Pikkolomini, “Bella di chi sei” è un tuffo nel cuore
20 luglio 2025
Intervista a tutto tondo con Alessandro Perfetti, in arte Pikkolomini
C’è una leggerezza dolce e sincera che attraversa Bella di chi sei, il nuovo singolo di Pikkolomini, nome d’arte di Alessandro Perfetti. Un brano che profuma di Vespa Special, di 45 giri, di primi baci e di una spensieratezza che sembra appartenere a un’altra vita. Ma non è nostalgia sterile: è un omaggio vivo e vibrante a un’epoca che ha formato l’artista, con tutta la sua autenticità. Abbiamo chiacchierato con lui, artista poliedrico e autentico, che nella sua carriera ha attraversato musica, cinema e teatro e che ha lavorato in ben sette film di Carlo Verdone.
Bella di chi sei è un tuffo al cuore… ma anche un tuffo nel passato, giusto?
Sì, assolutamente. Il brano nasce da un amore adolescenziale di fine anni ’80, ed è stato scritto da Emiliano Savino, mentre io lo interpreto. Abbiamo voluto ricreare quel mondo anche nell’arrangiamento, cercando suoni autentici e senza filtri. Nel videoclip, poi, ho voluto fortemente inserire elementi iconici di quegli anni: la Vespa Special, la 500, locali in stile retrò... tutto è stato scelto con cura per evocare quella leggerezza spensierata.
Cosa ti manca di quegli anni? E cosa, invece, non rimpiangi affatto?
Mi manca l’adolescenza, ovviamente. Quella libertà vera, il fatto di uscire senza cellulare… oggi se ti dimentichi il telefono è la fine del mondo! All’epoca era tutto più semplice, più diretto. Non rimpiango però la difficoltà di fare musica senza i mezzi digitali che abbiamo oggi. Oggi possiamo far arrivare una canzone in un secondo a chiunque.
Il tuo stile è sincero, diretto. In un mondo musicale pieno di autotune, tu scegli la voce nuda. È una scelta estetica o personale?
Entrambe. Ho studiato canto, ho avuto un maestro severo: era impossibile stonare con lui! Ho fatto esercizi vocali su Como, Sinatra, Streisand, Tenco, Gino Paoli, Renato Zero... Voci vere, che ti formano. È da lì che nasce il mio rispetto per l’interpretazione. Non è solo una questione tecnica: quando interpreti davvero un brano, è come fare l’attore. Se lo senti dentro, arriva al pubblico.
A proposito di attori… se ti dico Carlo Verdone?
Un maestro. Un uomo che mi ha insegnato tantissimo. Oltre a recitare nei suoi film, mi ha dato la possibilità di seguirli dal primo all’ultimo giorno: ho potuto osservare da vicino il suo lavoro, la sua cura maniacale per ogni fase, dalla scrittura al doppiaggio. Da lui ho imparato a prendermi cura delle mie canzoni e dei miei video come se fossero creature vive. Lavoro insieme a Davide Matrisciano, mio collaboratore fidato, e insieme curiamo ogni dettaglio.
Hai vissuto più vite artistiche: cinema, musica, teatro. Ma qual è il tuo vero palco?
Quello dove canto. Quando canto mi sento veramente a casa. È lì che lascio un pezzo della mia anima. E poi, come ti dicevo, interpretare una canzone è come recitare: entri in un personaggio, trasmetti emozioni vere. È un’arte completa.
Scrivere oggi è diverso da quando hai cominciato?
Sì, è diverso. Cambiano i temi, cambia la sensibilità. Ad esempio, un brano che ho scritto negli anni '90, Come ti odierei, l’ho ripreso e adattato con l’aiuto di Zorama – uno degli ultimi autori di Mina – per il mio album del 2019. Scrivere oggi significa anche sapersi trasformare senza tradirsi.
Hai mai pensato di raccontare la tua vita in un libro, un film o magari un musical?
Ci ho pensato, sì! Ma ci vorrebbe un’enciclopedia… Un passo alla volta, però. Magari prima o poi prenderà forma.
Ultima domanda: qual è il tuo prossimo sogno da realizzare?
Credo tantissimo in questo progetto. Sono sicuro che il bel canto – quello vero, sentito, interpretato – tornerà. E io sarò lì, pronto ad accoglierlo. Con autenticità, passione e verità.
Pikkolomini non cerca scorciatoie, né filtri: sceglie la via più difficile, quella dell’anima.
E forse è proprio questo che rende le sue canzoni così vere. Così necessarie.
di Giorgia Pellegrini
Foto Ufficio stampa
Video https://youtu.be/3XvIcaq65aM?si=H4CbYyfafphf9zZr
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