IL CANTO LIRICO ITALIANO E' FINALMENTE PATRIMONIO IMMATERIALE DELL'UMANITÀ
07 dicembre 2023
di Paola Bonacina
Il Comitato per il Patrimonio immateriale dell'Unesco ha proclamato la pratica del canto lirico italiano a elemento del patrimonio immateriale dell'umanità. Il canto lirico italiano vede finalmente il suo riconoscimento al termine della 18esima sessione dell’Intergovernmental Committee for the Safeguarding of the Intangible Cultural Heritage, appena conclusasi nel Botswana.
In totale, sono 55 le pratiche culturali a guadagnarsi il titolo di Patrimonio Immateriale Unesco nel 2023: dalla produzione dell’olio in Turchia, fino alla pratica europea del vetro soffiato; ma anche la tradizione culinaria dell’Al-Man’ouché in Libano, passando per l’antica danza palestinese Dabkeh, fino ad arrivare alla musica popolare del Marocco.
Un traguardo importantissimo conseguito dopo un lungo percorso avviato nel 2011 quando i cantanti lirici solisti si costituirono in un'associazione denominata Cantori Professionisti d'Italia col fine di riunire la categoria e permettere un confronto professionale su un ampio ventaglio di problematiche, a partire dalla difesa e la diffusione del valore della musica e più specificatamente del teatro d'opera quale eccellenza e patrimonio della cultura della Repubblica Italiana. Grazie all'associazione Assolirica - nata da una costola dei Cantori Professionisti d'Italia ma includente questa volta non solo i cantanti lirici solisti ma anche tutte le professionalità della lirica - nel 2019 questo impulso si trasformò in un procedimento organizzato. Il "bel canto" si va così ad aggiungere alle 667 realtà culturali costitutive dell’identità di un popolo finora riconosciute dall'Unesco, di cui 16 sono italiane (come ad esempio il Teatro dei Pupi, i Tenores sardi, la liuteria di Cremona, solo per citarne alcuni). "Questo è un riconoscimento molto importante e significativo per il mondo dell'Opera, su cui noi come ministero stiamo lavorando molto" ha detto il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi - aggiunge - “è un riconoscimento ai 400 anni di storia del canto lirico italiano e a una forma d'arte che tra i vari significati ha anche quello di portare la lingua italiana in giro per il mondo, tenendo viva la nostra lingua ".
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