Vado a vivere da solo
23 agosto 2016
di Luca Figlioli
Ricordo: la mia prima settimana da solo. Abiti spaiati, lavatrici silenti e babeliche torri di piatti sporchi. E’ il paesaggio domestico che fa da cornice alle mie prime settimane di un giovane uomo in una nuova citta?. Bastare a se? stessi e rispondere di se? stessi, senza spiegazioni ne? scuse. Questi alcuni frammenti dei miei primi giorni di vita fuori dal nido: poi non molto diversi da come vengono vissute le prime - ma intensissime - vacanze senza genitori, da adolescenti. Un tardivo ma appagante senso di liberta? - sono andato a vivere fuori casa alla non piu? tenera eta? di 29 anni - impreziosito da un piu? che latente senso di caos. Sì, percheé i figli unici di genitori separati sono una razza complessa, che tarda a uscire dal tepore delle mura domestiche. E non ha poi tutta questa urgenza di lanciarsi di petto nel fiume del mondo adulto. Anche se non piu? ragazzo, il non dover rifare il letto, o non dover dare notizia del proprio rientro serale, costituiscono piccoli ma preziosi istanti di ebbrezza. Flashback: suonare la chitarra senza orari, lenzuola sempre piu? raramente stirate, cibo cinese da asporto. Dvd noleggiati, visti per meta? e poi penosamente dimenticati. E poi ricordo disordine, disordine a perdita d’occhio: giornali, biancheria e spartiti musicali affastellati in ogni angolo delle stanze, come uno sgangherato vessillo dell’appena guadagnata indipendenza. Ma ci sono premure, attenzioni, che anche il single piu? attento e rigoroso mai potra? sostituire: la pulizia meticolosa, la cura amorevole nel riporre le cose, l’attenta pianificazione domestica che solo il genitore affettuoso ed esperto puo? governare, senza improvvisazioni.E prima o poi si finisce per riportare su di se? le stesse attenzioni, le stesse premure che dopo un po’ - ma solo un po’ - finiscono per mancarci. Andare a vivere da solo alla soglia dei trent’anni e? in un certo sento cercare e ritrovare il bandolo dei primi - rari e dolorosamente conquistati - momenti di solitudine da ragazzo. E’ una sensazione che ha familiarita? con le gite scolastiche, e? restituire a se stessi il brividino di quando, a sedici anni, i genitori partivano per le vacanze e ti lasciavano casa da solo per ben sette giorni. Ecco, andare a vivere da solo a trent’anni e? esattamente seguire il percorso di quelle sensazioni: solo di seconda mano. L’ emozione della seconda volta, diciamo. La piena autonomia economica...no, quella arrivera? solo piu? tardi.
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News » RIFLESSIONI DI VITA | martedì 23 agosto 2016
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