ROSSELLA PARCO: SOGNANDO ALICE

26 febbraio 2017

di Roberto Dall'Acqua

Rossella Parco spicca il volo ma come rondine leggiadra e perspicace - approdata a Milano dalla Sardegna - non aspetta la primavera. Un'attrice preparata professionalmente e una donna leale che colleghi e amici sono fieri di avere al loro fianco, in scena e nella vita.

- Rossella come hai iniziato la tua carriera? Come ti presenteresti a chi ancora non ti conosce? <<Intanto sono orgogliosa di parlare con un conterraneo. Ho iniziato la mia carriera ahimè andando via dalla mia bella Isola e trasferendomi a Milano dove mi sono laureata e poi fermata per lavoro.  Mi descrivo come una donna forte, sensibile, felice di fare quello che ama. La mia parola preferita è lealtà>>.

- Quanto ti arricchisce - professionalmente e umanamente - frequentare l'Accademia del Teatro Libero? <<E’ stato per me un grande confronto umano. Arrivavo da una formazione cinematografica che, a dir si voglia – in tema di verità-, come mezzo è sempre un po’ più artificioso rispetto al teatro, al qui ed ora ed al pubblico presente in sala. Il cinema permette di rifare il ciak. Il teatro non perdona. Questo mettersi a nudo e questa simultaneità del teatro mi danno  emozioni molto forti>>.

- In che produzioni hai recitato e in quali hai tratto maggiori emozioni? <<Attualmente sto lavorando ad un progetto a cui tengo molto che è la "Lulù del Bertolazzi", regia di Aleardo Caliari. Saremo in scena a partire dal 10 marzo presso il Teatro della Memoria di Milano.  Opera che esplora la condizione della donna artista sotto diverse sfaccettature nel periodo storico dei primi del novecento. E’ cuorioso come tutto cambia e niente cambia: la visione dell’attrice chanteuse, prostituta, ambita e allo stesso tempo moralizzata  dalla borghesia. Ancora oggi in merito alla nostra professione sopravvivono simili luoghi comuni e associazioni di allora. Io li sento spesso ed anche le mie colleghe>>.

- Attrice e doppiatrice: quale preferisci? <<Uno non esclude l’altro. Il mondo della voce è molto affascinante e riserva grandi sorprese. Ma se dovessi scegliere preferisco sentire le mie gocce di sudore cadere sul palco>>.

- Il ruolo che vorresti interpretare e dove: cinema, teatro, televisione? <<Va bene. Strofino la lampada di Aladino ed esprimo i miei desideri: Alice nel Paese delle Meraviglie (ruolo Alice ma anche Stregatto) in un musical. Morticia Addams in un remake teatrale e…un soldato o soldatessa al cinema!>>.

- Rossella cosa ne pensi della teoria del genere e delle puntualizzazioni date dal fatto che ora si deve scrivere correttamente, ad esempio, assessora, avvocata, ministra? <<Mah, non amo le puntualizzazioni nella vita. Cerco di essere specifica e di sostanza più che di forma. Il ruolo per me rappresenta una neutralità. L’importante è fare bene il proprio. Sta a ciascuno di noi decidere come farsi appellare o titolare che dir si voglia. Per esempio, a me non piace essere chiamata dottoressa. Provo un grande disagio quando capita. Credo che parlare di teoria di genere rafforzi ancora di più etichette, schemi e diseguaglianze tra i due sessi. Noi donne siamo esseri meravigliosi e andiamo ben oltre suffissi e teorie>>.

- www.ilgiornaledelricordo.it si occupa di memorie, di storia. Qual è un bel ricordo (anche non professionale) di Rossella? <<I più bei ricordi riguardano la mia infanzia a mangiare i ricci dentro ai secchi sugli scogli nelle spiagge sarde. Mi ricordo che tornavo a casa con mani e piedi piene di spine e che utilizzavo una crema puzzolentissima al catrame per farle emergere sottopelle. Ma alle bruschette ai ricci non potevo mica rinunciare!!>>.

- Progetti - di vita e professionali - per il futuro di Rossella Parco? <<Beh aspettando il principe azzurro, mi dedico tutti i giorni allo yoga e studio canto lirico e moderno. Mi piacerebbe insegnare e condividere queste discipline un giorno. Sono mezzi molto potenti di crescita personale. Credo che per un attore sia fondamentale fare un’esperienza all’estero, quindi mi sto proiettando verso Los Angeles. Di più non dico. Il mio mestiere è un continuo cambiare e trasformarsi. Vi aspetto con affetto a teatro però. Venite?>>.

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