ENRICO SCEBBA: "SUL VIALE DELLE OMBRE"

28 dicembre 2019

di Raffaella Iannece Bonora

Questo ottobre la Kemonia Edizioni ha pubblicato il primo libro di Enrico Scebba, esordiente siciliano, "Sul Viale delle Ombre", un giallo -  gotico - storico unico e avvincente. Di cosa parla il libro e chi è l'autore? Lascio la parola direttamente a lui. Signori e signore, Enrico Scebba!

1. Ciao Enrico, perchè non ci parli di te?
Ciao Raffaella, questa è la domanda più complessa che potevi pormi dato che sono una persona abbastanza riservata. Ho 30 anni e abito a Bagheria (PA) da quando ne avevo 7, già dall’età di 18 anni e al termine degli studi conseguiti in ambito tecnico elettronico, mi sono appassionato a due cose ben distinte tra loro: l’informatica e la scrittura. Mentre la lettura era già una mia passione dai primissimi anni dell’adolescenza, iniziando leggendo la saga di Harry Potter, un po’ come tutti i lettori della mia generazione.
La passione per l’informatica mi ha permesso di trovare i primi lavori, anche in ambiti affini ad essa, nello sviluppo di siti web e nella programmazione informatica. Mi piace pensare che i personaggi del mio romanzo siano stati generati dalla stessa creatività che ho sviluppato immergendomi nel mondo dell’informatica.
2. Di cosa parla il tuo "Sul viale delle ombre" e come mai hai scelto questo titolo?
Sul viale delle ombre – La lacrima del Principe è un giallo gotico ambientato agli inizi del '900 all'interno di Villa Palagonia a Bagheria (PA). Una villa settecentesca, detta “villa dei mostri”, su cui gravitano leggende e superstizioni legate ai mostri di pietra che la circondano e che ammaliano i visitatori ancora oggi.
L’ambientazione nasce dalla fusione di alcuni elementi realmente presenti a Bagheria, tra cui appunto Villa Palagonia, e da altri elementi, come i nomi dei personaggi e dei luoghi, che lasciano immaginare un contesto più inglese che italiano. Il viale delle ombre è il nome che io ho dato a un antico viale fiancheggiato dai mostri di pietra appartenenti a Villa Palagonia, oggi purtroppo andato distrutto a causa dell’edificazione selvaggia che dal ‘900 a oggi ha trasformato il territorio di Bagheria da piccolo borgo a città, convertendo il viale ad una semplice via (Via Palagonia) molto trafficata. Questo viale, insieme all’arco posto all’estremità di Via Palagonia, antico ingresso della villa ancora oggi esistente, rappresentano per i personaggi del mio libro le loro stesse paure, quelle che nella vita si è costretti ad affrontare, paragonabili alle ombre dei mostri che proiettandosi sul viale assumono forme ancora più grottesche.
Ma il viale delle ombre è soltanto un simbolo, in una trama che lega i protagonisti, Steven e Katie, ai misteri della villa, abitata da personaggi altrettanto misteriosi.
3. Interessante particolare è l'ambientazione scelta, una villa realmente esistente a Bagheria e ammantata dal mistero, illuminaci...
Villa Palagonia in sé, come dicevo, ha avuto nei secoli la fama di essere una villa angusta e bizzarra a causa dei mostri in pietra che la circondano e che i vari visitatori, tra cui Goethe nel suo viaggio in Sicilia, descrivono come assurde e grottesche sculture che non hanno l’utilità di abbellire la villa settecentesca, già magnifica grazie all’impianto e alla struttura in stile barocco. Costruzione iniziata da Principe di Palagonia Ferdinando Francesco Gravina e ultimata con l’inserimento dell’estesa sequela di mostri dal nipote omonimo Ferdinando Francesco Gravina II, detto il Negromante, al centro anch’esso delle superstizioni degli abitanti della zona. Rendendo sia lui che la villa un luogo circondato dal mistero, oltre che dalle grottesche statue, che si dice siano state create per esorcizzare la bruttezza del proprietario del tempo, il Negromante, che sembrava preferire la loro compagnia a quella degli esseri umani. Un'altra superstizione in voga in quel periodo era quella di una certa influenza malefica dei mostri, sembra che molte donne lamentassero aborti e parti mostruosi causati proprio dalla visione di quelle sculture.Ho scelto di trasferire tutto ciò in un contesto inglese così da dare modo al lettore italiano di immaginarsi un luogo diverso da quello vissuto.
4. Com'è nata la passione per la scrittura?
La passione per la scrittura presumo che sia nata come evoluzione della mia passione per la lettura. Mi è sempre piaciuta l’idea di inventare a mia volta ambientazioni, scenari, personaggi e situazioni in modo che si intreccino per definire una trama. Così ho iniziato a scrivere a 18 anni, ma i risultati non mi sono piaciuti molto, rileggevo ciò che scrivevo a distanza di anni e non mi riconoscevo nella scrittura. Evidentemente avevo letto troppo poco rispetto a oggi che ne ho ben 30 di anni, età in cui mi sono sentito pronto per scrivere e pubblicare il mio primo romanzo d’esordio che è oggetto di questa intervista.
5. Di solito Enrico lettore cosa sceglie in libreria e quali sono gli autori che ti hanno formato?
Credo che mi abbiano formato l’immensa fantasia della Rowling con la saga di “Harry Potter”, l’intreccio tra finzione e realtà artistica di Dan Brown e la profonda filosofia di Milan Kundera nel suo romanzo “L’insostenibile leggerezza dell’essere”. Così da sperare che la struttura della trama e dei personaggi del mio libro abbiano almeno un pizzico d’insegnamento scaturito leggendo questi grandi autori.
6. Quanto c'è di vero dietro le tue pagine?
Di vero c’è la struttura architettonica e artistica di Villa Palagonia, forse non al 100%, ma una buona parte tra come era e come si presenta oggi, descrivendo anche la figura del Negromante. Inoltre mi sono ispirato alla chiesa madre di Bagheria come una delle chiese presenti nel romanzo, che io rinomino come chiesa di Saint Dominic. E per finire di vero c’è Polpetta, un cane abbastanza particolare realmente esistente oggi nel borgo di Mistretta(ME) tra i Nebrodi, che nel mio romanzo aiuterà spesso i protagonisti. Per il resto, sia i personaggi che alcuni luoghi sono puramente inventati.
7. A chi consigli "Sul viale delle ombre"?
Lo consiglio a tutte le fasce d’età, anche a chi non ha dimestichezza con la lettura perché, a detta di molti, questo mio romanzo è scritto in maniera fluida. Potrei sconsigliarlo soltanto a chi è facilmente impressionabile, non ritengo che nel mio romanzo vi siano descrizioni sanguinose o pesanti da digerire, ma semplicemente un po’ di suspense e di tensione che in questo genere di libro si dimostra l’anima di tutto, in grado di tenere il lettore incollato alle pagine.
8. Oggi molti autori si affidano alle pubblicazioni in self, tu invece hai scelto una casa editrice. Parlaci del tuo rapporto con il mondo dell'editoria.
Ho scelto di pubblicare con un editore perché ritengo che esistano ancora editori validi in Italia. Ma mi comporto come se avessi scelto di pubblicare in self, cercando di dare il massimo per pubblicizzare il mio libro, sfruttando i canali da me accessibili.
9. Hai delle abitudini particolari durante la scrittura? Magari gesti scaramantici o ascolti una canzone che ti ispira più di altre?
Non credo proprio di riuscire a scrivere ascoltando musica e non sono un tipo scaramantico, quindi non faccio nulla. Devo però essere rilassato e concentrato per poter scrivere in maniera proficua. Mi basta avere un po’ di serenità!
10. Ultima domanda: progetti futuri?
Questo mio primo romanzo è il primo di una trilogia, nonostante sia autoconclusivo, lascia degli spiragli incompiuti che si svolgeranno soltanto nei successivi due romanzi che lo completeranno e che saranno i miei prossimi progetti.

Per saperne di piu su Enrico e sul primo volume di questa promettente trilogia potete dare uno sguardo al suo profilo IG: https://instagram.com/enricoscebba?igshid=1w8j1ggh7101l

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