COME PASSA IL TEMPO

22 ottobre 2018

di Raffaella Iannece Bonora
 
Oggi l'orologio è un orpello, un simbolo, un gioiello. Sfoggiamo quello con le pietre preziose alle serate di gala, cinturino in pelle colorato e quadrante fantasioso per l'uscita con le amiche, è d'acciaio quello da ufficio e d'oro per i grandi uomini d'affari. Eppure, se vi chiedono l'ora, guardate sempre il cellulare, non è vero? Esistono migliaia di modelli e marchi diversi per venire in contro ad ogni esigenza e richiesta del cliente e della moda. C'è analogico e digitale, rotondo, quadrato, rettangolare, esagonale, con il vetro a punta di diamante, il datario, cronografo, che si illumina al buio e poi, l'ultimo ritrovato tecnologico: lo smartwatch, l'orologio intelligente, un computer da polso capace di fare così tante cose che... ci si dimentica di usarlo per la sua funzione base: guardare l'ora. In realtà la storia dell'orologio è vecchia come il tempo. Quando non esistevano le griffe e non bisognava abbinare il cinturino al colore della borsa ma ci si accontentava di scandire le fasi della giornata, l'uomo inventò la meridiana: un palo conficcato nel terreno, si stabiliva approssimativamente l'orario osservando l'ombra prodotta dal sole. La meridiana dettò legge per molto tempo, si costruirono meridiane nelle piazze e sui muri delle chiese, ad ogni cono d'ombra corrispondeva una fascia oraria...ma avevano un limite: dal tramonto all'alba erano off limits. Nessun padre poteva dire alla figlia che era rincasata tardi! Per ovviare questo terribile problema fu inventata la clessidra. Inizialmente ad acqua e poi a sabbia, lo scorrere dei granelli attraverso il foro avevano un tempo certo. Oggi le clessidre sono soltanto un vezzo da collezionisti o un gadget da giochi da tavolo, ma all'epoca andavano forte. Ci si dava appuntamento a clessidre... i papà non potevano essere più felici! "Se non rientri fra tre clessidre sono guai!" "Eddai facciamo quattro!". Nel corso del tempo si sono succeduti diversi stratagemmi e marchingegni per poter contare le ore, in realtà i greci avevano già inventato un orologio ad acqua tra il I e il II secolo d.C., ma il primo orologio meccanico vero e proprio risale al Medioevo ( forse è la prima volta che qualcosa viene inventata e non messa al bando durante quest'epoca), precisamente nel 1200 in Francia, su un campanile. Era un'evoluzione dello svegliatoio monastico, strumento usato dai monaci per segnare, a suon di campana, le varie fasi della vita di un monaco. Vennero costruiti colossali orologi, i più importanti ancora oggi in funzione, come quello di Parigi, Milano o Venezia. Erano bellissimi, con stelle e pianeti in movimento, figure umane danzanti e campane squillanti che battevano ad ogni quarto d'ora, non favorendo di certo il riposo ma...ma... prendi che vuoi sapere che ore sono e ti sei perso il rintocco, che fai? Arrivi un attimo in piazza a piedi? Fu per questo motivo che inventarono i primi orologi da tavolo. Avevano un design accattivante, in pesante legno o ottone, e solo la lancetta delle ore, tanto all'epoca non erano mica pignoli come noi? Nel 1657 si capì che una precisione al secondo non era poi tanto male, nacque così il primo pendolo. I maestri orologiai, nuova classe artigiana di grande rilievo, si divertirono a crearne sempre di più belli e precisi, introducendo di volta in volta nuovi meccanismi. Ma... come fare quando si è in viaggio? Certo, si può montare un orologio in carrozza, usanza tipica del periodo ma... un uomo che viaggia a piedi? O a cavallo? Dubito che l'equino fosse propenso a farsi installare un orologio, per quanto la fattura fosse superba, sul di dietro. Fu così che nel 1800 sorse l'orologio da taschino. Il genio fu Huygens, lo stesso inventore del pendolo che, con un sistema detto a bilanciere, creò il padre del moderno orologio, uno strumento in grado di misurare il tempo anche in movimento, finalmente duchi e Marchesi potevano danzare con le loro dame e andare a tempo, grazie al nuovo orologio da taschino (che sia stato lo slogan per lanciarlo sul mercato dell'epoca?). Da qui inizia la corsa all'orologio perfetto, preciso, svizzero. A proposito, se il primo è nato in Francia e i più belli sono in Italia, perchè si dice precisi come un orologio svizzero? Beh, sicuramente oggi questo popolo detiene i migliori marchi dell'orologeria mondiale, ma già nel 1800, essendo fra i più ricchi, gli orologiai svizzeri poterono permettersi di "prendere spunto" dalla tecnica inglese, francese, tedesca e, puntando molto sulla decorazione degli orologi di cui erano maestri, esportarono i loro segnatempo in tutta Europa. Tornando a noi, l'orologio da taschino presto fu soppiantato da quello da polso. Da non credere, all'inizio era solo da donna e fu inventato, alla fine del XIX secolo, da quello che, a tutt'oggi, è ancora uno dei nomi più prestigiosi nel campo: Patek Philippe. Fu più tardi Cartier a realizzarne uno maschile per un suo amico pilota d'aereo. La moda si fece necessità durante la guerra, quando gli ufficiali si resero conto che era più comodo lanciare uno sguardo al polso che estrarre la catena dal taschino e, per di più, non poter sincronizzarsi in battaglia significava perdere la vita. Così si decise di fornire orologi da polso con cinturino in cuoio a tutto il battaglione, con lancette luminescenti per la notte. Bisognava, però, ricordarsi di ricaricarli, erano inizialmente meccanismi a molla, per questo si portavano sul braccio sinistro, la mano destra poteva così dare la corda all'orologio. Col tempo il meccanismo venne sostituito da una batteria, nel 1920 fu realizzato il primo orologio al quarzo, perfezionato e messo in commercio nel 1960. Negli anni '70 ci fu l'avvento del digitale, molto più semplice da leggere e, grazie ai passi da gigante della tecnologia, sul mercato sono giunti orologi sempre più economici in grado di fare molto più della semplice funzione per la quale l'uomo, millenni fa, piantava un palo nel terreno. L'orologio non è più scomparso dal nostro polso, ognuno di noi ha diversi modelli, più o meno costosi, si regala di solito un orologio per gli avvenimenti più importanti, un bambino si sente grande quando impara a leggerlo, in casa ne abbiamo diversi appesi in ogni stanza, prima dell'avvento del cellulare non si viveva senza la classica sveglia, spesso rossa, a darci il buongiorno. Il punto è che quello del tempo è stato sempre un chiodo fisso dell'umanità, come se, a non contarlo, ci sentissimo defraudati di qualcosa di prezioso. Viviamo in una società dove ogni singolo passo della vita è scandito dall'incedere delle lancette, non sapere che ore siano ci fa sentire persi, smarriti. Forse perchè il tempo è l'unica cosa che, nonostante una evoluzione lunga e importante, non possiamo governare. Non sappiamo quanto tempo abbiamo ancora a disposizione, non sappiamo quanto ne resta ai nostri cari, non sappiamo se, domani, quando la sveglia suonerà ci troverà pronti ad alzarci. Noi non saremo mai i padroni del tempo, tra le forze naturali è l'unico che non possiamo imbrigliare e governare, il tempo non si può possedere ed è un pensiero che terrorizza. L'unica alternativa che abbiamo, per non lasciarci intimorire dall'immensità del tempo, è misurarlo, dargli un senso, fingere che sia nostro perchè lo osserviamo scorrere fra le nostre mani. Se non a questo, a cosa mai servirebbe un orologio? 
 
 

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