LE DÉCOLLETÉ SONO GIÀ STORIA

13 novembre 2016

di Nancy Malfa

Quando si parla di scarpe il primo pensiero vola verso le meravigliose creazioni di Salvatore Ferragamo, Jimmy Choo, Giuseppe Zanotti e Manolo Blahnik, giusto per citare i padri dell'essenza femminile. Sandali stringati, open toe e boots, hanno cavalcato le nuove tendenze sulle passerelle degli ultimi anni, alternandosi così all'intramontabile décolleté, modello base da cui nasce qualsiasi alternativa legata alle mode. Se ci si lascia guidare dalla storia si aprono le porte di un mondo lontano da quello proposto degli stilisti. Le calzature infatti, nascono come oggetto di primaria importanza, come un bisogno strettamente correlato all'esigenza di poter muoversi senza badare ai troppi fronzoli legati all'estetica. I primi sandali risalgono al 9000 a.c., scoperti dopo uno dei tanti ritrovamenti negli Stati Uniti d'America. Poche sovrapposizioni per le regioni calde, pelliccia e materiali vegetali per ricoprire i piedi nelle regioni dove le temperature erano  meno clementi. Dalla necessità di Assiri, Babilonesi, Greci, Etruschi, Egizi, Bizantini e Barbari, si passa "presto" alla più eccentrica vanità con rivisitazioni in chiave più strutturata rispetto a foglie e tavole di legno, ma la vera rivoluzione arriva nel XIV secolo. La corte dei re di Francia lavora su materiali pregiati e crea una nuova concezione di sandali. Le scarpe diventano un simbolo. Nasce così il bisogno di manifestare il proprio status, un modo per sfoggiare la propria etichetta sociale. Tanto più lunga era la punta delle calzature, tanto più rilevante e alta era la posizione nel rango della nobiltà francese. La nazione del re Sole si afferma come uno dei paesi più importanti per la storia del costume. Nel periodo successivo infatti, la bassa statura di Luigi il Grande lo costringe ad utilizzare i primi tacchi. E se il 1600 conferma la voglia di egocentrismo con "Le veneziane" dalle zeppe spropositate, il 1900 ci riporta alla soglia dei giorni nostri. Non esiste donna al mondo che non nasconda nel proprio armadio almeno un paio di décolleté. Facili da indossare, eleganti, e comode a seconda della presenza o meno del plateau. Hanno la capacità di apparire sofisticate in presenza di tessuti particolari, ma anche terribilmente semplici. Slanciano la figura e vengono utilizzate come modello standard anche nei luoghi di lavoro a supporto di figure rappresentative come donne in carriera, hostess, promoter, segretarie e venditrici. Tra le décolleté più importanti ricordiamo le intramontabili Hangisi di Manolo Blahnik, le immancabili Pigalle dal genio di Christian Louboutin e poi ancora, le Miss Dior di Christian Dior, le Fendista di Fendi e le Blade di Casadei. Tutte in grado di rappresentare un'ardente sensualità femminile senza eguali. In total black, bicolore o dalle mille sfumature nude con la famosa suola rossa di Louboutin, dichiarano guerra alle nuove generazioni mantendo salda l'attenzione verso la tradizione. Dal perfetto tacco dodici costringono a portamenti aggraziati che su un impeccabile tailleur, diventano storia.

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