FRANCESCO SACCO - “KABUL” ANTI INNO PER IL BUSINESS
12 aprile 2022
di Salvatore Taibi
Dopo aver raccolto ottime recensioni per l’album d’esordio “LA VOCE UMANA” e dopo essersi esibito in location uniche come Triennale Milano, il cantautore FRANCESCO SACCO si prepara ad uscire con un nuovo album.
Dal 22 aprile sarà disponibile sulle piattaforme streaming e in digital downloand il singolo “KABUL”, da oggi in pre-save (https://bfan.link/kabul), che anticipa il nuovo disco in uscita a maggio e che segue alla pubblicazione del brano “VESTITI”, presentato a novembre 2021 all’interno di Milano Music Week.
KABUL è l’anti-inno di un'epoca fatta di contraddizioni, di violazioni dei diritti umani, ma anche di una continua ricerca di leggerezza. Una cassa in quattro quarti e un arrangiamento dance sottolineano in modo ironico il testo, che fa riferimenti a Martin Luther King, a Kennedy e ai conflitti in Medio Oriente, fino ad arrivare, quasi grottescamente, a riflettere sul business dell’arte e della musica e sulle sue conquiste molto più venali: "L’importante è entrare in playlist, scalare la classifica, così ti canto una storia d’amore che finisce male: io amo il capitale".
La cover è a cura di Lucrezia Testa Iannilli, fotografa e performer che utilizza come strumento di visione il corpo umano e quello animale. Espone in Italia e all'estero, collabora con istituzioni quali l’Università LUISS e il museo MACRO di Roma.
«Ho scritto Kabul da arrabbiato, quindi il testo è arrivato molto in fretta: all’inizio ho annotato sul telefono durante un viaggio in tram “bum bum bum, scalare scalare scavare”, una specie di mantra, un anti-inno dell’età del mondo che stiamo vivendo e delle sue ingiustizie e contraddizioni. L’input per il testo è nato dalla frizione tra i fatti di cronaca che leggevo in quei giorni e l’indifferente normalità che mi circondava –dichiara Francesco Sacco – quindi ho voluto mettere un testo del genere su una base quasi dance, per sottolineare l’attitudine di un occidente tardo-capitalista che si gira dall’altra parte e continua a ballare su un mondo sempre più affaticato. Poi c’è anche un elemento di critica verso l’industria della musica e dell’arte, che spesso lavora solo per autoalimentarsi senza passare veri contenuti. In fondo "Kabul" è un "La locomotiva" di Guccini travestita da brano dei Daft Punk»
https://www.instagram.com/france666co/
https://www.facebook.com/france666co
© RIPRODUZIONE RISERVATA copyright www.ilgiornaledelricordo.it
News » DISCHI VOLANTI, MUSICA IN RETE | martedì 12 aprile 2022
Ultimi diari
- In bici lungo il Baltico. E la Russia che non fu... 22/03/2025 | La Storia racconta di Giovanni Curatola
- Giovanni Anceschi, artista cinetico 18/03/2025 | AdArte
- L'eleganza di Fabrizio De André 21/02/2025 | Appunti letterari di Elisabetta Cassone
- Il calcio dell'Est, maestro di geografia 12/02/2025 | I ricordi del calcio di una volta di Giovanni Curatola
- Gianni Colombo, artista cinetico 12/02/2025 | AdArte
- “I miserabili”, dalla parte dei più bisognosi 10/02/2025 | Appunti letterari di Elisabetta Cassone
Notizie in evidenza
- Paola Merolli, scrittrice poliedrica 24/03/2025 | LIBRI CIBO PER LA MENTE
- Le farfalle nello stomaco 23/03/2025 | MENTE & PSICHE
- Stefano Zanelli, Cologno dice no alle mafie 22/03/2025 | DIBATTITI E OPINIONI
- Microplastiche, cervello sotto attacco 21/03/2025 | RICERCHE E STUDI
- Patrizia Cirulli, cantautrice visionaria 20/03/2025 | DISCHI VOLANTI, MUSICA IN RETE
- Oggetti che ballano nel tempo 19/03/2025 | MEMORIE DI MODA