L’ITALIA TREMA: CHI NE RISPONDE?

12 novembre 2016

di Katiuscia Ester Marino

27 agosto, 26 ottobre, 30 ottobre: l’Appennino centrale non dà tregua, la terra si apre e la roccia sprofonda di 70 cm. Il bilancio è di quasi 300 morti, paesi distrutti, monumenti storici crollati, vita e lavoro all’aria per i superstiti: ma si può continuare così? L’Italia è una zona altamente sismica, questa non è una scoperta recente. Tutto l’Appennino è sede di faglie ed è a rischio sismico; non si può semplicemente continuare indifferenti finché la tragedia annunciata non accade. Certo, non si può impedire un terremoto, ma si possono limitare i danni, con costruzioni a norma, infrastrutture non pericolanti e scuole messe in sicurezza. Invece, perché ogni volta dobbiamo registrare un bilancio tragico, assistere alla sfilata dei politici che si recano sui luoghi per consolare e promettere aiuti e finanziamenti, ascoltare talk, in cui viene continuamente ribadito cosa si poteva fare e non è stato fatto? San Giuliano, L’Aquila, Emilia, Friuli ed ora il centro Italia e siamo di nuovo qui, a guardarci increduli, a dire per l’ennesima volta: “Si poteva fare di più!” Ma quando si realizzerà questo di più, quando i cittadini e la loro sicurezza verranno davvero prima di interessi economici e politici?

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News » INCHIESTE - Sede: Nazionale | sabato 12 novembre 2016