LA POLITICA DIVIDE L’ITALIA

10 marzo 2018

di Raffaella Bonora Iannece

Elezioni Marzo 2018: prima e dopo le urne

Domenica 4 marzo gli italiani sono stati chiamati alle urne per votare, per decidere, con una crocetta di matita il destino del nostro Bel Paese. Per cosa abbiamo votato? Per eleggere il nuovo Parlamento formato da 630 deputati, 315 Senatori e 5 senatori a vita. Mi si perdoni se parto da lontano, ovvero dalla matita. Un tempo gli ignoranti al massimo parlavano nei bar, dopo una birra, e facevano poco danno, oggi usano i social e le loro idiozie diventano virali, instillando dubbi assurdi nella mente di molti. La matita, signori, quella che usiamo da più di mezzo secolo, la famosa matita copiativa, NON È CANCELLABILE. Infatti la grafite è mescolata con altre sostanze chimiche che rendono il suo tratto incancellabile, è usata al posto della penna perchè il suo tratto è più leggero e quindi non è possibile lasciare il segno sulla scheda sottostante, nel caso ci venga fornita più di una scheda, nè lascia segni all'esterno, una volta che la scheda è stata chiusa. Ma vi pareva che dopo i tagliandi di controllo creati quest'anno per tutelare ancora di più il voto, ci facessero andare in cabina con gomma e matita? Suvvia, non sono questi i problemi delle elezioni! Chiarito ciò, possiamo anche andare avanti.
Il primo capitolo delle elezioni 2018 io lo chiamerei Rosatellum, o meglio, Rosatellum bis. Ve lo hanno spiegato? In maniera chiara? A me no. Quindi mi sono armata di internet, giornali, documenti e molte ore libere, e ho approfondito questa nuova, magica, legge. Il tutto è partito da una frase di Di Maio che mi ha incuriosita non poco "per la legge che serve a loro hanno subito trovato una data, per togliere i vitalizi non c'era spazio in calendario". La legge numero 165 è stata approvata il 3 novembre 2017, qualche diffidente potrebbe pensare "in tempo in tempo per le elezioni", ma noi ci fidiamo della politica italiana e pensiamo che sia casuale, che era semplicemente arrivato il momento di varare una nuova legge necessaria, vitale, per le elezioni. E cosa dice di bello il rosatellum, che prende il suo nome dal deputato che l'ha sostenuta, Ettore Rosato? Molto semplice: è un meccanismo uninominale cosiddetto "misto" perchè assegna il 64% dei seggi in collegi plurinominali con metodo proporzionale e il restante 36% in collegi uninominali con metodo maggioritario, al contrario del vecchio Matterellum che prevedeva il 75% dei seggi in collegi maggioritari a turno unico e il restante 25% su base di recupero proporzionale per voti alle liste. Non è concesso il voto disgiunto, in Camera avremo 232 collegi uninominali, 386 assegnati con sistema proporzionale e 12 nelle circoscrizioni estere, in Senato i collegi uninominali sono 102, i plurinominali 207 e quelli eletti all'estero 6. La soglia di sbarramento è al 3% per le singole liste e al 10% per le coalizioni. Cos'ho detto? Ricapitoliamo. Mettiamo caso che alle elezioni un suddetto partito, fuori dalle coalizioni, arrivi o superi il 30% dei voti, perchè gli italiani lo hanno preferito e vogliono quel partito al comando.Quel suddetto partito non governerà mai, perchè con il Rosatellum, che favorisce le grandi ammucchiate, non otterrà nemmeno il 15% dei seggi. La legge elettorale Rosatellum bis, in effetti, sembrerebbe favorire le coalizioni, assegnando solo il 36% al più votato e i piccoli partiti che raggiungono il 3% non ottengono seggi, ma i loro voti vanno alla coalizione -tutto fa brodo. In più per coalizzarsi basta una "dichiarazione di apparentamento", quindi non bisogna avere nè un programma nè dei candidati comuni. I voti delle liste che non raggiungono il 3% ma superano l'1% vanno nelle casse della coalizione, della serie "qui non si butta via niente". Altro? I gruppi parlamentari che si sono costituiti prima del 15 aprile 2017 non dovranno raccogliere firme e solo per queste elezioni il numero di firme richiesto è stato dimezzato, 750 invece che 1500, insomma saldi politici. Cosa devono fare i nuovi eletti? Trovare un accordo per la maggioranza e votare un governo che guiderà l'Italia fino al 2023 -sempre che prima non ci sia qualche crisi e qualche sfiducia parlamentare - semplice no?
E i programmi politici che ci sono stati propinati negli ultimi mesi? Oasi paradisiache di sostenibilità ambientale e sociale, dal territorio alla gestione dei rifiuti, dalle energie rinnovabili ai diritti umani, dalla tutela dell'ambiente alla lotta per il riscaldamento globale. Come nel calcio, partiamo dalla coalizione vincente, quella che ha sfiorato il 40%, il centro destra: Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e Noi con l'Italia. Il programma era di tutto rispetto, riduzione degli sprechi energetici, attenzione ai consumi nei settori dell'edilizia, trasporti, industria, utilizzo di energie rinnovabili, riqualificazione delle periferie, tutela per gli animali domestici, agevolazioni fiscali per chi si dedica all'agricoltura, incentivare il consumo di prodotti a chilometro zero, lotta alle ecomafie, sradicamento della povertà assoluta con un sostegno per i cittadini che versano in condizione di estrema indigenza, raddoppio dell'assegno minimo per le pensioni di invalidità, incentivi per l'inserimento dei diversamente abili nel mondo del lavoro, trattati con i paesi d'origine dei migranti.
E il centro sinistra? Spostiamoci verso il Partito Democratico, Civica Popolare, Più Europa e Insieme. Matteo Renzi si è inserito nel quadro generale degli accordi di Parigi sul clima, quindi incremento di energia da fonti rinnovabili, magari passando totalmente alle eco entro il 2050, sostegno all'agricoltura biologica, potenziamento della raccolta differenziata, lotta alla cementificazione selvaggia, azzerare i pesticidi, contrastare la siccità, trasformare le città in smart city, migliorare i trasporti, rinuncia ai combustibili fossili, ridurre l'inquinamento, retribuzione del 30% per le madri, dialogo con i paesi di provenienza dei migranti, limite dello sfruttamento del suolo. Notate qualcosa in comune? Si? No? Forse? Non fa nulla, andiamo avanti, approdiamo al porto del partito che da solo, senza coalizioni, ha ottenuto circa il 33% in Italia: Movimento 5 Stelle guidato da Di Maio. Cosa avevano promesso? Mah, il solito... stop alla giungla burocratica eliminando 400 leggi inutili, nuovi lavori e nuove opportunità di lavoro investendo nelle nuove tecnologie e formando nuove figure professionali, pensione minima di 780 euro, riduzione delle tasse (Irpef, cuneo fiscale e Itap, abolizione dello split payment, dello spesometro e di Equitalia, inversione dell'onere: il cittadino è onesto fino a prova contraria), tagli agli sprechi e ai costi della politica (50 miliardi ritorneranno ai cittadini, stop a pensioni d'oro, vitalizi e privilegi), nuove assunzioni nelle forze dell'ordine, stop al business dell'immigrazione, tutela dei risparmi dei cittadini, aumento delle risorse sanitarie e riduzione della lista d'attesa per gli esami medici, aiuti per le nuove famiglie (rimborsi per asilo nido, pannolini, baby sitter), creazione di una banca pubblica, lotta alla corruzione, mafie, conflitti d'interessi, riduzione della durata dei processi, certezza della pena, energie rinnovabili con l'uscita dal petrolio entro il 2050, riduzione del rapporto del debito pubblico, superamento della "buona scuola" della legge Fornero e... quello che ha fatto più scandalo di tutti, 2 miliardi di euro stanziati per il reddito di cittadinanza. Questo unico punto ha portato molti a dire, ad affermare, con cognizione di causa, che tutto il sud ha votato per i 5 stelle solo per sete del reddito di cittadinanza. È davvero questo l'unico punto interessante dei 5 stelle? È davvero questo l'unico motivo che li ha fatti vincere, rispetto al Pd, ad esempio, che ha subito una cocente sconfitta? O è solo l'ennesima calunnia sputata sul vincitore, come accade sempre, in tutti gli ambiti, dallo sport al cinema? La scusa che ci si racconta per non dover ammettere il proprio fsllimento?
Io credo che gli Italiani, tutti gli Italiani, da Nord a Sud, isole comprese, non votino a caso, non si ingolosiscano di fronte ad un bel piatto di lasagne, ma davanti a tutto il ristorante, soprattutto dopo aver sondato bene le cucine e controllato che siano pulite sul serio.
Post votazioni l'Italia ne è uscita divisa in due, così dicono, Nord Lega e Sud M5s.
Il Movimento 5 Stelle si è guadagnato 227 seggi alla camera, seguito a ruota dai 122 della Lega, i 104 di Pd e Forza Italia e i 33 di Fratelli d'Italia. Al Senato le cose non cambiano molto, al primo posto sempre i cinque stelle con 113 seggi, Lega e Forza Italia con 56 e 51 per il Pd.
Il punto è che il movimento è quasi primo anche in altre regioni d'Italia, è arrivato secondo, dietro alla Lega, scartando di pochi punti, in molte regioni del Nord. Purtroppo, nonostante il popolo italiano sembri davvero ben schierato, i risultati non permettono a nessuna coalizione di governare, per colpa del famoso Rosatellum bis, si di nuovo lui, quello che non ci ha fatto dormire di notte pur di riuscire a capirlo. Ci ritroviamo in mezzo ad un "terremoto elettorale" dove il M5s è il primo partito con oltre il 30% dei consensi, superando al sud il 50% in alcune aree, seguito dalla Lega che, da sola, arriva al 17%, ma risulta la prima della coalizione di Centrodestra. Chi ha vinto e chi ha perso? Ammesso che con la nuova legge ci sia davvero un perdente, quello risulta il Pd con Matteo Renzi che, dopo il silenzio iniziale, ha annunciato le dimissioni, dichiarando "saremo all'opposizione", almeno Renzi è convinto che questo vogliano gli italiani. Per Di Maio oggi comincia la terza repubblica, "queste elezioni sono state un trionfo: siamo una forza politica che rappresenta l'intera nazione [...]. Oggi per noi inizia la terza repubblica e la terza sarà finalmente la repubblica dei cittadini italiani". Alfonso Bonafede, candidato ministro alla Giustizia del M5s, definisce i cinque stelle "il pilastro della prossima legislatura", Salvini, dall'alto del suo 17% dichiara "è una vittoria straordinaria che ci carica di orgoglio, di gioia, di responsabilità perchè milioni di italiani ci hanno chiesto di riprendere per mano questo Paese, di liberarlo dalla precarietà e dall'insicurezza", ma osservando bene, molto bene, i risultati, siamo sicuri che gli italiani lo abbiano chiesto a Salvini?
Mattarella, nel frattempo, ha fra le mani un potere tutt'altro che simbolico, dovendo scegliere a chi assegnare un governo in grado di ottenere la fiducia in parlamento.
Ora, potrebbe assegnare l'incarico al leader della coalizione che ha vinto, in tal caso il centrodestra, ma... non hanno espresso nessun candidato come premier, a causa delle varie incertezze su quale sarebbe stato il partito vincente della coalizione. Siccome, però, il primo della lista è la Lega, va da sé che stiamo parlando di Salvini. Nel caso Salvini non dovesse riuscire , siccome il centrodestra non è unito con molti partiti e M5s e Pd hanno già preso le distanze, dichiarando lo stile della Lega "razzista" e "antieuropeista", Mattarella dovrebbe rivolgersi, solo a quel punto, a Di Maio...
L'ultima, temuta, ipotesi, italiani, è il ritorno alle urne: tutto da capo.
Qual è, quindi, il vostro incubo peggiore?

 

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News » ECONOMIA E POLITICA di Katiuscia Ester Marino - Sede: Nazionale | sabato 10 marzo 2018