SAMUELE ESALTATO - “LUPO DELLA STEPPA”
11 novembre 2022
di Elisa Serrani
Quando Arti visive e performative si incontrano, il risultato è un intreccio di mente ed anima in grado di lasciare senza fiato, uno scrigno incantato in cui custodire fragilità e virtù, che attraverso i racconti e il vissuto di chi ha saputo immortalare l’universalità dell’essere umano in opere capaci di sopravvivere allo scorrere del tempo, diventa un forziere in cui riporre e coltivare la propria vera essenza, amalgamando esperienze personali a riflessioni e storie lette, ascoltate, sfiorate con il tocco del cuore. Ed è proprio da una di queste storie che l’incisiva penna del cantautore capitolino Samuele Esaltato ha dato vita a “Lupo della steppa”, il suo nuovo singolo liberamente ispirato al capolavoro introspettivo del Premio Nobel tedesco naturalizzato svizzero Herman Hesse “Il Lupo della Steppa”.
In una suggestiva ed emozionante analogia con una delle più rappresentative opere sulla multiformità e la dualità antinomica della natura umana, l’artista, che riconferma la sua cifra stilistica nell’impeccabile commistione musica-letteraturapresentata anche nel suo debutto “Un Maledetto” – nato dalla lettura della raccolta lirica “I fiori del male” di Charles Baudelaire -, racconta di quanto sia fondamentale riappropriarsi della propria libertà, di azione e intellettuale, condizione troppo spesso data per scontata e per questo sottovalutata nella sua accezione di crescita, di autodeterminazione individuale e collettiva. Così, come nel romanzo del 1927 Hesse descrisse il perenne conflitto tra “umanità” e “bestialità”, l’incessabile contrapposizione tra spirito e istinto, tra nobiltà d’animo, sentimenti e cultura e crudeltà, desideri impetuosi e non sublimata indole selvaggia, trovando nella consapevolezza che questa dicotomia non potrà mai essere recisa e nella riconciliazione delle due stesse parti mediante ironia e umorismo l’unica via di guarigione, allo stesso modo, Samuele Esaltato riconosce nella metafora del lupol’emblema della società attuale, paragonando la sua indole solitaria, schiva ed esclusiva - « Come potrei non essere un lupo della steppa, un sordido anacoreta in un mondo del quale non condivido alcuna meta» - alla contemporaneità in cui viviamo.
«“Lupo della steppa” – dichiara il cantautore - è nato durante il primo lockdown, in un periodo in cui avevo perso la bussola, l’orientamento verso i miei desideri. Mi sono ritrovato senza stimoli per fare musica e per raccontare storie. Fortunatamente, un mio caro amico mi consigliò di leggere e mi prestò “Il Lupo della Steppa” di Herman Hesse, un romanzo illuminante a cui poi mi sono ispirato per creare il brano. Il libro raccontata una vicenda analoga alla mia: un uomo si era totalmente dedicato all’ozio e non voleva in alcun modo liberarsene. Un po’ come è successo, non solo a me, durante la pandemia, ove molti hanno perso stimoli nel fare ed anche nel dire. Lupo mi ha aiutato a ritrovare la strada maestra; banalmente, senza questa lettura, avrei probabilmente smesso di cimentarmi nello scrivere canzoni. Credo sia una canzone in grado di smuovere quelle corde addormentate e spero, in cuor mio, che possa aiutare anche altri a far combattere quel lupo, riprendendosi, riprendendoci, la libertà intellettuale che ci spetta».
News » DISCHI VOLANTI, MUSICA IN RETE di Vittorio Esperia | venerdì 11 novembre 2022
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