che in Consiglio dei ministri domani ci sia un provvedimento a proposito di baby gang e delinquenza minorile, che aumenta i controlli e le sanzioni”, dice infatti in un’intervista a Rtl 102,5 il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini. Dopo i fatti di Napoli dove un ragazzo di 17 anni è sotto accusa per avere ucciso a colpi di pistola il musicista 24enne Giovanbattista Cutolo e dove due ragazzine sono state violentate al Parco verde di Caivano, dopo Palermo dove una ragazza è stata violentata da sette giovani tra cui un minorenne, si torna a parlare di baby gang e criminalità giovanile. L'attenzione è tornata sul tema dei giovani che a dispetto dell'età vantano percorsi di vita da criminali "maturi" e il Governo annuncia il pugno duro. Ad annunciare la "tolleranza zero" sono il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e il vicepremier Matteo Salvini. Il primo in un'intervista al Messaggero spiega che "è al lavoro per varare al più presto un pacchetto di misure per garantire più sicurezza nelle nostre città".

Ma cosa c'è nel decreto al vaglio del Consiglio dei ministri? Il rafforzamento dell’obbligo scolastico: fino a 2 anni di carcere ai genitori se il figlio non frequenta la scuola obbligo, il divieto di possedere computer e cellulari, se il minore è ammonito 1000 euro di multa per i genitori, il Daspo urbano e l’avviso orale anche per i 14enni, pericolo per la sicurezza pubblica: il questore, con provvedimento motivato, può ordinare loro di lasciare il territorio del medesimo comune entro un termine non superiore a quarantotto ore, inibendo di farvi ritorno, senza preventiva autorizzazione, per un periodo non inferiore a sei mesi e non superiore a quattro anni. Vittime di reati online possono chiedere oscuramento di siti e social concludendo con i lavori socialmente utili. «Conto che in Consiglio dei ministri domani ci sia un un provvedimento a proposito di baby gang e delinquenza minorile, che aumenta i controlli e le sanzioni. Abbassare l’età per essere imputabili è utile perché il 14enne che gira con un coltello o con una pistola, è capace di intendere e volere e se sbaglia, se uccide, se rapina, se spaccia deve pagare come paga un 50enne».  C'è anche chi non è d'accordo «Abbassare l'età imputabile non serve. Già oggi il minorenne che ha meno di 14 anni e commette reato può essere convocato davanti a un giudice. Inoltre, ove ne ricorrano le condizioni, può essere destinatario di interventi di sostegno che includano anche la sua famiglia. Nei casi più gravi anche il minore di 14 anni può essere destinatario di misure di sicurezza basate sulla sua pericolosità sociale», ha osservato l’Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza Carla Garlatti «non si può avere soltanto un approccio di tipo repressivo: il ragazzo che sbaglia va certamente punito, ma questo non basta. È necessario in primo luogo investire nella prevenzione, rafforzando gli interventi educativi - in particolare nelle zone a maggior criticità - valorizzando il lavoro di rete tra scuole, autorità giudiziaria e servizi del territorio, creando percorsi di presa in carico che supportino l'intero nucleo familiare. Questo sempre che il contesto familiare non risulti dannoso per lo sviluppo e il futuro del ragazzo: infatti è chiaro che quando l'ambiente è permeato da una cultura dell'illegalità, come avviene nelle famiglie che appartengono alla criminalità organizzata, l'unico modo per sottrarlo a un destino già segnato e per mostrargli che può esistere un altro tipo di vita, è quello di è allontanarlo».

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