"ISOLITUDINE", LIBRO CHE NON ISOLA
10 ottobre 2016
di Mariangela Mombelli
Isolitudine. Scrittrici e scrittori della Sardegna di Laura Fortini e Paola Pittalis (Iacobelli)
Isolitudine, vocabolo preso in prestito da Gesulado Bufalino, è il titolo del libro delle docenti universitarie Laura Fortini (romana ) e Paola Pittalis (sassarese). Il testo si sofferma sul rapporto di scambio costante tra l’identità sarda e il mondo esterno: l’isola come solitudine di un cosmo ritagliato dal mare, solitudine come in contaminazione e purezza. Attraverso gli scritti delle sue autrici e dei suoi autori più prestigiosi - Michela Murgia, Giuseppe Dessì, Sergio Atzeni, Salvatore Mannuzzu, Marcello Fois, Salvatore Niffoi, Salvatore Satta, Emilio Lussu senza dimenticare la “radice” comune Grazia Deledda – emerge l’immagine di un’isola che si vuole aprire all’esterno perché, spiega Paola Pittalis, “la cultura sarda non è una eredità astorica e atemporale, ma nasce dalla somma di infiniti meccanismi di contaminazione. E’ un meticciato culturale che si rinnova. L’identità non è un elemento statico”.
In questa ricerca di identità elemento centrale diventa la figura dello straniero che le autrici cercano di analizzare nelle scrittrici e negli scrittori sardi: lo straniero determina il confronto e la crescita, l’identità sarda nasce da una somma di incontri e di storie, dal confronto continuo con l’altro.
“Isolitudine” è una piccola storia letteraria che restituisce voce a figure spesso oscure e dimenticate, come le maestre elementari sia delle prime scuole nazionali postunitarie sia del Ventennio fascista: donne spesso coraggiose e consapevoli del loro ruolo di educatrici culturali e morali, in una società ancora in larga parte arcaica e contadina. Il primo saggio del volume (quasi propedeutico agli altri tre) si intitola infatti Voci di maestre ed è quasi propedeutico e preparatorio rispetto agli altri tre: perché si dia letteratura nella forma che la modernità ci ha abituati a conoscere occorre infatti una diffusione generalizzata e democratica degli strumenti primari del sapere, che è stata, ed è tutt’ora, affidata alle maestre. Le maestre sarde di cui Paola Pittalis ci parla costituiscono l’emblema di un’epoca in cui il processo di alfabetizzazione avanza con fatica e la rivendicazione dell’equiparazione del lavoro intellettuale femminile a quello maschile coincide con il processo di emancipazione sociale e di riscatto civile. Le voci di Laura Fortini e di Paola Pittalis si alternano nel corso del volume, composto da quattro saggi, e attraversano l’intero arco della letteratura italiana scritta in Sardegna con un occhio di riguardo verso le protagoniste femminili: i due estremi di questo arco sono Grazia Deledda e Michela Murgia, legate da un’affinità di panorami culturali, linguistici e di impegno nel raccontare la società del proprio tempo. Il volume si chiude infatti con il saggio di Laura Fortini “Le eredità deleddiane e Michela Murgia”. Scopriamo così che le scrittrici della Sardegna hanno una singolare capacità di visione del mondo che le rende uniche e particolari: nelle loro opere la Sardegna assume i caratteri problematici del mondo contemporaneo, impersonificati in personagge di grandissima forza e significante.
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