Quando finisce un amore5/10/2019

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Quando finisce un amore5/10/2019

di Martina Boselli

Non ti avevo dimenticato e avrei dovuto.

Era una cosa che doveva avvenire nel giro di pochi mesi, ecco, cosa mi ripetevo ogni volta che mi svegliavo al mattino: "Questo è il giorno buono. Questo è il giorno in cui non ci penserò." Poi, prima di addormentarmi eri sempre tu l'ultimo pensiero.

Durante la giornata? Il pensiero che mi veniva in mente ogni dieci minuti, ovvio.

Pensavo che se, mi ero innamorata così in fretta di te, ti avrei dimenticato abbastanza in fretta.

Perché questa convinzione?

Non so. Chiamiamola autoconvinzione, dai.

Non riuscivo a fare i conti con la tua assenza. Non riuscivo a fare i conti con quello che ancora provavo, nonostante tutto.

Il nonostante tutto racchiude davvero tante cose, sapete?

Litigate furiose, telefoni che si staccano nel bel mezzo di una conversazione, messaggi chilometrici dove apri il cuore e ti ritrovi con - se ti va bene - un visualizzato senza risposta. Diversi squilli sommati ad altri squilli dove lui/lei non ti risponde e ti fa penare. Vaffanculo urlati tra le lacrime che poi, diventavano, poco dopo, va pure a fanculo, ma io resto con te.

Quei nonostante tutto che sanno di fine e diventano, quando meno te lo aspetti, davvero punti a capitoli maledettamente belli.

Il nostro nonostante tutto, sapeva di vuoto, di rabbia, di malinconia, di lacrime versate di notte mentre tutto il mondo dorme, di un telefono che ti aveva bloccato senza diritto di replica.

Eppure, nonostante quel nonostante tutto, io continuavo ad amarti.

Era straziante. Mi sarei presa a schiaffi da sola se avessi potuto. Non aveva senso. Non meritavi ancora altro amore anche se silenzioso e io non meritavo di stare ancora così male.

I giorni passavano, ma tu non passavi. Mai.

Eppure, andavo avanti con la mia vita, ma tu restavi dentro me e tra le cose della mia vita.

"Sbaglio sicuramente in qualcosa", mi ammonivo quando una canzone mi ricordava te. Quando le parole di un film sembravano ricordarmi noi.

Non sono abbastanza forte. Non l'ho lasciato andare., dicevo mentre ricacciavo le lacrime in giù e un nodo mi teneva stretto la gola.

Era il tempo la risposta.

Io contavo i giorni, le settimane, i mesi. Mi ero data una specie di scadenza entro la quale dovevi uscire da ogni particella di me. Ecco la cosa che sbagliavo. Mi davo del tempo, ma non per guarire le ferite. Mi davo del tempo come traguardo entro il quale doveva cessare tutto.

Non c'è tempo in amore.

Ecco, un'altra grande verità che avrei scoperto poi. Né quando inizia, né quando dura un rapporto e nemmeno quando finisce.

In amore non esiste tempo, ma solo spazio. E questo me lo avevi insegnato proprio tu.

Tu che eri entrato nella mia vita come un tornado e te ne eri andato via lasciando tutto in disfatta. Ti eri fatto spazio senza che me ne accorgessi. Avevi buttato giù muri che altri avevano considerato insormontabili e lo avevi fatto con una semplicità disarmante che proprio non potevo impedirti il passaggio. Avevi preso tutto quello che c'era da prendere e anche oltre.

Ti eri fatto spazio.

Ti avevo fatto spazio.

Il punto era quello, neanche quando te ne eri andato, ti avevo mandato via da lì. Ecco perché ci mettevo così tanto tempo. Eri rimasto dentro di me, perché ancora una volta, ero stata io a permetterti di restare.

Quando ho iniziato a prendere coscienza di ciò, ho iniziato ad andare avanti, zoppicando.

Ho accettato che quello che eravamo stati non saremmo più tornati ad essere e ho ripreso a respirare.

Quando finisce una storia si fa una fatica assurda perfino a espirare e inspirare.

Sembra strano, ma è così. Credetemi.

Ho preso coscienza del fatto che, se rincontrandoti dopo tempo, ancora mi facevi tremare le gambe, mettevi in subbuglio il mio stomaco e la testa sembrava essere andata nel pallone, era normale.

Normali conseguenze di chi ha amato davvero profondamente.

Si dice che nella vita, se sei fortunato, vivrai due amori che saranno quelli che ti porterai dentro per il resto dei tuoi giorni.

Ho sempre saputo che fossi tu il mio primo grande amore.

E ho accettato l'idea che, nonostante tutto, mi saresti mancato sempre ed è così che ho ripreso il cammino davanti a me, tenendoti nel taschino sinistro della mia camicia e ricordandomene solo quando non riuscivo più a cacciarti via dai pensieri.

Allora, in quei momenti, ti prendevo tra le braccia per qualche secondo, ti accarezzavo ancora il viso e i capelli e poi, prima che i fiumi inondassero i miei occhi, ti riponevo di nuovo in fondo al cuore.

È stata dura, soprattutto all'inizio, poi però, è diventato normale.

Tutto è tornato alla normalità.

Hai idea di quanto costi tornare alla normalità dopo tutto quello che c'è stato?

Credo proprio di no.

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