Il tempo eterno presente?10/11/2019

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Il tempo eterno presente?10/11/2019

di Roberto Dall’Acqua

Sant’Agostino si chiede: «Che cos'è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più». I filosofi della corrente analitica - e prima di loro molti altri, pensiamo a Husserl, Heidegger e Sartre - per riuscire a spiegarlo a chi lo chiede si sono impegnati in un avvincente dibattito. Che cos'è il tempo? Dipende dalla nostra mente? Lo possiamo dividere in passato-presente-futuro? Condiziona il valore di verità delle proposizioni che contengono enunciati temporali? 

In “Filosofia del tempo. Il dibattito contemporaneo”, edito da Carocci – in cui si fondono temi di metafisica, filosofia del linguaggio, filosofia della mente e filosofia della scienza – Francesco Orilia riferisce, in modo trasparente e accessibile il dibattito degli ultimi anni mostrando i due principali allineamenti al centro dell'arena filosofica. Da un lato ci sono i sostenitori della teoria A nelle su tre varianti: presentismo, per il quale esiste solo ciò che è presente, passatismo, per il quale esiste solo ciò che è presente o passato, ed eternalismo - eternismo - secondo il quale tutti gli eventi, passati, presenti o futuri in qualche modo esistono che riprendono il punto di vista del senso comune secondo il quale il tempo è qualcosa di oggettivo e indipendente da noi. 

Dall'altro lato ci sono i sostenitori della teoria B (che implica l'eternalismo), per i quali non c'è un momento presente privilegiato e bisogna, invece, prestare attenzione (senza preoccuparsi troppo delle intuizioni del senso comune) a quanto asserisconole teorie scientifiche, in particolare la teoria della relatività. Se per i paladini della teoria A la realtà contiene come suoi ingredienti proprietà quali essere presente o essere passato, per i paladini della teoria B non c'è alcun fatto temporale fondamentale, perché tutti si riducono a semplici connessioni di precedenza e successione tra eventi. Come accade di frequente nelle dispute più accese, non è facile scegliere tra l'uno o l'altro schieramento, soprattutto perché in questo caso è evidente come i meriti (essere vicino al senso comune) e i difetti del primo (essere lontano dalla scienza) siano i meriti e i difetti del secondo cambiati di segno. Tra i due duellanti, Orilia mostra una netta preferenza per una forma specifica della teoria A, il presentismo, esponendone i vantaggi, chiarendo le difficoltà che devono essere superate per riuscire a fornirne una elaborazione convincente tale da aggirare le accuse classiche (di essere o ovviamente falsa o banalmente vera), e spiegando infine in quale misura risolve problemi filosofici importanti come quelli avanzati dai nomi propri, i fattori di verità, le relazioni intertemporali e l'esperienza immediata. Il presentismo difeso da Orilia consente inoltre di non rinunciare alla tesi del futuro aperto e di evitare così quelle forme di fatalismo tipiche dell'eternalismo tanto di tipo A quanto di tipo B. Se il futuro è tutto quello che abbiamo ricordiamoci cosa ripeteva Paul Valéry: <>.

Nel libro di Dean Buonanno, docente di neurobiologia e psicologia all’Universitá della California, si scopre un’indagine serrata, invece, sull’intreccio tra varie discipline e metodologie. 

Con l’armonizzazione delle scoperte nei vari settori, anche con l’ausilio della frenologia (che studia facoltà e istinti delle varie aree del cervello).

Con la certezza che le scienze sono in continuo divenire e che, presumibilmente, altre teorie affastelleranno l’universo del tempo.

Francesco Orilia, “Filosofia del tempo. 
Il dibattito contemporaneo”, Carocci, Roma, pagg. 150, € 16,00.

Dean Buonanno, “Il tuo cervello è una macchina del tempo - Neuroscienze e fisica del tempo”, Bollati Boringhieri, Torino, pagg. 332, € 24.

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