A MANO A MANO

05 ottobre 2018

di Raffaella Iannece Bonora
 
Le mani sono il nostro biglietto da visita, quante volte ce lo siamo sentiti dire? Specialmente quando cercavamo di nascondere cuticole in bella vista, unghie rosicchiate o smalto sbeccato. Non c'è cosa più brutta del presentarsi e stringere una mano poco curata o, peggio ancora, sporca. Si, perchè le mani parlano di noi più di ogni altra parte del corpo, sono loro le prime a venire in contatto con il mondo esterno e con gli altri. Ci sono lavori, poi, dove una bella mano, pulita e curata, è d'obbligo. Pensateci, comprereste mai del pane da mani unte? Vi fareste visitare da dita trascurate? Vi fidereste della vostra barista se avesse unghia lunghe e sporche? Certo che no! Iniziereste a pensare che quelle mani sono allevamenti di germi e voi non volete un caffè contaminato, al massimo macchiato ma non oltre. 
La manicure è un'arte, come ogni branca dell'estetica e, oggi più di ieri, esistono molteplici tecniche per prendersene cura. Creme, oli, maschere, guantini idratanti, impacchi, sedute speciali nei centri estetici, smalti curativi e ancora migliaia di combinazioni per decorarle come più ci aggrada, dalla semplice vernice trasparente a vere e proprie architetture degne del Brunelleschi, splendide da vedere meno sorprendenti nella vita di tutti i giorni. Di certo, come ogni pratica del mondo contemporaneo, anche la manicure ha una storia arcana. I primissimi popoli a colorare le unghie furono gli abitanti della Mesopotamia che, come egizi e cinesi, usavano  questo meccanismo per distinguere le classi agiate dalla plebe. In Oriente la famiglia reale applicava anche gioielli per marcare, ancor di più, la differenza fra loro e gli altri. Furono, però, le matrone romane (sempre loro) a rendersi conto dell'importanza di una mano bella a guardarsi ma anche sana. Immergevano la pelle candida in oli essenziali e profumati infusi floreali. Le mani all'epoca erano uno status symbol (un po' come l'I-Phone oggi) e soltanto le classi più povere esibivano dita sporche e unghia rotte. All'epoca era pratica comune anche maschile siccome, lungi da mera vanità, le unghie colorate definivano l'appartenenza e il rango sociale di un uomo. I primi veri e propri smalti, comunque, nascono a cavallo fra la fine dell'800 e gli inizi del '900 e a inventarli fu un uomo, si signore! Si ispirò alle vernici colorate per automobili! Negli anni '20 nasce la moon-manicure, ovvero l'usanza di colorare solo la lunetta finale. Negli anni '30 a lanciare il fenomenale prodotto in tutte le nuance è la Revlon. Pochi anni dopo un dentista, per contrastare il fenomeno sempre più diffuso dell'onicofagia, inventerà le unghie finte e, qualche anno dopo, un altro dentista, cercherà di sistemare unghie rotte con vari prodotti buttando le basi della moderna ricostruzione. Negli anni '50, come i succinti abitini delle pin up, anche le unghie diventano esagerate! Esageratamente lunghe ed esageratamente rosse! Negli anni '60, invece, prende piede l'emancipazione femminile. La donna, alla stregua dell'uomo, lavora, si muove, viaggia... ritorna l'unghia corta, ma sempre curata, più pratica nel quotidiano. Per dare una sferzata di vivacità, però, le donne si divertono a colorarle in tinta con la moderna pop art. La celebre french manicure, ancora oggi in gran voga soprattutto fra le amanti del gusto classico, nasce negli anni '70, gli anni '80 sono l'epoca dei colori fluo, nei '90 ci si abbandona un po' a se stesse prediligendo uno stile trasandato e grunge. Il 2000 è l'epoca del grande ritorno.  Dai primi anni del nuovo millennio ad oggi la manicure non ha più conosciuto tramonto. Must degli ultimi anni è il gel e la nail art. Grazie alle nuove tecniche ogni donna può assicurarsi mani da star, unghie perfette, quadrate, tonde, a stiletto, colorate, con brillantini, gioielli, piercing, disegni, la Gioconda o la Pietà di Michelangelo scolpita sul pollice. Questa nuova moda ha partorito una classe lavoratrice immensa, composta da un numero sempre in crescita di estetiste e nail artist intorno alle quali gira un cospicuo numero di scuole più o meno professionali corsi, master, specialistiche, lauree e dottorati per calcolare la precisa angolazione di un mignolo rispetto al medio. Grazie, però, ad un internet a nostra disposizione 24 ore su 24, video e tutorial, a negozi pieni zeppi di ogni prodotto, anche il più strano, e-commerce tramite il quale poter comprare lo smalto all'ultimo grido, quello che abbiamo visto sulle mani della nostra star preferita alla notte degli Oscar, oggi noi siamo le nail artist di noi stesse. Diciamo che, alle soglie dei nuovi anni '20, più che un biglietto da visita le nostre mani sono diventati veri album fotografici. Il punto è... con tutte queste sostanze applicate sulle nostre unghie, si può ancora parlare di cura della mano? Sono le nostre mani in salute? O, forse, come in ogni cosa, stiamo esagerando? Non sarà che ci siamo un pochino lasciate prendere la mano? 
Ai posteri l'ardua sentenza.
 

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News » MEMORIE DI MODA di Nancy Malfa - Sede: Nazionale | venerdì 05 ottobre 2018