FRANCESCO COSENTINO - “NON È QUEL CHE CREDI”

14 febbraio 2020

di Francesca Minervini


Ho letto il libro di Don Francesco Cosentino in uno dei quei periodi che assomigliano tanto a quei banchi di sabbia non molto lontano dalla riva, che ho visto in quei mattini estivi, quando, molto presto, me ne stavo a guardare il mare chiaro, con la sua foschia. Sembrava un miscuglio di colori tenui,  sopra alla tavolozza pasticciata di un pittore stanco... e tutto intorno era deserto e calma piatta... 

Insomma, uno di quei periodi quando i pensieri ci sono, ma s'inceppa qulcosa e la penna non riesce a fare la giusta traduzione. Allora, ti fermi, perché capisci che cerchi qualcosa che non sai trovare e hai bisogno di tempo per riflettere con calma, di stare con... 
Aspetti che qualcosa cambi dentro di te. O magari, qualcosa fuori potrá rivelarsi utile per farti ripartire...Così, cammini, giri, ti guardi intorno e ... 
Io finisco sempre davanti a un libro, in questi casi!
È un enorme piacere , per me, incontrare un nuovo libro, me ne lascio sorprendere, quasi accarezzare...
"Non è quel che credi", di Don Francesco Cosentino, è stato la mia rivelazione di quel momento! Uno di quei libri che è necessario  meditare  più a lungo per comprendere appieno la misura di ciò che intendono descrivere!
Potrei definirlo come un ritratto eseguito dalla mano di un artista che, pur rapito da quell'antica bellezza,  che tanti, invaghendosene, hanno provato a dipingere, la lascia intatta, la ammira , la ama, la ritrae... Ma non la deturpa, anzi, le rende giustizia!
 
Mi piace proporre la lettura di un autore che esprime il desiderio prepotente di uscire da schemi preconcetti, forse troppo a lungo stereotipati e , per questo, ormai stantii. Tali da essere come aule asfittiche i cui confini si lasciano scomporre in forme di ideologia sterile, senza più Spirito e vitalità.
E vuole farlo, Don Francesco Cosentino, proprio attraverso quelle esperienze di vita comune che, ad un certo punto, sembrano arenarsi.
"La condurrò nel deserto e lì parlerò al suo cuore"
Don Francesco Cosentino, sembra partire da queste parole in Osea 2, per restituire al lettore, credente e non, un'immagine più autentica di Dio.
Scardina, attraverso un complesso sistema di domande che s'impongono con insistenza al lettore, tutto l' insieme di concetti e preconcetti che si è insediato e stratificato nel lungo corso del tempo, intrecciandosi al libero esperire di ognuno. Immagini  riflesse e distorte di Dio, che incombono sull'uomo, come un Giustiziere ultimo e punitivo. Rese tali dall'umana condizione, reclusa e schiava di paure arcane. L'uomo, dunque, inscatolato nei rigidi cilindri di ideologie senza Spirito e infecondi dogmatismi, perde la dimensione dialogante col vero Dio e si condanna alla triste condizione dell'esistere senza più vigore spirituale. Presagio che destina l'anima alla fatalità.
 
"Non è quel che credi" sembra risuonare come tromba proprio nel qui e ora di ciascuno. Come slancio verso orizzonti inattesi, che squarciano la coltre d'odio ottuso di un colore cupo che avvolge questo tempo. Messaggio di speranza che spalanca finestre al cielo. Eco del messaggio evangelico che Papa Francesco, con coraggioso impegno ed entusiasmo, continua a proclamare alle derive del nostro quotidiano esistere, per restituire voce e il vero Volto al Re della vita! 
"Non è quel che credi", un libro che interroga.


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News » LETTERATURA E LIBRI di Pina D'Alatri - Sede: Nazionale | venerdì 14 febbraio 2020