Giulio Bari sogna "Aspettando Wimbledon"
19 maggio 2016
di Roberto Dall'Acqua
La dicitura "Assenza di segnale" compare sul televisore mentre Giulio Bari sta assistendo alla finale del torneo di Wimbledon 2014 tra Djokovic e Federer. Sono trascorsi 34 anni da quando John McEnroe, fantastico ed estroso tennista americano, vince "The Championship" - il modo familiare di con cui è chiamato l'avvenimento sportivo sull'erba - con una racchetta di legno. Nella casa allora, forse complice la calura pomeridiana e il perenne oscillometro dei ricordi sempre in movimento, si accende una magia. Dalla mensola si animano le racchette di legno che il tennista palermitano usava per le sue partite. Una indimenticabile Maxima De Luxe - elogiata dalla pubblicità del tempo con lo slogan "un tennista gioca Maxima" - con "il profumo del budello" delle corde e con la levigata impugnatura di cuoio prende vita. Assieme a lei, un'altra compagna di tante sfide tennistiche: una graffiante Wilson modello Jack Kramer le cui vendite toccarono i 10 milioni. Giulio Bari con "Aspettando Wimbledon" - edito dalla Zacco pittogrAphiae edizioni con la prefazione di Vittorio Di Simone e le illustrazioni di Ornella Greco - è un altro capitolo dell'autore siciliano sull'amore che nutre per il tennis. Sentimento già esplicitato in "Professore, di lei è 'sta racchetta?", il precedente lavoro ispirato dall'insegnamento ai bambini di Alia. In "Aspettando Wimbledon" compare la figlia, Paola, dell'autore sospeso tra i ricordi di una vita tennistica ponderosa - Bari raggiunse la categoria A al tempi dei tre moschettieri azzurri Barazzutti, Panatta, Zugarelli e affrontò tennisti di fama internazionale come l'australiano McNamara e l'allora cecoslovacco Smid - e la fantasia che si slega. Quando, per calpestare l'erba di Wimbledon, dovevi essere vestito solamente di bianco mentre il tennis moderno prendeva vita all'All England Croquet Club sulle ceneri della pallacorda e dello sphairistikè. Giulio Bari racconta, con una scrittura onirica e accattivante, una favola. Una fiaba - che si narra, in particolar modo, ai bambini per educarli al tennis - adatta per tutti coloro che, ancora oggi, sanno chiudere gli occhi e fantasticare "Aspettando Wimbledon" inseguendo una pallina di tennis".
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News » LETTERATURA E LIBRI di Pina D'Alatri | giovedì 19 maggio 2016
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