Franco Mendolia, un eroe silenzioso

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Franco Mendolia, un eroe silenzioso

di Santino Smedili

Ci sono persone che conosciamo. Anzi, che pensiamo di conoscere. Ma di loro sappiamo ben poco. Spesso per il loro carattere riservato ci sono particolari che non vengono mai alla luce. Franco Mendolia è morto da qualche anno. Era un militare, e indossava la divisa della Guardia di Finanza. Si era arruolato giovanissimo, come tanti altri suoi colleghi che lo ricordano con affetto. Proprio da uno di questi, residente a Milazzo, è stata rivelata a www.ilgiornaledelricordo.it una verità che nessuno conosce. Una storia che risale al 1963, in inverno. Avvenne a Gaeta, dove Franco frequentava il corso come allievo finanziere. Nel porto c’erano dei ragazzini intenti a giocare, nonostante il tempo fosse inclemente e l’inverno particolarmente rigido. Anche il mare era agitato, e l’oscurità stava per prendere il sopravvento sulle tenui luci delle strade. Ma in anni in cui non c’erano tutte le comodità di oggi il freddo spesso si combatteva rincorrendosi, giocando, scherzando…Purtroppo uno dei ragazzini cadde in mare, e stava per scomparire tra le onde! Il terrore paralizzò gli altri, che non sarebbero stati mai in grado di dare aiuto al povero sventurato che gridava e annaspava cercando di tenersi a galla. Non c’era un solo istante da perdere: quel giovane allievo finanziere, in libera uscita, si tuffò immediatamente nelle acque gelide, mentre il suo collega, quello che ci ha raccontato la storia, saliva su una barca ormeggiata, allentando le cime, e dandosi da fare per stargli vicino e aiutarlo in quella che appariva una difficile operazione di salvataggio. Questione di attimi, sembrati subito interminabili per i due giovani finanzieri che all’epoca avevano meno di venti anni! Coraggio, determinazione, sangue freddo, sprezzo del pericolo…queste sarebbero state le motivazioni che, in caso di un elogio, avrebbero riempito le attestazioni del Comando…ma non fu così. Franco riuscì a stringere a sé il ragazzino e a evitare che andasse a fondo, porgendolo al collega che, dalla barca, lo issava a bordo. Una volta sul molo, entrambi provvidero ad accompagnarlo a casa, mentre gli altri bambini si erano già dileguati dopo avere assistito al salvataggio. Abitava in uno dei quartieri più poveri della città, e la famiglia rimase sbigottita vedendo i due militari che raccomandavano alla madre di asciugarlo per evitargli un malanno. La donna pronunciò un semplice grazie, quando le fu detto che il figlio era caduto in acqua. Che altro avrebbe potuto fare? Dare una coperta ai fi-nanzieri, inzuppati fradici? Farli entrare per mettersi accanto ad un braciere per asciugarsi? Forse l’emozione le impedì di dire qualcosa in più oltre a quel semplice “grazie”. Ma ad entrambi bastò, e quella fu la loro ricompensa…Tornati in caserma, non si fecero notare dall’Ufficiale di servizio: volevano evitare di dare ulteriori spiegazioni e la punizione per non avere saputo mantenere nelle migliori condizioni la divisa che si indossava! Franco tenne per sé il segreto, per tantissimi anni, e se l’è portato nell’ultimo viaggio! Oggi il suo collega ha ritenuto giusto farlo conoscere. Non vuole tradire quel finanziere che in un freddo giorno di inverno si tuffò nelle acque gelide del porto di Gaeta per salvare un ragazzino che rischiava di annegare. E da questo suo racconto spera che qualcuno renda merito a Franco Mendolia, di Tonnarella, motorista navale della Guardia di Finanza, in servizio anche a Milazzo, a bordo della motovedetta Pizzichella. E qui a Milazzo in tanti lo hanno conosciuto e stimato, per il suo carattere, la sua generosità, la serietà che lo avevano sempre contraddistinto. Un eroe silenzioso, di quelli di cui ha bisogno il nostro Paese per potere crescere, e dai quali prendere esempio.

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