CHI SEI FABRIZIO?
21 ottobre 2016
di Katia Ester Marino
Ribelle eroico o presuntuoso impunito: quale la verità? Re del gossip, sempre alla ribalta, una vita spericolata, folle, trasgressiva, una parabola di successi e cadute ed ora, di nuovo nei guai! Scarcerato nel 2015 per essere affidato ai servizi sociali è stato nuovamente indagato per evasione fiscale, ma chi è veramente Fabrizio Corona? Certo è che qualsiasi cosa faccia, nel bene o nel male riesce sempre ad accentrare l’attenzione a catapultare su di sé l’interesse nazionale. Ma si tratta di un ribelle eroico, che ha sfidato troppo incautamente il sistema o un furbetto truffaldino capace di apparire la vittima che non è? Al di là delle vicende giudiziarie, di certo è uno degli scapoli più ambiti, il bad boy per eccellenza, un imprenditore di successo, che ha saputo inventare e rendere proficua di fatto un’attività inesistente, ma dietro il profilo pubblico Fabrizio è un padre e prima ancora un figlio, che si sente indegno del padre, che rimpiange la purezza di una foto da bambino e che vuole proteggere suo figlio. Come da lui stesso dichiarato in un’intervista con Maurizio Costanzo, non ha il coraggio di andare sulla tomba del padre perché non può dirgli che è tutto a posto, che è di nuovo il figlio che amava, vede nel figlio di 12 anni il suo migliore amico e si considera il peggior nemico di sè stesso. Non riesce a sfuggire al suo lato oscuro, ha una predisposizione naturale a mettersi nei guai che non controlla, ma anche la fortuna sempre pronta ad arridergli, almeno fino ad un certo punto. I due anni di carcerazione sono stati duri: lo hanno spossato e portato alla malattia, eppure appena ripreso non ha resistito dal combinarne un’altra, ma merita davvero la prigione? E' un delinquente professionale o solo un manager che cerca di difendersi dal sistema? Vittima della persecuzione mediatica e giudiziaria o egocentrico con deliri di onnipotenza? Ci proponiamo in questa rubrica di seguire da vicino la vicenda e scoprire la verità intima di Fabrizio Corona.
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