PIERO FLORENO - GIGANTE VERO

01 aprile 2020

di Giovanni Schiavo

Ci sono persone che hanno compreso talmente bene il senso della vita che, per ogni gesto che compiono, riescono a strappare una lacrima di emozione a chi ha la fortuna di esserne testimone.

Un’emergenza come quella che ha colpito l’Italia e il mondo è qualcosa che nessuna memoria in vita ricorda limpidamente. Siamo tutti attoniti di fronte al pericolo, di fronte alle morti e alle manifestazioni di vita e forza che in queste ore arrivano da tutta Italia. Questi giorni stanno cambiando la nostra vita come non avremmo mai nemmeno immaginato.

Mentre una larga fetta di persone si limita a vivere nei limiti di cui è rimasta prigioniera ancor prima dell’emergenza, fatti di odio verso il prossimo, di critica continua e a volte infondata verso l’operato altrui, di indigestione di regole e interpretazione delle stesse secondo il proprio senso, c’è chi mi rende fiero di abitare la stessa terra che calpesta lui.

Si chiama Piero Floreno da oltre dieci anni malato di sclerosi laterale amiotrofica. In questi giorni di emergenza, attraverso il lettore oculare (strumento indispensabile per comunicare con gli occhi) ha espresso alla moglie la volontà di donare uno dei suoi respiratori polmonare perché sia usato per l’emergenza Coronavirus.

Qualora non fosse chiara la grandezza del suo gesto, vi faccio un esempio pratico. Per una persona nel suo stato avere due respiratori è obbligatorio, in quanto se uno mostra un malfunzionamento improvviso, l’altro serve a sostituirlo in una manciata di minuti. Durante la sostituzione Piero rimarrebbe letteralmente senza aria, come se non avesse più polmoni.

La vita per la vita, ecco il senso della nostra esistenza. Come può un uomo trovare una pace così solida, una consapevolezza così profonda, un coraggio così umano da esser pronto a morire per qualcuno che non conosce? Può.

“Ci ho pensato tutta la notte. Ma perché uno dei miei due ventilatori polmonari non lo diamo in prestito agli ospedali, che in questo momento ne hanno tanto, troppo bisogno? Visto che uno lo teniamo di riserva, può invece aiutare subito una persona colpita dal virus. E se l’emergenza finisce entro due o tre mesi, poi ce lo riportano” Piero.

Quando ho saputo della notizia ho pianto dall’emozione e anche adesso che scrivo il respiro sobbalza. Piero mi ha fatto sentire il “tutto”, presentandomi queste lacrime che tiro fuori come fossero un antipasto di qualcosa di più ampio.

È facile definirsi una persona “perbene”, essere una persona “per il bene” invece è tutt’altra cosa.

Le lacrime che mi ha fatto venire e il fiato che mi manca se penso alla profondità di Piero sono il mezzo di comunicazione tra me e lui. L’uomo può essere più grande dei suoi limiti, Piero attraverso i suoi occhi ha comunicato qualcosa che è arrivato dritto al mio cuore, nonostante la distanza, nonostante tutto, quel tutto a cui ho capito di appartenere.

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News » PERSONAGGI - Sede: Nazionale | mercoledì 01 aprile 2020