Paura a Malpensa, Terminal 1 teatro dell’assurdo
21 agosto 2025
Sembrava una mattina come tante, di quelle in cui la folla di passeggeri si mescola al ronzio costante dei trolley e al profumo di caffè troppo caro. Poi, all’improvviso, il Terminal 1 di Malpensa ha cambiato pelle: da salone di partenze a palcoscenico dell’imprevisto, con tanto di fiamme, martello e sgomento generale.
Era poco prima delle undici quando un ventottenne originario del Mali, in preda a un’agitazione feroce, ha appiccato il fuoco a un cestino della spazzatura. Un gesto apparentemente minuscolo – un fiammifero, una scintilla – che però nel cuore di un aeroporto diventa subito minaccia. Le fiamme si sono levate alte vicino al gate 13, mentre la folla, per un istante sospesa tra incredulità e terrore, ha sentito rumori che parevano spari. È bastato questo per accendere l’eco delle chiamate al numero di emergenza e scatenare il panico.
Non contento, l’uomo ha imbracciato un martello e ha iniziato a colpire i monitor dei check-in, come se volesse rompere non soltanto il vetro, ma l’idea stessa di partenza, di ordine, di quotidianità. Un gesto che sa di metafora e follia insieme.
La scena non è durata molto: gli addetti alla sicurezza di Sea lo hanno fermato, la Polaria lo ha arrestato. Nel frattempo i vigili del fuoco hanno domato le fiamme ed evacuato l’area, trasformando il flusso ordinato dei viaggiatori in un esodo improvvisato, valigie e bambini stretti per mano.
Poi tutto è tornato a scorrere, come se nulla fosse accaduto. I tabelloni hanno ripreso a lampeggiare, i gate a imbarcare. Ma nell’aria è rimasto il retrogusto di un brivido: la fragilità del nostro ordine quotidiano, sempre in bilico sull’imprevisto.
L’uomo, che fino ad ora non aveva mai avuto problemi con la giustizia e godeva di protezione sussidiaria, oggi sarà processato per direttissima con l’accusa di danneggiamento aggravato.
E i passeggeri, dopo un’ora di attesa e sgomento, hanno ripreso il volo. Verso vacanze, affari, ritorni. Con una storia in più da raccontare: quella mattina in cui Malpensa, per un attimo, si trasformò in un racconto surreale.
di Giorgia Pellegrini
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