IGNORATE LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE: APPROVATO IL "DDL PARCHI"
11 novembre 2016
di Carolina Polo
É stato approvato in Senato, ieri, 10 novembre, il ddl Parchi che legifera in materia ambientale. Definito come riordino della legge quadro 394/91, con 154 sì, viene autorizzato l'uso delle aree protette italiane dal punto di vista economico. "Dare più spazio alla professionalità e alle esigenze odierne", è così che il ministro Galletti definisce un chiaro incentivo allo sfruttamento delle aree ecologicamente da salvaguardare. Le associazioni ambientaliste spiegano che la gestione dei parchi è così lasciata nell'incertezza. Numerosi sono gli accorpamenti, e di conseguenza, le automatiche semplificazioni che lasciano facilmente pensare ad una minore attenzione alla salvaguardia. Le aree marine protette ad esempio, verranno gestite da consorzi indipendenti tra loro; saranno quindi disponibili meno risorse (il ddl stesso non prevede fondi aggiuntivi), meno attenzione alla biodiversità e un futuro non così certo come veniva assicurato. Ancor più grave, critica il WWF, non saranno presenti, in commissione di parco, comitati scientifici, partecipazione dei cittadini, ma, al contrario, portatori di interessi specifici. É prevista una "gestione faunistica"; sostanzialmente una regolazione antropica delle quantità di animali presenti nei parchi: un via libera alla caccia, legalizzato. Basti solo pensare che sono ancora permesse le esercitazioni militari, sia nei parchi sia nei siti Natura2000. Questi ultimi sono reti di parchi con speciale regolamentazione, promossi dall'Unione Europea. Salvaguardati per uniche ed eccezionali caratteristiche faunistiche e floreali, in ottica di uno sviluppo sostenibile. La valorizzazione delle aree parco, in Italia, è sempre stata molto fallace; così come le bellezze storico-artistiche, vittime silenziose delle misteriose mancanze di fondi. In Italia la suddivisione che riguarda i parchi e le aree protette è molto caotica. Essa non corrisponde alla classifica internazionale, definita dall'IUCN (Unione Europea per la Conservazione della Natura). I parchi italiani inoltre, non hanno concretamente politiche rivolte al turismo. In Inghilterra e in Francia, per esempio, la salvaguardia delle aree protette è molto pubblicizzata, oltre che essere gestita con competenza. Visitare queste due Nazioni senza i loro parchi è nota imprescindibile. Fattore che un turista, in Italia, invece, non è invogliato a fare e, della cui esistenza, non viene, quasi sempre, del tutto messo a conoscenza.
Associazioni che hanno mosso osservazioni, ma ignorate: Ambiente e Lavoro, Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, Club Alpino Italiano, Centro Turistico Studentesco, Ente Nazionale Protezione Animali, FAI – Fondo Ambiente Italiano, Greenpeace Italia, Gruppo di Intervento Giuridico, Italia Nostra, LAV – Lega Antivivisezione, Legambiente, Lipu, Marevivo, Mountain Wilderness, Pro Natura, SIGEA, WWF Italia.
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