1987-2019: Il Palermo che muore e che risorge9/8/2019

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1987-2019: Il Palermo che muore e che risorge9/8/2019

di Giovanni Curatola

Palmi, Biancavilla, Roccella Jonica, Giugliano, Troina, S.Tommaso Avellinese. Località che, per la loro  modesta dimensione, risultano sconosciute sia alle mappe geografiche entro una certa scala, che al calcio che conta. Da queste, e da altre 10 località non dissimili, ripartirà il Palermo dopo le vicissitudini estive che dai possibili play-off per la Serie A l’hanno scaraventata in quarta serie (Serie D) attraverso un’obbligata rifondazione societaria.

Eppure, la fame di calcio in città c’è ancora. Anzi, il tangibile gradimento popolare per le tante, nuove iniziative dell’altrettanto nuova proprietà, ne registra pure una considerevole crescita. A dispetto della categoria, nella maggioranza del popolo rosanero sta in questi giorni tornando a serpeggiare una passione dimenticata, un attaccamento e un interesse che pure in qualche recente campionato di Serie B pareva sopito. Il nuovo corso rosanero, avviato da una proprietà con mezzi finanziari inferiori di quelli di Zamparini (o meglio, del primo Zamparini) ma proprietà finalmente tutta locale e finalmente composta non da businessman o contabili di mercato ma da manager tifosi veraci e con la sciarpa al collo, ha ridato ai palermitani un senso nuovo di libertà e pulizia. Poveri ma belli, insomma, per guardare con trasporto ed ottimismo al futuro. Sebbene questo, almeno nell’immediato, abbia i nomi delle località sopracitate ed altre di tal genere.

Alla mente, per chi come chi scrive l’età anagrafica gli consentiva di essere tifoso già allora, torna il campionato di C2 1987-88. Anche allora era quarta categoria (la C era scissa in C1 e, appunto, C2). Anche allora era l’anno zero con una società nuova di zecca. Anche allora il Palermo rinacque con l’unico obiettivo di tornare nel più breve tempo possibile almeno in Serie B. Quella C2 i rosa la vinsero senza grossi patemi. Il girone era a 18 squadre e interamente composto da squadre siciliane, calabresi e campane (più 2 laziali, oggi assenti), esattamente come quello di Serie D attuale. Le promozioni però allora erano 2, e la vittoria valeva ancora 2 punti. Anche allora per i tifosi, ovviamente, si trattava perlopiù di avversari e località semi-sconosciute, che a raggiungerle in macchina senza navigatori e cellulari quasi ti perdevi: Camerino S.Rufo, Cisterna di Latina, Afragola, Ercolano… Eccezion fatta per 3 pareggi contro Vigor Lamezia, Siracusa ed Ercolanese, quel Palermo in casa mise in riga tutti, sfornando anche 2, 3 4 reti a partita. Lontano dalla “Favorita” (allora si chiamava così) ci lasciò le penne solo nelle 2 trasferte calabresi, nel derby di Giarre e a Latina. Per il resto, solo successi o più o meno comodi pareggi. Di quella stagione, segnata dal tridente d’attacco D’Este-Casale-Nuccio, restano i flash delle indimenticabili amichevoli contro l’Atl.Mineiro (esordio del nuovo Palermo davanti ad oltre 40.000 anime) e l’Ajax (strapazzato 4-0 contro ogni logica aspettativa), del gol-vittoria di Nuccio in rovesciata sotto la pioggia al 90’ di Palermo-Juve Stabia, della batosta (sul campo) e le sassate (fuori) di Crotone, delle autentiche battaglie vinte davanti a 20.000 spettatori contro Cavese, Sorrento e Kroton, infine dello spogliatoio e dello stadio diviso in due già a metà campionato: il primo tenuto egualmente unito dal blasone di mister Caramanno, il secondo causa i lavori in vista di Italia ’90 che imposero già a fine dicembre la chiusura della Curva Nord e la demolizione della Gradinata (oggi Tribuna Montepellegrino).

Adesso, 32 anni dopo, si ricomincia. Sulla carta, che però specie a questi livelli lascia il tempo che trova, delle 17 squadre che terranno compagnia al Palermo nel girone I di sconosciuta Serie D, potrebbero impensierirlo in 4: il Messina (altra nobile decaduta), il neopromosso Corigliano e le 2 campane Giugliano e Savoia, veterane di questa categoria. Il tempo stringe (inizio campionato 1° settembre), ma lo staff tecnico rosanero sta mettendo su in questi giorni una rosa altamente competitiva, pescando in questa stessa D e nella categoria superiore. Molti si, pochissimi i dinieghi. La sfida è avvincente, e contrariamente al recente passato adesso indossare la maglia rosanero è una prospettiva tornata in auge.

I derby saranno 8: oltre a quello “storico” col Messina già citato, torneranno quelli con Licata e Marsala (i cui tifosi hanno uno splendido feeling con quelli rosa), quello con l’Acireale (rapporti assai meno idilliaci) e quelli assolutamente inediti contro Biancavilla, Troina, la seconda squadra di Messina e Marina di Ragusa. Egualmente inedite saranno le sfide con tutte e 5 le squadre calabresi (Castrovillari, Cittanovese, Corigliano, Palmese e Roccella) e quelle con la campane Giugliano e S.Tommaso Avellinese. Delle altre 2 campane, il Savoia è una vecchia conoscenza dei tempi bui della C (anche lì rapporti bruttini tra opposti fans), mentre il Nola è l’unica squadra superstite di quel campionato di C2 di 32 anni fa sopra ricordato.

Il dato è tratto. A giorni i calendari, poi breve ritiro sui vicini monti delle Madonie, quindi spazio al dio pallone. Ancora una volta in bocca al lupo, caro vecchio Palermo! In D come in A. Come dicono gli ultras, la categoria non conta. Conta il cuore. Ti ho visto tante volte salire in alto e poi rotolare all’inferno, infiammare l’intera città e poi uscire scortato a fine gara tra la rabbia popolare, passare anni anonimi in uno stadio semivuoto e poi portare 41.000 tuoi seguaci a Roma, perdere a Giarre e Battipaglia e poi battere 3 anni di fila la Juve in casa sua, passare dai polverosi campi della C all’ultra-tecnologico impianto dello Schalke 04, dalla Coppa Italia di C alla Coppa Uefa, da Fermo e Casarano a Londra e Barcellona. E ritorno. Per te che, fra più o meno costanti alti e bassi vinci, perdi, ecciti, deprimi, passi di mano, muori, risorgi, non potevano esserci colori più appropriati di quelli che difatti hai: il rosa e il nero, il dolce e l’amaro. Buona strada, vecchio mio… La percorreremo ancora una volta assieme. Ah, non che cambi nulla ma giusto per curiosità: mi ricordi in quale serie giochiamo quest’anno?

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