ROBERTO SAVIANO: TRA GUERRA E PACE
25 gennaio 2017
di Nancy Malfa
Il mondo ruota attorno a punti di vista che spaccano in più frammenti l'opinione pubblica. L'avvento dei social network ha scatenato l'istinto primitivo del popolo di chiacchieroni, pronto a sbranare come una bestia affamata qualunque argomento abbia l'odore di sangue fresco. La libertà di parola è un diritto inalienabile, giusto perché si fa fede al buon senso altrui. Un buon senso che dovrebbe autoregolare l'essere umano, ma, come ha ribadito Umberto Eco prima di passare a miglior vita: "Internet ha dato diritto di parola agli imbecilli". Roberto Saviano, è uno dei maggiori collezionisti di calunnie. Insulti che calpestano l'uomo, prima ancora dello scrittore. E' colui che spacca a metà la società formando due fazioni tra guerra e pace. Due schieramenti estremisti che non si incontreranno mai, neanche per caso davanti al bancone di un bar. Da una parte gli haters sputano sentenze guidati dalla sfrontata verità delle inchieste taglienti come lame di un macellaio. Contestano un'immagine studiata accuratamente per mascherare la persona e dare vita solo alle sue orazioni perbeniste. Indossa sempre lo stesso completo dalle infinite tonalità di grigio e neanche il colore è dato al caso. Una sfumatura indifferente, dicono. Gli viene contestato persino il decimo anniversario di scorta, come se vivere attraverso le decisioni delle procure sia una fortuna, un dono caduto dal cielo. Furbo, traditore, mercenario, venduto sono le etichette più comuni che gli vengono appiccicate da compaesani e populisti che lo aspettano al varco, insomma da un mucchio di soldati feriti dalle sue parole. Dall'altra parte i fans sparsi in ogni angolo del pianeta sfoderano spada e scudo, perennemente sull'attenti, pronti a difenderlo sul campo di battaglia. Sono gli stessi che lo dipingono come un eroe e che lo immaginano emarginato dalla società, recluso nelle quattro mura di una squallida caserma di provincia davanti al suo pc e all'altarino di foto degli uomini che hanno cambiato il mondo. Lontano dalla famiglia, dall'amore, lo immaginano crogiolarsi nella solitudine e cadere a fasi alterne nella morsa della depressione. Scrittore, giornalista, sceneggiatore, saggista, intellettuale, opinionista e all'occorrenza presentatore. Roberto Saviano dà fastidio. Affonda il piede sull'acceleratore per narrare, arrivare laddove la superficialità umana vige con imperativo assoluto. La sua colpa è avere la capacità di far riflettere con delle semplici parole. Vomita emozioni, verità scomode. Sprona file di ragazzi a leggere, crescere, sperare, rispettare, sapere e sapere sognare. Li strattona con forza per spingerli oltre i limiti, li invita ad osservare, a guardare oltre il proprio naso. Che importa se si è arricchito, se nel suo conto in banca fioccano banconote come neve nelle alture del Trentino? Se questa è l'educazione che vuole impartire all'Italia, forse questo Saviano, non è poi così male.
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News » PERSONAGGI | mercoledì 25 gennaio 2017
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