IL PESCE SCORPIONE ARRIVA IN ITALIA
12 aprile 2017
di Carolina Polo
Originario del Mar Rosso e dell'Oceano Indiano, il pesce scorpione è arrivato anche in Italia. Lo studio è stato compiuto da Ispra, Cnr e dalla American University of Beirut nella riserva Naturale Orientata Oasi Faumistica di Vendicari, in Sicilia, dopo alcuni avvistamenti di naturalisti. Questo pesce si presenta come molto vistoso e appariscente; con lunghi aculei su tutto il corpo, dalle tinte che sfumano dal rosso al bianco. Come capita sempre per le specie invasive, anche il pesce scorpione si suppone sia stato importato illegalmente in terre non autoctone. In particolare la sua diffusione nell'Occidente ha origine dalla Florida quando, introdotto alla fine degli anni '90 nei suoi mari, si è riprodotto nel Mar dei Caraibi e nell'Oceano Atlantico. Poco tempo ha impiegato quindi, per raggiungere lo stretto di Gibilterra e, di conseguenza, tutte le coste mediterranee. Le specie straniere, come è accaduto per il pesce siluro nel fiume Ticino, lo scoiattolo in tutta la penisola, le nutrie nella bassa padana, anche il pesce scorpione ha una capacità di sopravvivenza maggiore rispetto alle specie indigene, è quindi a rischio una lotta per la sopravvivenza delle specie minori italiane e del Medirerraneo; se la proliferazione di questo esemplare dovesse trovare terreno fertile come è accaduto nell'Atlantico. Inoltre, è particolarmente pericolosa per la salute umana poiché possiede spine velenose, molto lunghe e sottili, in corrispondenza delle pinne dorsale, anale e pelviche. Il veleno si mantiene attivo dalle 24 alle 48 ore dopo la morte del pesce, per cui la pericolosità della specie resta elevata anche su esemplari morti da diverse ore, quindi riscontrabili anche sul mercato. La puntura del pesce scorpione crea un dolore forte e persistente, spesso associato a sintomi sistemici come nausea, vomito, febbre, convulsioni, difficoltà respiratoria e diarrea. Nei casi più gravi, la parte colpita può andare incontro a necrosi locale e a una perdita della sensibilità che può durare anche per molti giorni. Il primo intervento da attuare dopo una puntura è rimuovere eventuali spine, disinfettare e immergere quanto prima la parte colpita in acqua molto calda. Il calore rompe la struttura proteica della tossina riducendo il dolore. Dopo il ritrovamento di questa specie in Tunisia, l’Ispra, nell’ottobre 2016, aveva già lanciato un’allerta riguardo al possibile arrivo del pesce scorpione nel nostro Paese. Considerata la potenziale invasività e pericolosità della specie, chiunque abbia catturato o avvistato un pesce scorpione è invitato a fare una foto e segnalare l’osservazione all’indirizzo: alien@isprambiente.it. E’ disponibile anche un gruppo Facebook chiamato ‘Oddfish’ sul quale condividere osservazioni di specie esotiche con utenti del mare e ricercatori.
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