Onde alfa, il ritmo segreto della mente
12 novembre 2025
C’è una nuova tendenza che attraversa silenziosamente biblioteche, aule universitarie e stanze di studenti di tutto il mondo: le onde alfa. Non si tratta di un metodo di studio miracoloso, ma di un vero e proprio “stato cerebrale”, che secondo la scienza favorisce concentrazione, memoria e creatività. Sempre più giovani si affidano a playlist su YouTube o Spotify dedicate alle onde alfa per “studiare meglio e ricordare di più” e la curiosità intorno a questo fenomeno cresce di giorno in giorno.
Cosa sono le onde alfa
Il nostro cervello non è mai silenzioso. Anche quando crediamo di essere immobili davanti a un libro, miliardi di neuroni comunicano tra loro attraverso impulsi elettrici, generando onde cerebrali.
Le onde alfa, in particolare, oscillano tra 8 e 12 Hertz, una frequenza intermedia tra la calma delle onde theta (associate al sonno e alla meditazione profonda) e la vivacità delle onde beta (legate all’attenzione e all’attività mentale intensa).
Questo ritmo cerebrale è tipico di uno stato di “rilassata vigilanza”: siamo tranquilli ma non addormentati, concentrati ma non sotto pressione. È la condizione perfetta per apprendere, memorizzare e creare.
Una scoperta che risale a quasi un secolo fa
Le onde alfa furono scoperte nel 1924 dal neuropsichiatra tedesco Hans Berger – lo stesso scienziato che inventò l’elettroencefalogramma (EEG) –. Durante i suoi esperimenti, Berger notò un particolare tipo di oscillazione elettrica che compariva quando i soggetti avevano gli occhi chiusi e si trovavano in uno stato di calma e chiamò questa attività “ritmo alfa”.
All’inizio, la comunità scientifica accolse la scoperta con scetticismo, ma presto le onde alfa si rivelarono fondamentali per comprendere come la mente passa da uno stato di stress a uno di quiete e come questo influenzi l’apprendimento e la salute mentale. Quindi iniziarono a essere studiate sempre di più e in seguito gli esperti scoprirono che favorire la produzione di onde alfa permette di migliorare alcune capacità cognitive.
I benefici delle onde alfa
Negli anni, numerosi studi hanno dimostrato che aumentare la presenza delle onde alfa nel cervello può dare benefici sorprendenti. Innanzitutto questo particolare tipo di frequenza migliora la memoria a lungo termine, grazie a una maggiore integrazione delle informazioni apprese. Poi le onde alfa aiutano a ridurre stress e ansia, perché favoriscono il rilascio di due neurotrasmettitori (spesso conosciuti come “ormoni della felicità”): serotonina e dopamina. Infine è ottimo ascoltarle mentre si studia o si lavora per lunghi periodi, perché permettono una maggiore concentrazione e focus sostenuto.
Il trend tra gli studenti: studiare “in 10 Hertz”
Negli ultimi anni, il fenomeno delle onde alfa è diventato un vero e proprio trend a livello globale. Su piattaforme come Spotify e YouTube, milioni di studenti cercano playlist con titoli come “Onde alfa per concentrarsi al massimo” o “Frequenze per potenziare il cervello”. La promessa è semplice, ma interessante: ascoltare suoni che aiutano il cervello a “sincronizzarsi” con il ritmo alfa, migliorando così la capacità di concentrazione e la memorizzazione delle informazioni.
Sebbene la scienza non abbia ancora trovato un consenso definitivo sull’efficacia di queste tracce “binaurali”, molti studenti riferiscono di riuscire effettivamente a studiare per ore senza distrazioni, entrando in una sorta di “stato mentale”, dove il cervello è calmo, ma estremamente ricettivo.
Quando il cervello trova il suo ritmo
Le onde alfa non sono solo un fenomeno scientifico o una moda passeggera: sono un ponte tra corpo e mente. Perciò forse il segreto per “studiare meglio e ricordare di più” non è nascosto in un algoritmo o in un’intelligenza artificiale, ma in un naturale ritmo del nostro cervello. E mentre milioni di studenti con le cuffie alle orecchie si immergono nelle vibrazioni di queste frequenze, una cosa è certa: il futuro della concentrazione batte a 10 Hertz.
di Alessia Folli
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