IA - DIPENDENTI PUBBLICI A RISCHIO
02 giugno 2024
di Paola Bonacina
Foto di: https://pixabay.com/it/illustrations/intelligenza-artificiale-cervello-6921404/
Video di: https://europa.regione.campania.it
Con lo sviluppo delle tecnologie di intelligenza artificiale ben 218mila dipendenti pubblici potrebbero perdere il proprio posto di lavoro. È quanto emerge dalla nuova ricerca presentata da Fpa nel giorno di avvio di Forum Pa 2024 al Palazzo dei Congressi di Roma che ha provato a fare alcune previsioni riguardo alle implicazioni dell'AI nella pubblica amministrazione con dati alla mano.
In particolare, il 57% dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici italiani è altamente “esposto” rispetto allo svolgimento della propria attività, ovvero sarà interessato da una forte interazione tra le mansioni svolte e quelle che gli algoritmi sono in grado di svolgere. Questa interazione potrà tradursi in un arricchimento delle attività, oppure in una vera e propria sostituzione dei lavoratori. Le professioni ad alta specializzazione come i ruoli direttivi, i dirigenti e i professionisti - si legge nella ricerca - hanno un forte potenziale di collaborazione, mentre quelle poco specializzate e routinarie sono vulnerabili alla sostituzione, suggerendo la necessità di una riconsiderazione dei ruoli e di una riqualificazione per mitigarne gli effetti.
Nonostante i numeri della ricerca siano a tutti gli effetti allarmanti, le parole del presidente di Fpa Carlo Mochi Sismondi aprono le porte a nuove soluzioni e a scenari ben più concreti e rassicuranti: “Per fronteggiare l'avvento dell'intelligenza artificiale, serve una revisione dei processi di formazione, orientata allo sviluppo di competenze come creatività, adattabilità, pensiero critico e laterale e soft skill”. Andrea Rangone, presidente di Digital360 aggiunge:“L’adozione dell’AI è un processo inarrestabile e una sfida tecnologica che riguarda tutti, imprese, cittadini e anche la PA, dove il ricorso ad algoritmi intelligenti può rivelarsi una potente leva di innovazione, in grado di ripensare l’organizzazione del lavoro, come la gestione e l’erogazione dei servizi. La capacità di governo dei processi di innovazione sarà fondamentale nella gestione di questo paradigma che, se sostenuto da competenze adeguate, può essere un elemento di discontinuità per tutte le amministrazioni”.
Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica amministrazione sottolinea: “Dobbiamo vivere quest’epoca di cambiamento non con lo spettro e la paura di perdere posti di lavoro ma con l’obiettivo di rendere l’innovazione tecnologica compatibile con i nostri piani di sviluppo. La digitalizzazione, l’intelligenza artificiale, determineranno profonde modifiche nel nostro modo di lavorare, ci sono lavori che muoiono ma nuovi che nascono. Dobbiamo essere pronti a una rapidità diversa rispetto a quella a cui siamo abituati.”
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